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Gli inglesi e la nuova guerra dell'oppio

11 febbraio 2008 – Nel bel mezzo del caos provocato in Afghanistan sembra che gli inglesi siano impegnati a rovesciare il governo in carica allevando una schiera di taleban fedeli alla Corona Britannica. All'inizio di febbraio l'Independent riferiva che i 7700 militari inglesi dispiegati nella provincia di Helmand, nel Sud del paese dove si coltiva l'oppio, hanno creato un campo di addestramento per 2000 militanti afghani (in occidente solitamente chiamati 'taleban') con lo scopo dichiarato di “infiltrare” le file del nemico ed “ottenere informazioni” sulle armi di cui dispongono i taleban veri e propri. Questo esercizio di politica coloniale britannica è stato poi interrotto, temporaneamente, quando esponenti dell'apparato di sicurezza afghano, addestrati dal KGB, sono venuti in possesso, durante la perquisizione di un festino di diplomatici a dicembre, di una memoria di computer in cui l'intera operazione era descritta “in chiaro”. Sempre a dicembre, dall'Afghanistan sono stati espulsi due agenti dei servizi britannici MI6, accusati di manipolare e/o finanziare i taleban: si tratta di Michael Semple, che ricopriva l'incarico di capo missione dell'UE in Afghanistan e di stretto confidente dell'ambasciatore inglese sir Sherard Cowper-Coles, e Mervin Patterson, terzo funzionario in ordine di importanza dell'ONU nel paese. Il presidente afghano Hamid Karzai ha denunciato gli inglesi per aver intavolato trattative con i taleban senza il consenso del suo governo.
In effetti, agli inglesi non piace molto questo Karzai perché troppo legato a Washington, e per questo allevano i propri taleban, magari pronti ad eliminare Karzai anche con l'assassinio. Nel frattempo si preoccupano di assicurarsi la propria fetta di profitti sulle 8200 tonnellate di oppio prodotto in Helmand, il 53% della produzione totale del paese. E' già successo una volta, alla fine del 18° secolo, che la Compagnia delle Indie risolse il problema del deficit commerciale della madrepatria verso la dinastia Qing in Cina imponendo un monopolio del traffico di oppio nella provincia indiana del Bengala.


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