Appello al Presidente Prodi
Presidente Prodi lamore per il prossimo le impone di abbandonare gli approcci monetaristi della Bce!
Presidente Prodi lei rischia di essere ricordato nella storia del nostro Paese come gli Stati Uniti ricordano il Presidente Hoover. Hoover si ostinò a voler seguire gli approcci economici liberisti che lattuale agenda si ostina a voler imporre. Sopra di Lei non può esservi alcun istituto politico che non persegua coscientemente il fine del Bene Comune.
Presidente Prodi quello che vi è da fare è tornare quanto prima a riscoprire ed applicare i principi ispiratori della nostra Costituzione della Repubblica. Loscenità a cui stiamo assistendo è la trasformazione della nostra Costituzione della Repubblica in una costituzione di unoligarchia.
Se ciò non fosse chiaro, quello che deve fare è rifarsi alla politica economica rooseveltiana così come si rifecero i nostri padri costituenti quando agirono sotto le felici intuizioni di La Pira, Fanfani, Dossetti, Mattei e De Gasperi con le esperienze emblematiche del Piano Case, della Riforma agraria e della Cassa per il Mezzogiorno.
In Italia grazie allopera del Movimento Internazionale per i diritti civili Solidarietà ed allintervento diretto di Lyndon LaRouche, si è già creato il terreno fertile perché si possa procedere in tale direzione. Politici di primo piano come lOn. Giulio Tremonti, il Sottosegretario Alfonso Gianni ed il Sottosegretario Mario Lettieri rappresentano lasse portante di un dialogo in concordia che in Italia è già attivo, anche se tenuto nellombra.
E, invece, Lei se ne sta a contemplare, con cortese compiacimento, larmoniosa bellezza dei principi economici immortali di Adamo Smith! E mentre Lei gode di questa contemplazione Lei sa, forse, che nessuno studioso serio di economia e nessun serio operatore economico crede più alla benché minima validità e fondatezza di questi principi (devo richiamarLe, per tutti, i liberali inglesi che di economia politica un poco, almeno, si intendono?) il tessuto industriale fiorentino gradualmente si spezza e si indebolisce!
Queste ultime, come avrà intuito, non sono mie parole, ma sono le parole di quel mio grande concittadino dadozione che fu Giorgio La Pira (lettera a Danilo De Micheli, Presidente dellAssociazione degli Industriali della Provincia di Firenze, 26 aprile 1954).
Lei giorni fa ha proposto di vendere le scorte auree del nostro Paese per ridurre il debito pubblico e conseguentemente il peso degli oneri finanziari. Ma Lei si rende conto che sono oramai quarantanni che ogni Governo italiano riduce il welfare ed aumenta limposizione fiscale diretta ed indiretta ed ogni dieci anni avete poi bisogno di vendere parte del patrimonio italiano? Dovete lavorare sulla capacità produttiva del Paese, non sui fattori finanziari!
Promette poi nuove liberalizzazioni per lautunno. Lei ed invero insieme a Lei quasi tutto larco parlamentare - continua a credere alla storiella delle liberalizzazioni, spacciandole per cosa buona, nonostante non sappiate citare mezzo precedente storico per cui esse aumentarono il benessere generale delle persone, piuttosto che quello di singoli comitati dinteresse (come fatto dalla legge sugli affitti abitativi, l. 431/98, e dal primo decreto Bersani in materia di commercio, d. lgs. 114/98). Perché se sono così utili, in favore della comunità (dunque sia dei lavoratori che dei consumatori), non liberalizzate il sistema bancario? O forse il sistema bancario è già liberalizzato e le liberalizzazioni, agevolando ontologicamente i più forti, stanno dando i risultati che sempre nella storia hanno dato, ossia portano alla creazione di pochissimi e grandissimi mono/oligopoli (sono rimaste di fatto due banche in Italia!)?
Il sistema di economia politica che grande ha fatto gli Stati Uniti, quello di Hamilton, di Carey, di Lincoln, di Franklin Roosevelt, di Kennedy, non insegna a liberalizzare in favore dei grandi interessi, ma piuttosto ad armonizzare in favore dei molteplici interessi in gioco e partendo sempre da quelli più deboli (come il New Deal dimostra).
Lei e la classe dirigente che ci guida siete recidivi nel ripetere errori che dovrebbero essere evidenti ai più, allo stesso modo di colui che imperterrito vuol mantenere uno stile di vita fatto di ozio e vizio e che di anno in anno per fare ciò è costretto a svendere il patrimonio di famiglia.
Mentre Lei ed il Ministro Padoa Schioppa Vi ostinate a stare dietro alle favole della Bce, questultima si cimenta in immissioni arbitrarie di liquidità nel mercato. Gli oltre 94 miliardi di euro iniettati in questi giorni nel mercato a cui se ne aggiungono altri 61 miliardi mentre scrivo e la borsa crolla a cosa serviranno? Per creare posti di lavoro produttivi, migliorare il sistema ferro-stradale, quello energetico, quello sanitario, quello scolastico, quello della sicurezza, oppure ad impedire che il casinò creato dalloligarchia finanziaria, dal sistema bancario e dallaccondiscendente classe politica, in dispregio dei doveri costituzionalmente imposti, crolli? La nuova liquidità immessa nel mercato come anche i profani in cose economiche comprenderanno genererà, quella sì!, inflazione. Se la Bce si permette di inondare il mercato di liquidità per tenere in vita il casinò creato dalle banche private da cui dipende, perché non fa la stessa cosa Lei, ricorrendo al credito pubblico le banche che hanno finanziato il debito pubblico possono attendere, e nel frattempo lItalia tornerà ad essere un paese produttivo senza bisogno di tassare sempre più e tagliare lo stato sociale però indirizzandolo strategicamente verso i settori produttivi invece che lasciarlo al geniale libero mercato che continuerà a destinarlo ai settori speculativi?
Presidente Prodi, tutto ciò Le viene imposto dalla Verità di cui quel principio supremo che ci è stato insegnato, ama il prossimo tuo come te stesso, non è altro che la più diretta manifestazione.
Claudio Giudici
Rappresentante del Movimento Internazionale per i diritti civili Solidarietà
Movimento Internazionale per i diritti civili Solidarietà
Movimento Internazionale per i diritti civili Solidarietà