Lattuale programma del Partito democratico lascerà la porta aperta al fascismo
11 settembre 2007 Il nascente Partito democratico rappresenterà per la storia politica italiana del dopoguerra, lultimo tentativo nominalmente democratico che resta alloligarchia finanziaria, prima di riconsegnare il Paese a forze fasciste che già da tempo oramai scaldano i motori incitando alluso della violenza (calci nel sedere agli islamici, uso dei fucili), fomentando lodio per laltro (individuare nellextracomunitario un problema sociale senza andare alla radice del problema di una politica economico-finanziaria globale centrata sulla speculazione, è parificabile allidea nazista di identificare nellebreo la radice di tutti i problemi) e rifacendosi ad istanze populiste (secessione, sciopero fiscale, ecc.).
Quando parlo di forze di governo fasciste non mi riferisco allaltrettanto evanescente centro-destra[1] altrettanto quanto il centro-sinistra quanto a quei partiti che con elevata probabilità la prossima legislatura amplieranno in modo ancor più forte il proprio consenso grazie a proclami populisti che così bene attaccano nella gente quando si sente senza unautentica via duscita. Questi partiti si troveranno la strada spianata dalle attuali politiche del centro-sinistra ed in particolare da quelle che oramai possiamo inquadrare come espressione del programma del Partito democratico italiano.
Le lettera pubblicata da Repubblica da quello che sarà lo scontato leader del Pd, il sindaco di Roma Walter Veltroni, referenzia chiaramente come con esso non cambierà assolutamente nulla nella politica italiana, ma anzi verrà ancor più esasperata la concezione oligarchica ed antirepubblicana di gestione dello Stato.
Riflettiamo sulle due seguenti affermazioni di Veltroni: 1 - ogni euro di nuova spesa corrente dovrà essere ricavato da un risparmio; 2 - le risorse per la spesa in conto capitale? Anche qui non potremo contare su aumenti tributari. Occorre sempre più ricorrere a schemi di finanziamento e di gestione attrattivi per capitali privati in cerca di impieghi poco rischiosi e, per la parte pubblica, a nuove politiche del patrimonio. O si gestisce questo patrimonio in modo da ricavarne le risorse necessarie per pagare una quota significativa degli interessi sul debito. O si adottano soluzioni per un'alienazione parziale e selettiva di questo patrimonio, garantendo la piena tutela dei beni culturali e ambientali.
Siamo di fronte al solito approccio contabilista e riduzionista dimentico della funzione sovrana che solo ad uno Stato può spettare, dellemissione di linee di credito pubblico ex nihilo[2] strategicamente dirette.
Le esperienze storico-politiche che hanno saputo incidere in modo determinante e duraturo, gli Stati Uniti su tutti, si sono rifatte ad un modello costituzionale centrato sul credito pubblico e non sul denaro di pochi potenti privati arbitri, con le loro voglie, del gioco della vita di interi popoli. Nel primo caso siamo di fronte ad una Repubblica, nel secondo caso ad unoligarchia. Veltroni pare conoscere soltanto questa seconda esperienza, e ad essa obbedire: schemi di finanziamento e di gestione attrattivi per capitali privati in cerca di impieghi poco rischiosi, e per la parte pubblica tagliare da una parte e destinare ad unaltra: nuove politiche del patrimonio.
Siamo dunque di fronte alla solita solfa che da oltre trentanni ci viene propinata, espressione della più bassa forma di arte dello Stato. Le idee sono sempre quelle e gli uomini sono sempre quelli.
Lodore di speculatori come George Soros e Felix Rohatyn, e dei loro schemi corporativi nel Partito Democratico USA, lo si sente forte.
Gli stessi leaders del Pd cominciano ad avvertire la puzza di fascismo dietro langolo si vedano le dichiarazioni del ministro Amato e dello stesso Veltroni, della settimana scorsa , ma non ne colgono in pieno i crismi o meglio li colgono solo laddove ciò non voglia dire scontrarsi con loligarchia finanziaria. Non si arriva al fascismo perché dei lavavetri innervosiscono ab origine gli spensierati cittadini ed a ciò non si dà risposta. Vi si arriva perché il cittadino ridotto allo stremo delle forze da immorali politiche economiche e sociali dei governi (distruzione dei posti di lavoro in seguito a delocalizzazione produttiva, distruzione reale della piccola impresa come prodottasi in seguito al primo decreto Bersani sulle liberalizzazioni d. lgs. 114/98, distruzione del tenore di vita reale conseguente allinondamento arbitrario di liquidità ed alla riduzione delle produzioni, aumento della imposizione fiscale diretta e venir meno della progressività; trasformazione dei mezzi di formazione culturale latu sensu intesi in mezzi dintrattenimento sensuale) non ha più niente da perdere.
