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Tremonti e la Nuova Bretton Woods

17 marzo 2008 – L’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti continua la sua campagna a favore della nuova Bretton Woods, ribadendo in quasi ogni discorso o intervista un concetto sostanzialmente identico a quello di Lyndon LaRouche. Come i nostri lettori sanno, il dialogo tra Tremonti e LaRouche è avviato da tempo ed è pubblico. Ora Tremonti ha innestato una marcia superiore, e creato una polarizzazione che attraversa tutti gli schieramenti politici. Questa polarizzazione non potrà che fare bene al paese, ed è già emersa come il tema discriminante della campagna elettorale.

L’attacco di Tremonti alla globalizzazione ha trovato critici nel suo stesso partito e sostenitori nello schieramento avversario. Così, mentre i liberisti Brunetta e Martino si smarcavano, allineandosi con gli “illuminati” difensori della globalizzazione Mario Monti, Nicola Rossi, Linda Lanzillotta e Francesco Giavazzi,  Fausto Bertinotti dichiarava a La Repubblica il 17 marzo di preferire un avversario intelligente come Tremonti a “lontani vicini” come Prodi. E un’apertura molto significativa giungeva dall’autore del programma del PD, Enrico Morando, che in una lettera inviata al quotidiano Il Riformista ha spiegato di sentirsi più vicino al libro di Tremonti che non al programma del PdL.

Il 15 marzo, la senatrice Lidia Menapace, figura storica del femminismo italiano, ha rilasciato una dichiarazione all’EIR in cui appoggia la “nuova Bretton Woods promossa negli Stati Uniti dall’economista e leader democratico americano LaRouche” come unica via per non “soccombere a misure di austerità e guerre imposte da nuove forme di dittatura”. La sen. Menapace ha anche proposto un referendum sul trattato di Lisbona, una “minaccia alle conquiste dei lavoratori”. [L'appello della Menapace]

Da parte sua Tremonti si diverte a canzonare i suoi oppositori. Il 16 marzo, a Cernobbio, ha chiesto ironicamente: “Ma Bernanke ha informato Giavazzi?”, riferendosi al salvataggio di Bear Sterns come ennesima, evidente prova del fallimento della globalizzazione.

Questa settimana, Tremonti ha rilanciato la Nuova Bretton Woods in ogni intervista e discorso pubblico. In un’intervista al servizio Italyglobalnation di Adnkronos il 10 marzo, Tremonti aveva sottolineato che nel suo nuovo libro “la proposta forte è quella di una nuova Bretton Woods, cioè a dire un nuovo accordo globale sulle ragioni di cambio e di scambio. Questo è esattamente l’opposto dell’anti globalizzazione, è l’opposto di una catena di errori che porterebbe a una crisi e che io vorrei evitare con strumenti di governo della globalizzazione. Nel 1944 nel New Hampshire i responsabili della politica e dell’economia del mondo si accordano in ordine ad alcuni capitolati che hanno retto per mezzo secolo. Ecco, io questo credo che dobbiamo fare, capire che la crisi non è banale ma è fondamentale, non è congiunturale ma strutturale e gestirla con strumenti di quel tipo''.

Il 15 marzo, al Forum della Confcommercio a Cernobbio, Tremonti ha ribadito: “E’ arrivato il tempo di sostituire il disordine con un nuovo accordo economico e politico globale, quello che serve è una nuova Bretton Woods”. E il 17 marzo, in un’intervista a La Repubblica, ha insistito: “Questa crisi è una crisi con la C maiuscola.. finora non c’è stato panico perché l’intervento pubblico non è venuto dopo i crac ma un momento prima. Se ne può uscire unicamente con una nuova Bretton Woods, riscrivendo le regole dell’ordine mondiale”. Non siamo alla fine del mondo, ma alla “fine del mondo mercatista, la bancarotta degli economisti che hanno legittimato o non hanno capito cosa si stava creando. Templari furibondi che ora urlano sotto le rovine del loro tempio mentale... serve una discontinuità concreta e simbolica: una nuova Bretton Woods. Nel ’44 si fondò un nuovo ordine economico mondiale, è arrivato il tempo per sostituire al disordine globale un nuovo ordine globale, Prima si convoca una Bretton Woods, prima finisce la crisi”.

