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La dichiarazione italo-russa fa eco alle proposte di LaRouche, ma solo in parte.

5 agosto 2008 (MoviSol) - Con il titolo “La vita dopo la morte del sistema finanziario”, l’analista russo Mikhail Khazin ha firmato un articolo pubblicato su Profil.ru il 23 luglio, in cui ha commentato il forum del 9-10 luglio di Modena sulla crisi finanziaria mondiale (Forum West-East Integration and Development). Passando in rassegna la dichiarazione adottata dai partecipanti, Khazin ha scritto: “Teoricamente, in ogni punto nulla di nuovo è stato detto. Tali misure si possono ritrovare negli interventi di alcuni singoli esperti, la cui influenza potrebbe essere piuttosto ampia in alcuni settori circoscritti, ma che sono stati emarginati dalla cosiddetta ‘comunità di esperti’. Basti menzionare il migliore di essi, l’americano Lyndon LaRouche”.

La Dichiarazione di Modena, infatti, riprende il programma ormai quindicennale di Lyndon LaRouche, nella esposizione riprodotta dai diversi appelli per una Nuova Bretton Woods. La dichiarazione sostiene: la necessità di ritornare alle parità fisse tra le monete, di ancorare le stesse a qualche forma di valore reale, di ristabilire i controlli sui cambi e sui flussi di capitali, di attuare un sistema di credito a doppio sportello – con bassi tassi d’interesse sul lungo periodo per gli investimenti nella produzione, e alti tassi d’interessi punitivi per le operazioni puramente finanziarie - , di congelare tutti i contratti derivati, di abolire i centri finanziari off-shore, di bandire gli hedge funds, di riconsiderare la funzione dell’Organizzazione Mondiale del Commercio in vista dei danni da essa procurati alle economie nazionali, e di promuovere alcuni investimenti nei grandi progetti infrastrutturali su scala intercontinentale, nei trasporti, nell’industria energetica, nelle comunicazioni e nella ricerca scientifica.

Hanno partecipato al forum Vladimir Yakunin, amministratore delegato delle ferrovie statali russe; Anatoli Aksakov, presidente dell’Associazione Russa delle Banche Regionali; Yuri Gromyko, che in passato ha partecipato ad iniziative dell’Istituto Schiller con Lyndon LaRouche; Sergej Rogov, accademico; Nodari Simoniya e Ruslan Grinberg. Uno dei giornalisti presenti, Mikhail Leontiev, ha pubblicato un lungo appello per una Nuova Bretton Woods, senza far alcun riferimento all’evento modenese.

Tra i partecipanti italiani, Marcello de Cecco, Lucio Caracciolo, Alessandro Profumo, Piero Gnudi, Innocenzo Cipolletta, Rosario Alessandrello.

La Dichiarazione di Modena, tuttavia, non è una copia adeguata delle idee di LaRouche, poiché riduce in modo drastico la percezione del potenziale di partecipazione degli Stati Uniti nello sforzo collettivo di ripristino del sistema finanziario mondiale. Alcune delle proposte specifiche, sia sulle infrastrutture sia su alcuni schemi finanziari, sono mezze misure inattivabili, nelle condizioni attuali. Altre, come la moneta mondiale, sono sbagliate e pericolose.

Informato della dichiarazione, Lyndon LaRouche ha ammonito: “Non si può salvare il sistema economico mondiale escludendo gli Stati Uniti. Questa strada porterebbe al disastro”. Durante la webcast del 22 luglio, egli ha inoltre chiesto di evitare qualunque “sporco compromesso”, ribadendo la necessità di partire da un gruppo di quattro nazioni (Stati Uniti, Russia, India e Cina), per lanciare il nuovo sistema economico, basandosi sul principio del credito statale rivolto al vero sviluppo economico.


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