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Una falsa “pista israeliana” nei camuffamenti della crisi in Georgia

9 settembre – Come parte della disinformazione mirante a tenere nascoste, nella crisi in Georgia, la regia britannica e i finanziamenti di George Soros, si è pensato bene di dare un peso eccessivo ai collegamenti di Israele nel paese caucasico, sebbene da parte del governo israeliano questi legami siano stati ufficialmente smentiti e da parte russa siano state accettate tali smentite.

Si è insistito molto su due punti. Il primo riguarda le vendite di armi israeliane, con relativi addestramenti, alle forze armate georgiane. Sebbene queste vendite siano state documentate dalla stampa israeliana, si è parlato però di “miliardi di dollari”, cosa decisamente esagerata. Il secondo punto riguarda la firma da parte di Israele di un accordo per usare basi in Georgia per condurre attacchi contro gli impianti nucleari in Iran. Si tratta di un’accusa emersa ripetutamente sui mezzi d’informazione e negli ambienti dell’intelligence. Però, con uno sguardo alla cartina della regione, si vede che queste basi non risolverebbero il problema delle grandi distanze che gli aerei israeliani dovrebbero coprire per condurre tali attacchi. Inoltre, i velivoli dovrebbero entrare nello spazio aereo di Turchia, Armenia e Azerbaijan, nessuno dei quali si mostra molto disponibile.

Il Jerusalem Post ha confermato che Israele ha venduto alla Georgia attrezzature per un valore tra i 300 ed i 500 milioni di dollari, ma ha anche riferito che tali vendite sono state drasticamente ridotte nei mesi che hanno preceduto l’attacco della Georgia all’Ossezia del Sud. Più precisamente, fonti del ministero della Difesa israeliano citate dal Jerusalem Post l’11 agosto, sostenevano che quando da Tbilisi sono arrivate nuove richieste, decisamente frettolose, di attrezzature militari, qualche mese prima dell’inizio delle ostilità, gli israeliani hanno concluso che Georgia e Russia erano entrate in rotta di collisione ed hanno deciso di ridimensionare le vendite.

Inoltre, l’incaricato d’affari russo a Tel Aviv, Anatoly Yurkov, ha confermato al Jerusalem Post del 28 agosto che Israele aveva congelato tutte le vendite militari alla Georgia ed ha espresso apprezzamento per il “profilo basso” e per “l’approccio equilibrato” adottati da Israele nella vicenda. Ha aggiunto che Israele e Russia stavano discutendo la possibilità di aiuti israeliani da inviare ai profughi dell'Ossezia del Sud.

La campagna di disinformazione mira anche a rovinare i rapporti tra Russia ed Israele. A pochi giorni dall’inizio della crisi georgiana, Ha’aretz ha pubblicato un articolo che spiegava come in conseguenza dell’opposizione espressa dal ministro della Difesa Robert Gates e dal segretario di Stato Condoleezza Rice all’attacco di Israele contro l’Iran, gli israeliani avessero deciso di migliorare i rapporti con la Russia per ottenerne la cooperazione nella ricerca di una soluzione diplomatica al problema del programma nucleare dell’Iran. Ha’aretz ha anche riferito che Israele è arrivata a proporre agli USA di rinunciare ad installare i sistemi anti missile nell’Europa orientale, ma che gli USA hanno respinto la proposta.

 


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