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La manovra per portare Bloomberg al potere e per affossare la Clinton

4 febbraio 2008 – A prescindere dai risultati elettorali delle primarie del 5 febbraio, il “super-Tuesday”, gli interessi filobritannici che fanno capo a Felix Rohatyn e a George Shultz si ripromettono di portare alla Casa Bianca, nel gennaio 2009, un uomo capace di imporre un regime di austerità come quello che l'economista-banchiere di Hitler, Hjalmar Schacht, impose in Germania. Il loro candidato “in pectore” per la presidenza è il miliardario sindaco di New York Michael Bloomberg, considerato “al di sopra delle parti”, laddove per parti si intende partiti. Si è già costituita una strana coalizione di forze impegnate a cucire addosso a Bloomberg il vestito del “candidato indipendente”, a cui aderiscono il sen. Edward Kennedy, il gov. Schwarzenegger (coniugato con una nipote di Kennedy), il sen. Joe Lieberman e Leonora Fulani, “gruppettara” di New York.
A spingere i poteri finanziari in quest'avventura disperata è l'inarrestabile crollo del sistema finanziario. Essi sanno che LaRouche ha ragione quando afferma che si tratta di una crisi tanto grave come il crollo dei banchieri lombardi nel XIV secolo, a cui fece seguito la Grande Peste. Date tali circostanze, questi poteri forti cercano disperatamente di impedire il formarsi di una “coalizione rooseveltiana” capace di insediarsi alla Casa Bianca a gennaio, perché così tramonterebbero i sogni di erigere un impero mondiale sulle ceneri degli stati nazionali, soprattutto quelle degli USA.
A prima vista, sembra che Bloomberg non abbia molte prospettive di diventare presidente, se i candidati attuali restano in lizza. Per questo c'è da attendersi tutta una serie di sporchi trucchi per eliminare i “candidati tradizionali”, a cominciare dalla senatrice Hillary Clinton, che ha fatto espressamente appello all'eredità di Franklin D. Roosevelt riecheggiandone la campagna a favore del “forgotten man”. Travolti i candidati maggiori dei due schieramenti, il copione prevede che Bloomberg emerga come “il cavaliere bianco” che salva la situazione.
Secondo LaRouche occorre tener presente tre fattori a questo riguardo. Primo, dato il disastro provocato da Bush e Cheney, è impossibile che un candidato repubblicano, compreso l'attempato e poco pimpante John McCain, riesca a dominare le elezioni del 2008. Secondo, per il sen. Barack Obama ci sono poche possibilità, soprattutto alla luce dello scandalo che lo lambisce (vedi oltre). Farà sicuramente specie che la sua candidatura è in parte sostenuta da alcuni di quegli stessi elementi che stanno puntando sull'opzione Bloomberg, come il sen. Ted Kennedy. Che Obama se ne renda conto o meno, costoro contano di usarlo per silurare la Clinton, e poi di sbarazzarsi di lui, come hanno già fatto con l'ex sindaco di New York Rudy Giuliani, seppellendolo sotto una montagna di scandali.
Per questo LaRouche è convinto che i poteri forti “anglo-olandesi” ricorreranno ad ogni mezzo per distruggere la candidatura di Hillary Clinton.