 

LaRouche su Tremonti

Durante la teleconferenza del 12 marzo è stato chiesto a LaRouche: “Sicuramente lei saprà che l’ex ministro delle finanze italiano Giulio Tremonti ha scritto un libro sulla fine della globalizzazione e sulla necessità di una nuova Bretton Woods. Purtroppo Tremonti è parte di un movimento politico, quello di Berlusconi, di cui fanno parte molti elementi reduci della vecchia P2. Il loro programma contiene inoltre elementi di razzismo, xenofobia, e altre cose deplorevoli. Che si può fare di fronte ad una contraddizione del genere? Proprio trent’anni fa questi ambienti della P2 fecero rapire e assassinare Aldo Moro.”

LaRouche: “Suppongo che Tremonti sia un professionista che sa che cosa sta dicendo, sa che cosa sta proponendo, e ci crede. Si trova però in un paese, l’Italia, in cui da tempo non è possibile avere un governo controllato dagli italiani, perché è controllato da potenze straniere. I fili sono tirati dall’esterno, soprattutto da Londra. E’ stato menzionato il caso Moro. Chi ne ha colpa? Provi a chiedere ad Henry Kissinger, perché di certo ne sa qualcosa. Ma non è stato Kissinger, piuttosto è stata Londra. Il controllo di Londra sull’Italia si è rafforzato ulteriormente da quando lo yacht Britannia, al largo delle coste italiane, caricò un gruppo di persone per impartire una certa linea politica. Allora per capire come stanno le cose in Italia, non basta guardare a questo o quel governo. Si deve guardare al fatto che al paese non piace essere controllato dall’esterno, ma che purtroppo sottosta a tale controllo. Il paese è dominato dagli americani e dagli inglesi da varie località, come Bellagio, dove i Rockefeller hanno il quartier generale per l’Italia. Altre cose del genere si trovano in altre città. Dunque le persone come Tremonti cercano di operare in una struttura sociale che è diventata immorale. In effetti, nel periodo post-sovietico, gli inglesi hanno schiacciato i partiti italiani per ridurli in uno stato tale per cui non sono più in grado di esercitare nessun controllo su sé stessi. Se un governo italiano cerca di fare qualcosa di utile che cosa fanno gli inglesi, con l’assistenza degli americani? Fanno cadere il governo! Fanno in modo che nessun partito sia abbastanza forte per poter governare. Chiaro no?

“Il problema delle nazioni europee è che sono state private dei propri diritti politici reali, e questo colpisce generalmente tutti i paesi europei fino al confine della Russia. ... [il fenomeno risale all’epoca del primo ministro britannico] Thatcher, attraverso la quale fu imposta una politica, resa ufficiale con il trattato di Maastricht, soprattutto sulla Germania, che è molto simile a quella che i Britannici imposero negli anni Venti con il Trattato di Versailles. La stessa sostanza politica. Alla Germania fu detto che le condizioni per la sua riunificazione erano la distruzione delle sue capacità industriali e agricole. Soprattutto il suo potenziale scientifico doveva essere distrutto su ordine e con il sostegno degli Stati Uniti! E una cosa simile è stata imposta anche all’Italia e alla Francia, dove non è però riuscita fino in fondo. Tutti i paesi europei sono stati privati della propria sovranità effettiva e completa. Adesso c’è una possibilità, anche grazie alla campagna iniziata da mia moglie Helga, di ribaltare tutto ciò respingendo la ratifica del Trattato di Lisbona. L’Europa può recuperare parte della sua sovranità respingendo tale imposizione. Altrimenti nessuna nazione dell’Europa occidentale e centrale ha una sovranità effettiva. Pertanto Tremonti si trova ad operare in una situazione in cui all’Italia non è concesso di esercitare i propri poteri sovrani. Dunque si cerca di far passare certe idee, si cerca di influire sui processi, i processi intellettuali, di allestire una qualche difesa, ma senza il nostro intervento sulla scena mondiale, dagli Stati Uniti in particolare, con la cooperazione della Russia, della Cina e dell’India, l’Europa occidentale continentale non sarà libera. Resterà quello che è già oggi: una semplice colonia britannica.

[La trasmissione completa di LaRouche su internet è disponibile qui]


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