Mappa del sito

Newsletter

Il CD di Solidarietà

© Copyright

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
MoviSol.org
Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

   

In Russia si discute di LaRouche e della Nuova Bretton Woods

A seguito delle dichiarazioni del presidente russo Dmitri Medvedev sul cambiamento della “architettura delle attuali relazioni economiche internazionali”, in Russia si è sviluppato un animato dibattito sulle sembianze di un tale nuovo sistema. Molta attenzione è prestata alla nozione di un accresciuto ruolo del rublo come valuta di riserva regionale, e alla possibile creazione di un mercato di prodotti energetici in rubli. Nel contempo, il nome dell’economista americano Lyndon LaRouche e l’idea della Nuova Bretton Woods, a lui fortemente associata nell’ultimo decennio, stanno diventando di pubblico dominio, rendendo molto più profonda la discussione sul tipo di cambiamento necessario. La discussione si allargherà ulteriormente una volta pubblicata in lingua russa la traduzione del saggio di LaRouche “Libero mercato e interesse nazionale: il dibattito economico intorno alla Russia”, assieme al doppiaggio in russo della sua ultima webcast internazionale.

Il noto giornalista televisivo Mikhail Leontiev, che ha paragonato la finanza internazionale ad uno schema piramidale, ha detto il 14 luglio in un commento per KM.ru, che l’unico dei leader del G8 ad essersi avvicinato ad una valutazione adeguata della crisi finanziaria mondiale è stato il presidente russo. “Ciò di cui Medvedev parlava è la nuova configurazione della finanza mondiale. In sostanza chiedeva una Nuova Bretton Woods. Questa, infatti, avrebbe dovuto essere la cosa fondamentale di cui discutere in quell’occasione. La scala, la profondità e il pericolo della futura crisi sono tali che nessun altro tema in programma è ad essa equiparabile. Ciò che abbiamo udito affermare dai partner di Medvedev è un patetico farneticare. […] I mercati del cibo stanno esplodendo, ma nessuno commercia in cibo e in petrolio in modo diretto; tutti commerciano in future, derivati, promesse, e carte speculative, oggetti che hanno assolutamente divorziato da qualunque fondamento reale. Il sistema deve essere riconfigurato. Ciò che il vertice avrebbe potuto fare, al meno, sarebbe stato il cominciare a parlarne, per puntare a una Nuova Bretton Woods”.

Il 15 luglio Sergej Glazyev, in un’intervista all’agenzia di stampa Rosbalt, ha stimato che il ministro delle Finanze Alexei Kudrin abbia perso 50 miliardi di dollari investendo le riserve monetarie russe in titoli denominati in dollari. Come nell’intervista di maggio su Zavtrai, Glazyev ha citato le audizioni del 2001 da lui tenute alla Duma, durante le quali LaRouche fu il principale teste. “Già nel 2001, alle audizioni parlamentari, esprimemmo un avvertimento ufficiale alle autorità monetarie, dicendo che la svalutazione del dollaro sarebbe stata inevitabile”.

Il 12 luglio, invece, l’economista Andrei Kobyakov, scrivendo sul suo sito RPMonitor.ru, ha accolto favorevolmente l’idea di Medvedev di un “rublo come valuta di riserva regionale”, riconducendola alla proposta di Glazyev della fine degli anni ’90. Non funzionerà senza un piano dettagliato di sistemi di pagamento e di stretta cooperazione diplomatica con le altre nazioni eurasiatiche, ha detto Kobyakov, ma l’idea potrebbe diffondere l’ottimismo e la speranza nella riconquista della sovranità economica della Russia.

E nel settimanale Slovo dell'11 luglio, il prof. Stanislav Menshikov ha introdotto un elemento cruciale, mancante negli altri interventi: un ruolo positivo per gli Stati Uniti. Sotto il titolo "un nuovo Roosevelt", Menshikov ha compiuto un'analisi degli ultimi sviluppi della crisi negli Stati Uniti affermando: "Il noto economista americano Lyndon LaRouche ha preconizzato l'imminente fallimento delle banche, e proposto urgenti misure di salvataggio. [...] Naturalmente, ci sono ricette teoricamente valide per combattere la crisi, come i programmi di investimenti pubblici per costruire scuole, ospedali e infrastrutture, che la sinistra del partito democratico appoggerebbe. Ma l'amministrazione Bush non è pronta a tali passi radicali, né lo è la leadership dell'opposizione [democratica] nel Congresso".


[inizio pagina]