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Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
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Gli USA respingono l’opzione di invasione militare della Birmania

15 maggio 2008 – A seguito della vasta campagna contro il regime militare della Birmania, che rifiuta gli aiuti d’emergenza per le vittime del ciclone Nargis del 3 maggio, si sono moltiplicate le richieste per un’invasione militare “a scopo umanitario”. L’ammiraglio Timothy Keating, comandante USA per il Pacifico, è arrivato a Yangon il 12 maggio con una consegna di alimentari e altri rifornimenti. Egli ha rassicurato il comandante della Marina che il chiasso massmediale non riflette la politica ufficiale USA. Anche il ministro della Difesa Robert Gates si è detto contrario agli “aiuti umanitari coercitivi”, suggeriti tra gli altri dal ministro degli esteri francese Kouchner e dal premier britannico Gordon Brown.

Keating ha solennemente ribadito il 14 maggio che un’invasione non è neanche un’ipotesi remota. Gli è stato chiesto se è vero che la Birmania rifiuta gli aiuti, come riferiscono all’unisono i mezzi d’informazione di quasi tutto il mondo, ed egli ha risposto che altre nazioni, l’ONU e varie NGO stanno offrendo molti aiuti e quelli offerti dagli USA “stanno avendo il loro effetto”.

Si tratta di una svolta radicale rispetto alle politica precedentemente in vigore secondo cui l’amministrazione Bush e l’Europa avrebbero negato aiuti alle vittime se il regime militare non permetteva l’accesso per verificare le dimensioni del disastro.

Anche organizzazioni sul luogo come la Croce Rossa hanno confermato che gli aiuti arrivano alle vittime, nonostante i gravi problemi logistici. L’OMS ha dichiarato al New York Times del 14 maggio che le sue forniture di medicinali arrivano regolarmente, senza ritardi e al completo, nelle zone più colpite alle quali sono destinate.


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