Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

 

 

MoviSol a Bologna: come vaccinare le repubbliche contro l’impero

22 ottobre 2007 (MoviSol) - Con due giornate di azione politica per le strade del centro e della zona universitaria di Bologna, la nostra associazione ha organizzato un incontro di consolidamento della propria presenza, e di approfondimento delle questioni più urgenti, nei riguardi del crac del sistema finanziario globale.

La sera del 16 ottobre scorso, infatti, alla presenza di sette membri e simpatizzanti (provenienti anche da Firenze e Milano), e di quattro nuovi interlocutori, è stata proiettata un’ampia porzione dell’ultima conferenza via Internet di Lyndon LaRouche, tenutasi a Washington il mercoledì precedente.

Coloro che ne sono già stati spettatori, lo sanno: i temi toccati in quella occasione, sono così riassumibili.

1. Molti si chiedono perché, con il suo disegno di legge dell’agosto scorso, oltre a salvare i proprietari di case minacciati di pignoramento, LaRouche proponga di salvare le banche, le quali – dopotutto – sono corresponsabili della crisi dei mutui. La risposta è semplice, ma tipica di chi ha coraggio e sa “navigare sui flutti”: come fareste a gestire una nazione in tempi di crisi, senza un sistema bancario di credito diffuso? La vera questione è come riprendere il controllo delle banche e farle lavorare in favore del Bene Comune, ovvero negli investimenti nell’economia reale e produttiva.

2. La forma di governo incarnata dagli Stati Uniti è peculiare e unica, sul piano storico. Il tentativo di espandere la Rivoluzione Americana sugli altri continenti fallì, o, se preferite, non è ancora giunto a termine. In Europa vige ancora il sistema oligarchico: i sistemi parlamentari europei sono intrinsecamente impotenti, perché ad essi si lascia la libertà di “parlamentare”, ma non di legiferare su questioni sgradite a quei poteri che, minacciati, si dimostrano sempre in gradi di organizzare una “crisi di governo” o uno “scioglimento delle camere”. Con questo, non si vorrebbe in Europa la soppressione delle prerogative dell’istituzione parlamentare, per dare più potere – come è già accaduto – a chi pensa ad uno Stato corporativo, o addirittura dittatoriale; si lamenta piuttosto la scarsa garanzia che i poteri costituzionali conferiti ai poteri legislativo ed esecutivo siano effettivamente sfruttati per promuovere il Bene Comune.

3. Essenzialmente, questa differenza si manifesta a livello economico nella differenza tra il sistema di credito pubblico previsto dalla Costituzione della Repubblica Americana e le tante versioni di “sistema monetario” tipiche degli imperi (in ultimo quello britannico). Un’azione efficace sulle condizioni economiche del pianeta, non può prescindere da questo problema.

4. L’influenza di gente come Cheney, Shultz e Rohatyn ha consolidato una situazione in cui il continuo degrado delle infrastrutture e dei livelli di vita (cioè dei diritti civili) e l’espansione della guerra in altri Paesi sembrano cosa inevitabili. Il motivo è precisamente la paura di queste persone, così come i tedeschi ebbero paura di Goering, Hitler, ecc. soprattutto dopo l’incendio del Parlamento di Berlino.

Nel dibattito provocato dalle molte affermazioni perentorie di Lyndon LaRouche, uno studente di economia e alcuni membri dell’associazione hanno ingaggiato una proficua dialettica sui metodi e gli scopi che differenziano l’approccio di Lyndon LaRouche dalle teorie “di mercato”, monetariste, o semplicemente “da contabili”, generalmente insegnate all’università.

Ecco alcuni punti discussi:

1)  Il Sistema Americano di Economia Politica è pressoché bandito dai libri di testo, eppure in esso è il segreto di una ripresa, dapprima dell’economia americana, poi dell’economia mondiale.

Mentre la nostra Costituzione, nell’articolo 47, prevede: “La Repubblica [Italiana] incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito. Favorisce l'accesso del risparmio popolare alla proprietà dell'abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese.”, nella Costituzione Americana (art. I, sez. 8), troviamo un riferimento più esplicitamente repubblicano al credito: “Il Congresso avrà il potere […] di pagare i debiti [pubblici] e di provvedere alla difesa comune e al benessere generale degli Stati Uniti; […] di contrarre prestiti per conto degli Stati Uniti; di fissare le norme generali […] in materia di fallimento negli Stati Uniti; di battere moneta, di stabilire il valore della moneta stessa e di quelle straniere […]”.

Sebbene entrambe siano pensate per promuovere il bene comune dei rispettivi popoli, la nostra costituzione non entra a sufficienza nel merito, richiedendo un’interpretazione “americana” certamente possibile, ma fortemente dipendente dalla cultura di chi è oggi chiamato a incarnarla nell’azione di governo.

2) Il mercato non è cosa autosufficiente; esso non può essere visto come il contesto esaustivo in cui nascono, per così dire alla cieca, le azioni che portano ad un salto tecnologico, come quello richiesto per uscire dalla crisi economica mondiale. Sono invece i salti tecnologici che possono creare altri mercati, visti come i “raccoglitori” delle nuove specie di attività produttiva umana. I salti tecnologici sono, in ultima analisi, il comprovato aumento della capacità umana di dominare la natura, e di estrarre da essa sempre crescenti quantità di energia e a crescenti livelli di densità di flusso energetico.

Secondo l’interpretazione che più naturalmente discende dall’impostazione liberoscambista, la spinta che certi gruppi industriali, come l’ENEL, oggi esercitano affinché l’Italia ritorni al nucleare è sintomatica di un mero desiderio da parte di questi di competere sui mercati dell’energia. Le motivazioni ambientali sarebbero un pretesto. Questo è certo, ma noi diciamo, scherzosamente: si lasci che essi “giochino ai balocchi”, poiché l’importante è che vi sia qualcosa con cui giocare. Senza un accresciuto ricavo energetico dai processi naturali, l’umanità sarebbe ulteriormente condannata.

3) Spostando la nostra attenzione dalla apparentemente blanda contrapposizione tra liberoscambio e controllo statale, possiamo individuare un senso del nostro agire politico nella storica battaglia repubblicana contro gli imperi. Gli Stati Uniti, indugiando da troppi decenni nell’associazione con lo storico nemico britannico, in un’impresa imperiale che li snatura come istituzione, stanno rischiando di scomparire: è precisamente questa la più grave minaccia alla pace mondiale, e alla civiltà umana, poiché essi rappresentano l’unico esperimento riuscito, negli ultimi 2500 anni, di completo affrancamento di una repubblica da un sistema politico e monetario di stampo oligarchico. E’ questo il motivo di tanta enfasi sulle vicende degli Stati Uniti, da parte di un’associazione “italiana”.

Il fatto che nel 2007 LaRouche sia stato ben tre volte in Italia, per parlare con politici e rappresentanti parlamentari, significa che – al di là degli scandalucci tanto sfruttati dalla stampa – c’è un potenziale inesplorato per agire efficacemente. (vedi febbraio, giugno e settembre)

Associatevi a noi, per sviluppare un movimento che, senza tanti fronzoli e tentennamenti, incida sulle istituzioni chiave del nostro Paese!


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