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Al Gore, la volpe nel pollaio di Obama

1 luglio 2008 – L’ex vicepresidente USA Al Gore, devoto dei programmi del principe Filippo d’Edimburgo per cancellare una buona parte della popolazione mondiale, cerca di agganciare la campagna elettorale di Obama.

Al quartier generale di Obama si conferma che il “peso massimo” è stato scritturato per rabberciare i rapporti sia con Howard Dean che con la sen. Hillary Clinton (vedi oltre). È uno dei sintomi che confermano che Obama potrebbe essere facilmente liquidato qualora nei piani alti decidessero di staccargli la spina, ora che è riuscito a fermare Hillary. Resta però il problema che la Clinton non è davvero del tutto liquidata, tanto che i suoi sostenitori sono impegnati ad assicurare una sua attiva partecipazione alla Convention di Denver.

Se Obama fosse bruciato, la Clinton potrebbe ancora presentarsi come unica alternativa legittima agli elettori democratici e indipendenti. Alle elite del partito non sfugge di certo che Gore sta prendendo posizione per riempire il vuoto qualora Obama finisse per essere silurato davvero. Londra, in sostanza, fa di Al Gore il suo asso nella manica per impedire che Hillary Clinton possa reclamare tutta l’autorità dei 18 milioni di voti che ha raccolto nelle primarie.

Nel campo di Obama, gli strateghi sono impegnati nel braccio di ferro per sottrarre ad Howard Dean il controllo del partito, ma per il momento non sembrano rendersi conto della minaccia rappresentata da Al Gore, la volpe cicciona infilatasi nel loro pollaio. 

 

Soros e Dean si contendono i resti di MoveOn

Secondo le informazioni raccolte dal movimento di LaRouche negli USA, George Soros e Howard Dean hanno ingaggiato un braccio di ferro per il controllo di ciò che resta dell’apparato di MoveOn. Si tratta dell’apparto usato contro Hillary Clinton nel corso delle primarie e adesso “i ladri litigano per il bottino”.

Howard Dean fu eletto alla presidenza del partito dopo la sconfitta elettorale di John Kerry nel 2004, grazie ai soldi di George Soros, a sua volta un agente dei poteri forti di Londra e Wall Street. La manovra di Dean puntava a fare del partito democratico una palude radical-chic, come molti hanno finito per accorgersi nelle elezione di metà termine, lo scorso 2006, quando Dean foraggiò dei candidati che non erano effettivamente nelle posizioni migliori per vincere. Si calcola che il partito democratico avrebbe potuto aggiudicarsi altri 20 seggi della Camera dei Rappresentanti se l’organismo centrale del partito avesse seguito una diversa strategia.

Nella stagione delle ultime primarie Dean ha fatto in modo di affossare la candidatura di Hillary contrapponendogli come “alternativa di sinistra” Barack Obama. Poi, quando è stato raggiunto il quorum dei delegati schierati a favore di Obama, Dean si è improvvisamente buttato a destra, come attesta il suo discorso al congresso dell’AIPAC a Washington, dove si è schierato incondizionatamente per Israele. A ciò si aggiunga la modifica della legge per la sorveglianza interna nel paese e per la pena di morte, per non parlare del suo riferimento al programma di infrastrutture di “Teddy” Roosevelt (da non confondere con Franklin Delano Roosevelt, Teddy fu presidente tra il 1901 e il 1909 e la sua politica fu solidale a quella britannica).

Questo ha provocato una spaccatura in seno all’apparato di MoveOn.org, tra chi ha deciso di seguire Obama e chi invece rimane nell’orbita di Howard Dean.

Mentre alcuni alleati di Obama cercano di sottrarre a Dean il controllo della macchina del partito, George Soros si è schierato con loro — almeno per il momento, e sempre per conto dei suoi interessi finanziari. Dean rischia di essere tagliato fuori. Il movimento di LaRouche LPAC interviene in questo scontro con la documentazione “George Soros è il tuo nemico”, in cui sono denunciate sia le operazioni di Soros sia di Howard Dean.

Come Lyndon LaRouche ha sistematicamente ribadito, gli attuali candidati forse non arriveranno neanche alle Convention dei rispettivi partiti, visto il rapido aggravarsi della crisi finanziaria. Obama è stato usato per affossare la Clinton, ma rischia di essere eliminato a sua volta, se occorre.

 


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