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Fari puntati su Londra: Litvinenko era un agente del MI6

8 novembre 2007 – Alexander Litvinenko, morto per una dose di polonio che avrebbe ingurgitato lo scorso novembre a Londra, era un agente sul libro paga dei servizi segreti britannici MI6. Lo riferisce il quotidiano londinese Daily Mail, che cita fonti diplomatiche anonime secondo le quali l'ex agente del KGB riceveva un assegno mensile di 4000 dollari dallo spionaggio di Sua Maestà. “Si capisce che sir John Scarlett, adesso al vertice del MI6 e in passato di base a Mosca, si occupò di reclutarlo ai Servizi Segreti”.
Lo scorso maggio Andrei Lugovoi, sul quale gli inglesi scaricarono ufficialmente le responsabilità di quel decesso, disse che lo stesso Litvinenko gli aveva confidato di lavorare per i servizi inglesi. “Non posso far a meno di pensare che Litvineko fosse un agente che stava sfuggendo al loro controllo e che se ne siano sbarazzati”, disse allora Lugovoi. Oggi dichiara che i suoi timori sono confermati. Lugovoi si trovava a Londra in compagnia di Dmitri Kovtun, l'anno scorso, per incontrare Litvinenko.
Lo scorso 1 novembre i due hanno tenuto una conferenza stampa a Mosca, nell'anniversario dell'avvelenamento, e Kovtun ha spiegato di ritenere che Litvinenko fosse attivo nel mercato nero del nucleare mentre era sul libro paga del MI6. Il Times riferisce che Kovtun, che è apparso notevolmente invecchiato nel corso di quest'anno, ha detto che “è molto plausibile che la morte di Litvinenko sia solo dovuta ad un incidente, e che i servizi britannici MI6 si siano venuti a trovare in una situazione ridicola”.
Lugovoi ha fatto notare che sull'aereo con il quale egli stesso e Kovtun giunsero in Inghilterra non furono rilevate tracce di polonio, mentre qualche traccia è stata rilevata nell'ufficio in cui avvenne il loro incontro e sui loro posti nel volo di rientro a Mosca. Questo a conferma della tesi che la sostanza radioattiva stava in Inghilterra e non veniva dalla Russia, come sostiene invece Scotland Yard. Altre tracce sono state accertate in una sim card che Litvinenko ha consegnato a Lugovoi. “C'è stata sempre la presenza invisibile dell'MI6 in tutta questa vicenda e questi servizi faranno del tutto per pilotare le indagini. Possono fare i salti mortali strillando che il sistema giudiziario britannico è il migliore del mondo, ma quando c'è di mezzo un ente spionistico britannico non si può parlare di obiettività e di giustizia”.
Com'è noto, il caso fu allora usato come pretesto per una campagna di provocazioni contro la Russia, mirante a rovinare l'immagine personale di Putin.
Le rivelazioni si inquadrano perfettamente sulla scia di una intervista, intitolata “La minaccia viene da Londra” che Lyndon LaRouche aveva rilasciato all'inizio di ottobre alla rivista russa su internet RPMonitor e che è stata ripresa almeno da 15 blog.


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