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Germania: le grinfie di Maastricht sulla Costituzione tedesca

21 gennaio 2008 – Helga Zepp-LaRouche, presidente del partito BueSo, il Movimento Solidarietà in Germania, ha diffuso il 18 gennaio una dichiarazione che prende spunto dalla fuga di notizie, sulla stampa, di un vertice politico svoltosi a Berlino il 16 gennaio, in cui il governo e i partner della Coalizione avrebbero concordato di emendare la Costituzione Tedesca per adeguarla alle regole del Patto di Stabilità dell'Unione Europea (le famigerate regole di Maastricht). Nella dichiarazione, Helga Zepp-LaRouche denuncia questa “camicia di forza politica”, che rappresenta “una ulteriore abdicazione dei poteri politici che fa seguito alla rinuncia alla sovranità monetaria. In effetti, il Patto di Stabilità proibisce espressamente ai governi di mettere a disposizione il credito statale necessario a stimolare la produzione in periodi di crisi. Pertanto esso vieta espressamente di risolvere la crisi economica e finanziaria rifacendosi all'esperienza del New Deal di Roosevelt e alle contemporanee esperienze tedesche del Piano Lautenbach e del Piano WTB (Woitinsky, Tarnow, e Bade) che i sindacati avevano messo a punto negli anni Trenta”.
“Di fronte all'aggravarsi della crisi sistemica degli ultimi sei mesi, l'acuta crisi bancaria tedesca, la crisi del sistema finanziario e la minaccia diretta ai sistemi sociali che essa comporta, un simile 'trasferimento' dei poteri costituzionali è l'errore più grave e più stupido che si possa concepire. Come sottolineò correttamente Wilhelm Lautenbach nel 1931, in una depressione, a cui si aggiunge una crisi finanziaria e monetaria mondiale, i tagli al bilancio sono la cosa più assurda in senso assoluto, perché mettono in moto un collasso a spirale che non troverà più il fondo”.
“La questione costituzionale sollevata dunque da questo 'trasferimento' sta nel fatto che la logica del Patto di Stabilità rappresenta una minaccia diretta all'Articolo 20 della Costituzione, laddove afferma che «la Repubblica Federale di Germania è uno stato federale democratico e sociale». Infatti, l'applicazione dei criteri del Patto di Stabilità esige che in caso di crisi la Germania non si comporti più come uno stato sociale. Invece si legittimerebbero gli strumenti che occorrono per ridurre drasticamente i livelli di vita della popolazione. Ed è proprio questo il concetto con cui l'oligarchia finanziaria internazionale intende affrontare la crisi: con l'austerità nella tradizione di Hjalmar Schacht”.
Il Paragrafo 4 di questo stesso Articolo 20 afferma che “tutti i tedeschi hanno il diritto di resistere contro chiunque tenti di eliminare questo sistema qualora non vi siano altri rimedi”, e fornisce così le basi per la resistenza ai piani della coalizione governativa, compreso il ricorso alla Corte Costituzionale. Nella dichiarazione si sottolinea l'inazione della Cancelliere Angela Merkel di fronte allo sfascio finanziario degli ultimi sei mesi, cosa coerente con i commenti da lei rilasciati al ricevimento della Bundesbank dello scorso capodanno, quando sostenne che con lei non si sarebbe verificata nessuna “orgia di ri-regolamentazione degli hedge funds”. Per questo motivo non furono posti dei limiti ai mega-speculatori, mentre 200 comuni tedeschi, sedotti dalle avventure speculative, sono finiti sull'orlo del tracollo finanziario.
Una politica di austerità feroce come quella che Schacht impose grazie al regime di Hitler è la sostanza di ciò che si ripromettono gli emendatori della Costituzione, ma mentre “negli anni Trenta la gente non sapeva che respingere i piani di sviluppo di Lautenbach, Woitinsky, Tarnow e Bade avrebbe scatenato il fenomeno Hitler, oggi non si può pretendere di non sapere questo fatto” sostiene Helga Zepp-LaRouche, facendo appello a ripudiare il Trattato di Maastricht a motivo della sua incostituzionalità.


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