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Le banche esigono la dittatura

Incapaci di accettare che il sistema è irrimediabilmente fallito, le banche fanno pressione sui governi affinché provvedano a salvarle con il denaro dei contribuenti. La cosa non può in ogni caso funzionare, ma intanto, per provarci, le banche sono pronte ad instaurare regimi di fatto fascisti.

Il 28 e 29 marzo si è svolto a Roma il Financial Stability Forum, presieduto dal governatore della Banca d’Italia Mario Draghi. Le autorità bancarie di Stati Uniti, Inghilterra, Germania, Francia, Italia, Canada Giappone, Hong Kong, Svizzera, Singapore, Olanda e Australia, e di istituzioni come FMI, Banca Mondiale e BRI hanno discusso come convincere i governi a farsi carico del salvataggio di un sistema fallito.

Un funzionario del FSF ha riferito all’EIR che in un gruppo di lavoro è stato informalmente discusso un documento che espone diverse “strategie radicali”, che vanno dalla sospensione temporanea dei requisiti patrimoniali, alla ricapitalizzazione delle banche finanziata dai contribuenti e addirittura all'acquisto pubblico dei titoli del mercato ipotecario secondario.

I portavoce del FSF però negano che questo documento sia stato inoltrato ai governi ed alle banche, come hanno riferito alcuni mezzi d’informazione, mentre le nostre fonti confermano che in esso “vengono elencati diversi passi ipotetici che le autorità possono considerare trovandosi di fronte alla peggiore delle ipotesi”. Tra queste idee c’è quella di organizzare un consorzio di investitori privati a lungo termine che dovrebbero riacquistare dalle banche i mutui, con un possibile "co-investmento" dello stato, oppure un diretto acquisto degli assets da parte dei governi. Si suggerisce inoltre alle banche centrali di procedere ad un’espansione (iperinflazionistica) della liquidità, ampliando la lista degli strumenti di garanzia riconosciuti e fornendo la liquidità di emergenza per soccorrere gli istituti in difficoltà.

Mentre i banchieri centrali discutevano “informalmente” come appropriarsi del denaro dei contribuenti, la maggiore banca elvetica, UBS, ha annunciato nuove svalutazioni per 19 miliardi di dollari, e la Bayerische Landesbank ha annunciato nuove perdite per 2 miliardi di euro. Si tratta della tattica dell'"affettato", che consiste nell'annunciare la perdita di fette di capitale al momento delle relative scadenze, quando tutti sanno che il salame è interamente da buttare. La banca centrale tedesca ha già speso 16 miliardi di euro per tenere a galla quattro banche: IKB, e le banche degli stati di Sassonia, Nord-Reno Westfalia e Baviera. Il conto girato ai residenti in Baviera e Nord-Reno Westfalia ammonta a 200 euro a testa e a 650 euro a testa per quelli della Sassonia. Più 88 euro a testa per ogni cittadino tedesco. Questo però è solo l’inizio, e per spogliare i cittadini di tutto quello che hanno occorrono “regimi forti”.

Ancora Tremonti sulla Nuova Bretton Woods

Intervistato dal Sole 24 Ore il 1 aprile, Giulio Tremonti ha spiegato: “Solo ora si parla di perdite, e solo per centinaia di miliardi di dollari. Un errore doppio: non si tratta di perdite (per perdere qualcosa devi avere qualcosa) al tempo T hai un attivo al tempo T+1 lo perdi. Qui è diverso, non c'è stata perdita di quello che si aveva ma invenzione di quello che non si aveva. Per avere una perdita devi avere un attivo, se non hai l'attivo – perché non ce l'hai mai avuto, il fenomeno è diverso da quello delle perdite. Il secondo errore è quantitativo: non si parla di centinaia di miliardi ma di trilioni di dollari. Nella storia della finanza c'è stato qualcosa di simile, se pure su scala più ridotta, eppure un tipo di finanza collegato con la globalizzazione di allora. Dall'Europa del ' 700 verso l'America del Nord, in Louisiana: era la tecnofinanza di John Law”. Rispondendo al giornalista che chiedeva come risollevarsi dallo sfascio l’ex ministro dell’economia ha risposto: “Non credo che bastino le aspirine e non credo che basti chiudere le porte quando i buoi sono già scappati dalla stalla”.

Tremonti ha respinto anche le ricette provenienti dal Financial Stability Forum: “Serve qualcosa di molto più forte e penso a una nuova Bretton Woods. Un momento politico di altissimo valore simbolico. ... Si potrà anche tornare a Bretton Woods ma qualcosa di nuovo e di politico, per riportare ordine nel caos globale, è fondamentale. Basta andare a vedere, sempre su Google, il Mount Washington Hotel nella parte dedicata alla galleria storica. È impressionante: nel '44 con mezza Europa ancora sotto Hitler c'erano i rappresentanti della Polonia, poi sfortunati, della Cina, dell'India, dell'Australia. Del mondo libero insomma. E poi gli uomini: Morgenthau, Keynes e, dietro questi, i capi di Stato e di Governo. Di Governi in carica, di Governi in esilio. Il respiro della politica di un mondo che passava dalla guerra alla pace. Sono fermamente convinto che oggi occorra qualcosa di simile”.


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