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Bush è pronto a dichiarare guerra all’Iran

29 agosto 2007 – Nel discorso rivolto il 28 agosto alla Legione Americana, il presidente Bush ha inveito contro due “ceppi” di “radicalismo islamico violento”, quello sunnita, incarnato da Al Qaeda, e quelli sciita, incarnato dall’Iran. “Questi due pericolosi ceppi dell’estremismo” adesso converngono sull’Iraq, ha affermato Bush che li vuole affrontare tutt’e due.
Lyndon LaRouche ha commentato che gli speachwriters presidenziali farebbero bene ad informarsi su quello che l’amministrazione Bush-Cheney sta effettivamente combinando in Iraq, prima di mettersi alla tastiera. Come il movimento di LaRouche ha più volte riferito, la strategia di Cheney, spalleggiato dai britannici, punta a mobilitare le forze sunnite, con il sostegno dei sauditi, contro l’Iran e gli sciiti iracheni.
Nello stesso discorso, Bush si è spinto ad affermare che cercando di dotarsi dell’arma nucleare, l’Iran minaccia di attirare sulla regione “le ombre di un olocausto nucleare”. Ha nuovamente accusato le forze della Guardia Rivoluzionaria iraniana di addestrare e armare gli iracheni che compiono attentati contro le forze statunitensi spingendosi ad affermare che “negli ultimi mesi sono aumentati gli attacchi condotti contro le nostre basi e alle nostre truppe con munizioni fornite dall’Iran”.
“Provvederò a proteggere le nostre truppe. Ho autorizzato i comandanti in Iraq ad affrontare le attività di morte di Teheran”, ha detto Bush.
Nel giro di poche ore da questo discorso, diversi specialisti di intelligence militare hanno contattato gli esperti dell’EIR esprimendo il timore che Bush sia ormai fuori controllo e che di fatto ha emesso una dichiarazione di guerra contro Teheran. La stessa valutazione è stata espressa da Trita Parsi, del Consiglio nazionale iraniano americano. Un ufficiale in congedo ha confidato all’EIR: “Sono convinto che Cheney sia riuscito a convicere Bush a cominciare la guerra contro l’Iran, senza nemmeno considerare seriamente la possibilità di soluzioni diplomatiche”.

La clacca britannica

Due esperti britannici hanno prodotto un rapporto di 80 pagine in cui sostengono che gli Stati Uniti hanno la capacità militare di distruggere il programma nucleare iraniano, la sua base industriale e le infrastrutture del governo di Teheran nel giro di pochi giorni, se non poche ore, con una massiccia campagna di bombardamenti per la quale è già tutto definito, e che potrebbe cominciare non appena il presidente Bush darà l’ordine.
“Considerazioni per una guerra con l’Iran: documento di studio sulle armi di distruzione di massa in Medio Oriente” è il titolo del documento redatto da Daniel Plesch, direttore del Centro per gli studi internazionali e la diplomazia della Scuola degli studi orientali e africani dell’Università di Londra, e Marin Butcher, ex direttore del Consiglio angloamericano di informazioni della sicurezza (BASIC). Rilasciato il 27 agosto, il documento ha subito suscitato le critiche di esperti militari e d’intelligence convinti che lo studio parta da presupposti decisamente utopistici sull’effettiva efficacia degli attacchi aerei, visto che è ben assodato che “sgomento e terrore”, la campagna di bombardamenti USA in Iraq, produsse molto meno danni di quelli che furono allora vantati. Tra i critici c’è Larry Johnson, specialista dell’anti terrorismo della CIA e dell’US Army, che si è detto convinto che il documento sottovaluti notevolmente le capacità di rappresaglia asimmetrica su cui più contare l’Iran.
Nel pubbicare lo studio il 28 agosto, il sito www.rawstory.com lo ha così presentato: “Gli USA hanno fatto preparativi militari per distruggere in Iran le armi di distruzione di massa, l’energia nucleare, il regime, le forze armate, l’apparato dello stato e le infrastrutture economiche entro giorni se non ore dall’ordine emesso dal presidente George W. Bush. Gli USA non rendono pubbliche le dimensioni dei preparativi per scoraggiare l’Iran, rendendo così lo scontro più probabile. Gli USA mantengono l’opzione di evitare la guerra, ma usando le proprie forze come parte di una strategia generale volta a determinare le azioni dell’Iran”. Nel loro studio Plesch e Butcher sostengono che gli USA hanno bombardieri e missili a lungo raggio capaci di distruggere 10 mila obiettivi “in poche ore”. Dicono che gli Stati Uniti, magari con l’aiuto dell’Inghilterra e di Israele, possono trasformare l’Iran in “uno stato fallito” senza ricorrere all’arma nucleare. Ma se alcuni siti iraniani riescono a resistere alle bombe convenzionali, “la logica e la dottrina militari” potrebbero indurre “ad usare le bombe nucleari se tutti gli altri mezzi falliscono” scrivono i due ricercatori inglesi.
Il loro documento si concentra in particolare sul Global Strike, lo schema elaborato dal Comando Strategico (Stratcom) per il lancio istantaneo di missili e bombardieri su obiettivi in ogni parte del mondo. Tale capacità, scrivono Plesch e Butcher, è già operativa del dicembre 2005.


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