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Un cavallo di troia britannico chiamato MLEC

22 ottobre 2007 – Nel tentativo di alleviare le conseguenze della crisi dei mutui subprime, il segretario al Tesoro USA Henry Paulson si è fatto promotore di un superfondo denominato “Master Liquidity Enhancement Conduit”, in sigla MLEC. Ma nella sostanza, spiega l'economista americano Lyndon LaRouche, un fondo del genere non può far altro che devastare ancora di più il sistema bancario USA. Si tratta di un espediente mirante semplicemente ad alimentare l'iperinflazione, minando definitivamente quel poco di solvibilità che rimane agli Stati Uniti. Paulson certamente è uno che la sa lunga e sa che lo schema non funziona, ha aggiunto LaRouche, ma è sotto pressione da parte di una Casa Bianca che gli inglesi evidentemente hanno messo nel sacco.
Il "superconduit" MLEC è stato messo a punto da Goldman Sachs e ne hanno dato il preannuncio il 15 ottobre Citigroup, Bank of America ed altre grandi banche statunitensi. Ufficialmente dovrebbe essere varato a fine ottobre e disporre fino a 100 miliardi di dollari da spendere negli interventi di emergenza sul mercato e impedire così le svendite a raffica di titoli di chi rischia il fallimento. A chi piazzare poi la spazzatura cartolarizzata? Almeno un esperto del settore è stato esplicito: l'unico posto da cui può provenire il denaro è la Federal Reserve, è un colossale piano di salvataggio iperinflativo.
Intanto una quindicina di esperti delle grandi banche USA riferiscono aspetti particolari del progetto la cui parternità è stata attribuita a Robert Steel, vecchio collega di Paulson a Goldman Sachs. Steel avrebbe fatto un giro di telefonate alle trenta principali banche del paese per sondare la disponibilità a stare al gioco. Il vice Segretario al Tesoro USA Robert Kimmit, che la settimana scorsa ha visitato l'Europa, ha cercato di convincere i banchieri del vecchio continente sulla bontà del nuovo fondo, ma avrebbe incontrato molto scetticismo e qualche secco rifiuto.
La follia che ispira il piano era stata anticipatamente denunciata da LaRouche nella webcast del 10 ottobre. Rispondendo ad una domanda sul ruolo di Goldman Sachs sulla “gestione della crisi della bolla”, rivoltagli da un membro della facoltà di economia dell'Università di Wuerzburg, LaRouche ha risposto: “Si tratta di una cospirazione nella follia, come quel tizio che dice 'prendo io il controllo della nave!'. E come? 'Apro una falla sul fondo e annego tutti quelli che sono a bordo'”.
LaRouche ha inoltre spiegato che “chiunque si accosta ad accordi del genere finisce in pasto ai caimani. E le isole Cayman sono roba inglese. Qui ognuno è messo a giro, è il Great Game. Si guardi alla storia dell'impero britannico per capire come funziona questa grande partita. Non è una semplice partitella lineare”. Occorre capire la mentalità imperiale britannica: “Non è che loro si schierano da una parte, una squadra ben definita contro un'altra ... Non giocano così. Il metodo britannico è tradire l'alleato, scavargli la fossa; gli inglesi ricercano le alleanze proprio con questa mira. Questo è ciò a cui ora assistiamo, la Banca d'Inghilterra è al centro di questa grande truffa organizzata attorno alla Northern Rock. Si tratta di una truffa colossale”.
Il 15 ottobre LaRouche è tornato a denunciare la Goldman Sachs affermando: “Dobbiamo denunciare con ogni mezzo il fatto che il salvataggio proposto da Goldman Sachs è una grande idiozia da parte degli esponenti di questa banca, tra gli altri. E' un atto testamentario 'living will', in cui gli USA dispongono l'autodistruzione del dollaro e dell'economia USA a favore dell'Impero Britannico. E' una riedizione di ciò che i britannici fecero alla Germania, attraverso i meccanismi iperinflativi che portarono al tracollo del marco nella Repubblica di Weimar, nel 1923, un tracollo oggi orchestrato attraverso lo stesso tipo di meccanismi iperinflativi, con emissioni pilotate dai privati, come quelli che già condussero alla catastrofe Enron. Questo tracollo arriverà presto, se non è fermato immediatamente!”


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