Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

 

 

Liliana Gorini e Lyndon LaRouche


Emergenza monnezza a Napoli:
la soluzione sta nell'alta tecnologia

di Liliana Gorini
presidente del Movimento Solidarietà

11 gennaio 2008 – Essendo napoletana, mi sembra doveroso pronunciarmi sullo spettacolo indecoroso offerto al mondo dalla “emergenza monnezza” a Napoli. La soluzione è sotto gli occhi di tutti: sono i termovalorizzatori e l'alta tecnologia, utilizzati con successo in tutta Europa, in attesa che venga sviluppata la torcia a fusione, nei casi di pattume troppo “misto”, per ridurre tutti i rifiuti in ceneri quasi atomizzate, e procedere al riciclo industriale. Ma benché non manchino le soluzioni tecnologiche, sembra che partiti e società civile fingano di non vederle, presi come sono da polemiche e rivolte. E chi ne trae vantaggio è la camorra, che controlla il “business” multimiliardario delle discariche e dei rifiuti tossici , nonché le forze oligarchiche che fanno leva sugli ultras (di destra e di sinistra) e sul secessionismo leghista per scatenare il caos. Nel momento in cui il sistema monetario internazionale crolla, con le principali banche mondiali che annunciano perdite per decine di miliardi di dollari, urge più che mai una politica economica basata sugli investimenti diretti verso l'economia reale. Le forze oligarchiche che hanno promosso il libero mercato come strumento per rendere impotenti le istituzioni dello stato nazionale cercano ogni modo di bloccare una svolta politica di questo tipo, che significherebbe lavorare a favore del bene comune, piuttosto che la loro visione bucolica e feudale del mondo. Quindi da una parte sponsorizzano i movimenti localisti e ecologisti, che si oppongono ad ogni soluzione razionale ai problemi (in questo caso in termovalorizzatori, ma anche i no-TAV stanno ancora bloccando i collegamenti infrastrutturali con il resto dell'Europa); dall'altra mirano a creare il caos.
Non ci sono argomenti razionali per opporsi al termovalorizzatore, che rispetto al normale inceneritore aggiunge anche il beneficio di ricavare energia dai rifiuti. Prendiamo ad esempio il termovalorizzatore di Brescia, il più grande in Europa, tre volte quello di Vienna, premiato come migliore al mondo: un impianto che, stando ai dati forniti dall'ASM, nel 2007 ha bruciato 803mila tonnellate di rifiuti e biomasse generando 570 milioni di chilowattora di elettricità e 527 milioni di chilowattora di calore. E' stato premiato per questo nel 2006 come migliore al mondo dal Consiglio per la ricerca e la tecnologia della Termovalorizzazione dell'Health Center della Columbia University di New York, davanti a quelli di Malmoe, Amsterdam, Londra e Vienna.
L'argomento secondo cui ridurrebbe la raccolta differenziata, utilizzato a Milano per opporsi a un termovalorizzatore in zona Ripamonti/Opera, è assurdo: la raccolta differenziata ha senso se i rifiuti vengono smaltiti nelle discariche, ma non se vengono bruciati (privandoli solo di vetro, plastica e metallo). Il timore che producano diossina è irrazionale: la diossina viene prodotta semmai dagli incendi a cielo aperto di sacchetti di spazzatura a Napoli, magari a pochi metri da una stazione di rifornimento, mettendo a repentaglio non solo la salute, ma anche la vita dei napoletani. Come confermano gli esperti, i 4 inceneritori del Lazio inquinano meno di 5 automobili, e si inala più diossina a fumare una sigaretta in centro. Francoforte, Zurigo, Vienna, Londra e Parigi hanno, in piena città, inceneritori da 1500 tonnellate al giorno di capacità.
Nell'ambito delle misure di emergenza annunciate questa settimana, il governo Prodi ha annunciato “il completamento dei tre termovalorizzatori di Acerra, Santa Maria La Fossa e Salerno”, un primo passo verso l'autosufficienza. L'alternativa, spedire i rifiuti in Germania o in Sardegna come sta accadendo, è molto più onerosa e costosa, e non costituisce una soluzione a lungo termine. La tecnologia avanzata è l'unico sistema per porre fine a dieci anni di cattiva gestione e privare la camorra del controllo della situazione. Ci auguriamo dunque che il governo, la Regione Campania, e il commissario straordinario De Gennaro procedano in questo senso, e che Napoli torni ad essere la capitale della “scuola di Napoli” nella musica e nell'economia (non liberista) invece che la capitale della monnezza.


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