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 Tunnel canale di Sicilia

 

Il progetto del canale Sicilia-Tunisia

Pubblichiamo l'intervento dell'economista Antonino Galloni alla conferenza internazionale di Kiedrich "Il Ponte Eurasiatico diventa realtà", 15-16 settembre 2007.

L'ENEA e la Regione Sicilia hanno recentemente presentato un progetto di fattibilità riguardante la costruzione di un tunnel sotterraneo tra la cittadina di Pizzolato (provincia di Trapani in Sicilia) e Capo Bon nella Tunisia Nord-orientale, di 147 Km quasi tutti anche sottomarini; le attuali tecnologie sono arrivate a garantire risultati certi per tratte sottomarino-sotterranee fino a 60 Km, sicchè - nel caso in specie - i ricercatori hanno suggerito la formazione di 4 isole di passaggio che saranno costruite col ricavato dello scavo stesso; in tal modo, fra l'altro, economizzando il costo dello smaltimento dei detriti. D'altra parte, le 4 isole rappresenteranno un attivo finanziario dell'operazione perché potranno venir utilizzate per il ripopolamento della fauna marina locale e la pesca selettiva nonché per il turismo di qualità.
Il progetto acquista maggior valore se viene meglio inserito nella rete delle infrastrutture planetarie che vanno dallo stretto di Bering (che collega le Americhe all'Asia e, quindi, all'Europa) al Mediterraneo e all'Africa; infrastrutture comprendenti anche il ponte sullo stretto di Messina ed il tunnel di Gibilterra tra Spagna e Marocco (circa 37,8 Km). In tal modo si avrebbe una circolazione di mezzi, merci e passeggeri ininterrotta lungo la costa mediterranea che passa per l'Italia, la Francia, la Spagna, il Marocco, l'Algeria, la Libia, la Tunisia e, ovviamente, tutti i Paesi confinanti.
Il progetto finanziario che segue parte dalla stima di costo dei ricercatori dell'ENEA, 20 miliardi di euro, e propone di reperire tale somma mediante la prevendita dei biglietti ovvero dei pedaggi che, al momento dell'ultimazione del progetto, potranno essere rivenduti, utilizzati o trasformati in azioni della società governativa o mista che gestisce/detiene l'opera. Secondo gli stessi ricercatori, proprio la presenza delle 4 isole consentirà di ridurre i tempi di ultimazione anche al di sotto dei previsti dieci anni perché ciascuna tratta potrà esser ridotta a soli 30 Km.
Ogni “azione” ovvero ciascun biglietto/pedaggio viene emesso al prezzo di 100 euro (dovrebbe raddoppiare in dieci anni) e riguarda l'equivalente di un camion di media stazza. Considerando un transito di uno di essi ogni 5 secondi, in un senso e nell'altro, per 20 ore al giorno, si arriva a 20 miliardi di euro che saranno ammortizzati in 40 anni a valori costanti, ma nella metà del tempo indicato, se i valori - o prezzi - dei pedaggi raddoppiano ogni dieci anni; di cui i primi coincideranno con il completamento dell'opera ed i secondi con gli iniziali 10 anni di attività.
Il progetto appare, quindi, sostenibile e i governi possono chiedere denaro ai privati ovvero emettere moneta che non creerà inflazione proprio perché comincerà a dare un reddito dieci anni dopo (pertanto si potrebbe anche scegliere la via di consolidare mezzi finanziari speculativi a breve/medio termine oggi in circolazione e a forte rischio insolvenza per spalmarli, invece, su un progetto reale e redditivo a lungo termine.
Gli Stati o i governi potranno detenere i pacchetti di controllo e reperire fondi attraverso le varie modalità sopra descritte non dimenticando che una congrua porzione di reddito deriverà dalla gestione delle isole per pesca e turismo, attività, comunque, per le quali esiste già - sia dal lato siciliano, sia da quello tunisino - un'antica e radicata vocazione.


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