Lo sviluppo è il nuovo nome della pace! e la continua distruzione delleconomia reale (contesto infrastrutturale, welfare, potere di acquisto reale) prodotta dalle politiche liberiste e finanziariste è unoffesa allappello che fu di Paolo VI.
In generale tutti i leaders del Pd, continuano a parlare di riforme tutte centrate sulla deregulation e dunque sullarretramento del ruolo dello Stato nelleconomia, continuando dunque sulla infame strada dello stravolgimento del dettato costituzionale. Con queste riforme essi garantiscono soltanto unulteriore accelerazione della svolta reazionaria (consegna delle attività produttive sotto controllo pubblico alle oligarchie finanziatrici sotto gli accattivanti nomi di privatizzazione, liberalizzazione, riforme a vantaggio del cittadino-consumatore; riduzione delle tutele lavorative; tagli alla sanità, al sistema previdenziale ed a quello dellistruzione) divenuta forte già durante i primi anni 90, ma le cui radici prime sono riconducibili al periodo che va dallomicidio Mattei allomicidio Moro.
Quel quindicennio, in unimmaginaria dinamica parabolica segna la svolta al ribasso ribasso tuttora in corso e che si concluderà soltanto con la riscoperta della cultura di governo del periodo 1948-1962 del ciclo rinascimentale post-bellico caratterizzato dalla riscoperta dei principi umanistici di giustizia, libertà (non gli attuali arbitrio dei pochi e intemperanza dei molti) e solidarietà quali manifestazioni più dirette di una cultura per la verità e per laltro. Il periodo 1948-1962 rappresenta il periodo della storia politico-economica italiana su cui maggiormente ha inciso linflusso del sistema americano di economia politica, grazie alla magistrale applicazione che ne diede il Presidente Franklin Delano Roosevelt negli Stati Uniti. FDR ispirato dalla cultura per laltro, ispirato da gli ultimi saranno i primi, rifondò la sbandata economia americana partendo dal forgotten man. Credito pubblico, infrastrutture pubbliche, sostegno allimpresa privata produttiva ed alla ricerca tecnologico-scientifica, lotta alla speculazione finanziaria in particolare delle grandi famiglie bancarie fondarono il rilancio delleconomia reale americana.
Il programma liberista e monetarista, grosso modo sostenuto da tutti gli inconsapevoli candidati alla segreteria del Pd, comporterà invece un ulteriore abbassamento del tenore di vita della popolazione. Già con lattuale Governo di centro-sinistra, lo scoramento nel ceto medio e basso è divenuto tale da cominciare a renderli simpatizzanti di chi dà risposte decisioniste a prescindere. Quando chi si fa portatore delle istanze dei deboli si dimostra un bluff, ecco che per rivalsa si comincia a sostenere chi pare dare risposte immediate e dirette.
Il primo periodo post-bellico pose le basi fondamentali per le conquiste nel campo dei diritti sociali ed in particolare del lavoro, del successivo periodo Mattei-Moro, ma in quello stesso periodo venivano gettati i semi della successiva svolta oggi definibile come reazionaria le cui radici culturali però vanno ben oltre il reazionismo. Ribadisco che limmagine che di quel periodo si deve avere è quella della parte alta, grossomodo orizzontale, di una parabola discendente, come ad essere espressione del contrapporsi di una fase ascendente verticale e di una discendente verticale. Questultima è espressa nel concreto da una cultura edonista-esistenzialista centrata sulla messa in libertà di una sottocultura della voglia che ha prodotto un sistema culturale dove le persone non hanno capacità di opporsi, decidendo, alla progressiva distruzione delle conquiste precedentemente fatte.
La fase che stiamo vivendo, è quella della svolta ribassista dellimmaginaria parabola discendente, entrata in una fase di primaria accelerazione non ancora pienamente manifestatasi. La conclusione di questa fase la si avrà col ritorno di sistemi politici dispotici a cui le porte verranno aperte dallulteriore insoddisfazione generata dalle politiche reazionarie che il Pd intende proporre per soddisfare le esigenze dei propri finanziatori.
Ovviamente un processo di tale tipo è visualizzabile solo se si va oltre la facciata di comodo delle generiche dichiarazioni fatte dai leaders.
Coloro che in questo momento si stanno facendo portatori delle istanze di difesa dello Stato sociale non possono essere definiti conservatori nellaccezione negativa del termine, tuttalpiù difensori statici delle conquiste prodottesi grazie al processo di ricostruzione 1948-omicidio Moro.
Queste forze di difesa dello Stato sociale se hanno compreso che il tentativo iperliberista, in campo economico e più in generale a livello culturale, del Pd, abbasserà ancor più i tenori di vita della maggioranza della popolazione italiana a solo vantaggio di una sempre più ristretta oligarchia finanziaria (nazionale e soprattutto internazionale), non hanno però compreso quali siano le politiche che impediscono tale scenario.
Abbiamo bisogno di una difesa dinamica invece che statica del welfare.