Le credenziali britanniche di Bloomberg

Invitato a parlare al partito conservatore britannico a Blackpool il 30 settembre 2007, Michael Bloomberg ad un certo punto ha introdotto il governatore della California Arnold Schwarzenegger, collegatosi via satellite. Rivolgendosi al pubblico inglese, il sindaco di New York ha detto: “Abbiamo in comune una lingua. Scusateci se la storpiamo. Abbiamo in comune una storia. Perdonateci il 1776 e noi vi perdoneremo il 1812”, ovvero la Rivoluzione Americana e il tentativo degli inglesi di riprendersi le colonie manu-militari con la guerra del 1812-1815. Bloomberg ha aggiunto di aver casa ed uffici in Inghilterra e che le sue due figlie hanno passaporto britannico.
Il 25 gennaio LaRouche ha sentenziato: “Bloomberg è affiliato ad una potenza straniera che da tempo è nostro avversario e si è dichiarato un fedele sostenitore di quell'avversario. I suoi soldi - 11 miliardi - non sono onesti guadagni, ma ce li ha rubati. Ha rovinato l'istruzione a New York, dove i nostri insegnanti protestano contro la privatizzazione delle scuole, scuole che egli ha esentato dal dovere di rendiconto e di revisione. E' una tendenza fascista che va estirpata”. La riforma scolastica di New York, per cui i poteri decisionali sui programmi e sui fondi sono stati concentrati nel Department of Education, e la crescente privatizzazione della scuola rappresentano una politica ripresa pari pari dalla fallimentare riforma scolastica di Blair in Inghilterra, al punto che per effettuarla Bloomberg si è avvalso del consiglio di sir Michael Barber, l'autore della “riforma” inglese.
Battono l'Union Jack anche i grandi sostenitori di Bloomberg: in prima fila il magnate britannico dei media sir Rupert Murdoch, padrone del Times di Londra e del New York Post, insieme a Lally Weymouth, erede dell'impero del Washington Post, che comprende la rivista Newsweek. Un altro grande elettore è il banchiere Felix Rohatyn, famoso per aver impiantato il regime di Augusto Pinochet in Cile.

Le bugie di Obama “spianano la strada a Bloomberg”

La bugia che Obama ha detto nel dibattito elettorale nella Carolina del Sud si ripercuoterà contro di lui, e probabilmente sarà usata per stroncare la sua candidatura, sostiene LaRouche. In quel dibattito Obama ha preteso di minimizzare i suoi rapporti con Antoin 'Tony' Rezko, imprenditore immobiliare recentemente incriminato, tanto da arrivare a dire: “lavorai appena cinque ore” con Rezko. Anche i grandi mezzi d'informazione hanno notato che si trattava di una solenne menzogna, considerati i copiosi sostegni finanziari che Obama ha ricevuto da Rezko.
Secondo la CNN, Rezko subirà due processi per estorsione, riciclaggio e truffa. Il “primo contributo elettorale significativo” di Obama proveniva proprio da Rezko, il quale in seguito donò “denaro di dubbia provenienza, in parte illecito, in parte discutibile”.
Nel 1993 Obama fu assunto da Allison S. Davis nello studio legale che per anni ha rappresentato Rezko, mentre questi raccoglieva i fondi elettorali per diverse campagna di Obama. Davis poi diventò socio negli affari immobiliari di Rezko, e specialmente nei progetti di ristrutturazione dei bassifondi urbani, che allora godevano del sostegno politico del sen. Obama. In uno di questi affari, dopo aver lasciato lo studio legale, il senatore Obama ha sottoscritto lettere alle autorità competenti in materia di edilizia per sostenere un grande progetto di Tony Rezko e Allison S. Davis, che è costato ai contribuenti al fisco 14 milioni di dollari, di cui 855 mila sono finiti nelle tasche dei soci come parcelle.
Antoin Rezko è stato nuovamente arrestato nella sua abitazione di Chicago, perché avrebbe infranto le regole dopo il precedente rilascio su cauzione, avvenuto nel 2006. Il processo è previsto per la fine di febbraio.
LaRouche ha scritto: “Obama ha detto una menzogna che potrebbe risultargli fatale. Ha dichiarato che i suoi rapporti con Rezko erano quasi nulli, mentre invece Rezko è un personaggio fondamentale, e adesso finisce in galera”. “Obama viene scaricato”, ha continuato LaRouche “dagli stessi che lo hanno pompato. Per questo il caso di Rezko viene alla ribalta proprio adesso. Ciò significa che Obama rischia di essere additato come il bugiardo dell'anno ... ed è così che si sbarazzano di lui, come hanno fatto con Giuliani. E' tutto in funzione di 'spianare la strada a Bloomberg', e questo dovrebbe essere il titolo del copione”.


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