Il presidente Prodi ha parlato di agganciamento alla ripresa delleconomia. Ma a cosa si riferisce? A quella drogata delle borse o a quella delleconomia reale americana ed europea prossime ad implodere? Il presidente Prodi ha avuto anche lardire di affermare che ora il problema della quarta settimana non esiste più. Grazie a cosa, allaumento di 30 euro delle pensioni più basse, oppure allo scoppio autunnale dellinflazione sui generi alimentari e di prima necessità generato dalle politiche pro-speculative ed anti-produttive di Bce e Fmi?
I leaders del Pd parlano di crescita ma si mantengono sui binari della cultura economica che sino a qui ci ha portato nellultimo trentennio: liberismo finanziarizzato, nel senso di finanza che domina leconomia ed economia che domina la politica.
Si impone invece unautentica svolta culturale, politica ed economica che ribalti completamente questo sovversivo ordine degli strumenti a disposizione.
Se non si rimetteranno a fuoco i concetti di verità, di bene comune e di economia fisica la parabola ribassista determinatasi non potrà svoltare al rialzo.
Ecco che allora il sistema culturale deve tornare a radicarsi sul vero e non sul comodo. A questo proposito la corretta utilizzazione dei mass media, ed il coraggio della politica di dire il vero, sono nodali.
Il sistema politico deve tornare ad essere repubblicano e non oligarchico, strumento per il bene comune e non per la soddisfazione dellinteresse di chi finanzia le campagne elettorali. Dunque il vero sovrano deve tornare ad essere il bene del Popolo e non i potenti amici che sostengono la propria carriera politica.
Il sistema economico deve tornare ad essere strumento di emancipazione generalizzata degli uomini dal fare bassamente specializzato ed espressione delle più alte capacità cognitivo-creative che solo luomo è in grado di manifestare nelluniverso.
In merito a questultimo punto, tale obiettivo può essere raggiunto aumentando la capacità produttiva procapite e per chilometro quadrato, grazie allo sviluppo tecnologico-scientifico, sia nel settore dei generi alimentari che di altro consumo (strumentali e di consumo). Per raggiungere un obiettivo di questo genere non ci si può affidare, alla Sarkozy, alla maturità ed al senso di responsabilità di chi può investire, piuttosto ci si deve rimettere allo Stato sovrano che altro non è se non il principale strumento di uomini tra loro coalizzati per migliorare le proprie condizioni economiche e morali. Col ritorno al credito pubblico da destinare ad una costante infrastrutturazione tecnologicamente sempre più avanzata, disponibile a tutti, e alla ricerca tecnologico-scientifica, si hanno tutti gli strumenti per riscoprire ciò che già nel dopoguerra anche in Italia si fece, migliorando le condizioni di vita della maggioranza dei cittadini.
Il nemico da combattere è il liberismo-monetarista; il modello a cui rifarsi è Franklin Delano Roosevelt e lodierna applicazione che ne dà il leader americano Lyndon LaRouche. Non è dunque un problema di destra o sinistra, ma di politiche filo-oligarchiche e di politiche repubblicane. I germi del liberismo (o mercatismo, per dirla con Tremonti) e del monetarismo sono presenti in entrambi gli schieramenti dellarco parlamentare, così come in entrambi gli schieramenti sono presenti gli anticorpi per la svolta. Grazie a LaRouche ed al Movimento internazionale per i diritti civili Solidarietà qui in Italia, le radici per questa svolta sono seminate e passano per il dialogo avviatosi tra il sottosegretario Gianni (Rifondazione comunista), il sottosegretario Lettieri (Margherita) e lon. Tremonti (Forza Italia).
Claudio Giudici
[1] In realtà, uno degli esponenti primari del centro-destra, lex ministro Giulio Tremonti, aveva provato a muoversi allinterno delle maglie del monetarismo impostoci dalla normativa comunitaria. Gli espedienti erano stati vari, ma catalogati sotto la definizione sprezzante di finanza creativa. In effetti la forma delle iniziative prese dallon. Tremonti poteva anche essere nominata come creativa, ma, se si riesce a comprendere la effettiva e nefasta portata del monetarismo e del liberismo, la direzione sostanziale che con quelle si andava a prendere era sicuramente anti-oligarchica e filo-repubblicana.
[2] Uso non a caso la dizione ex nihilo in quanto utilizzata dal premio Nobel per leconomia Maurice Allais riferendosi allattuale sistema monetario internazionale come fondato, formalmente dal 15 agosto 1971, sullemissione arbitraria e dal niente di denaro da parte di quei consorzi di banche private che sono le banche centrali. I salvataggi degli istituti di credito operati nei giorni scorsi con limperversare dei fallimenti e dei crolli di borsa detonati dalla crisi dei mutui sub-prime, è tutta lì a dimostrare laffermazione di Allais.
Movimento Internazionale per i diritti civili Solidarietà
Movimento Internazionale per i diritti civili Solidarietà