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Presentata la Nuova Bretton Woods di LaRouche al Senato italiano

 

Il 25 settembre il Sen. Oskar Peterlini ha presentato al Senato della Repubblica una mozione per la riorganizzazione del sistema monetario e finanziario internazionale, basato sui principii essenziali della Nuova Bretton Woods come proposta da Lyndon Larouche:

1. la riorganizzazione del sistema sul modello dell’amministrazione controllata, congelando gli attivi speculativi e proteggendo i risparmi dei cittadini;

2. nuove regole monetarie che blocchino la speculazione finanziaria e privilegino gli investimenti produttivi a lungo termine;

3. un sistema di credito, piuttosto che monetario, che fornisca credito al fine di promuovere lo sviluppo economico, sul modello di Hamilton e Roosevelt;

4. accordi tra le principali potenze mondiali, a partire da USA, Russia, Cina e India, per evitare la manipolazione geopolitica intesa a bloccare la cooperazione internazionale.

La mozione è già stata firmata da 19 Senatori, e costituirà il punto di partenza per una nuova fase della discussione su come affrontare il crollo del sistema, dopo le numerose iniziative parlamentari in Italia tra il 2001 e il 2005, e la campagna del Ministro Giulio Tremonti a favore di una tale riorganizzazione.

Il testo presentato da Peterlini si distingue per la sua chiarezza nell’indicare le linee concettuali della riorganizzazione del sistema finanziario, piuttosto che focalizzarsi sui dettagli della crisi. Nell’ultimo periodo sono infatti diventati numerosi gli appelli a favore di una nuova Bretton Woods sia in Italia che altrove sulla scorta dell’esplosione dell’ultima bolla speculativa, quella dei mutui subprime. Se da una parte, molti sono impressionati dalle dimensioni del crollo, e corrono giustamente ad abbracciare i modelli funzionanti del passato, il tentativo di riproporre semplicemente quei modelli rischierebbe di lasciare il controllo in mano alle banche centrali, le vere braccia del potere oligarchico-finanziario. Peggio, c'è una parte dell'oligarchia finanziaria che tenta di approfittare del dibattito in corso per imporre la soluzione del governo mondiale, della banca centrale mondiale, della moneta mondiale e delle guerre mondiali. Dunque, deve essere chiaro che la nuova Bretton Woods funzionerà solo il controllo dell’economia sarà ricondotto nelle mani degli stati nazionali sovrani. Inoltre, qualsiasi intervento inteso a stabilizzare il sistema per poter coprire i debiti che si sono creati in questi anni – come ad esempio il piano Paulson, che mira a rifinanziare i titoli speculativi senza cambiare sistema - rappresenterebbe la certificazione della morte dell’economia reale; i debiti speculativi devono essere cancellati, pena il ritorno di un’epoca buia come quella vissuta in Europa nel 1300.

Infine, il riferimento fatto nella mozione a Lyndon LaRouche indica la vera portata dell’iniziativa: mentre altri hanno voluto smorzare i toni nell’ultimo periodo, l’economista americano ha identificato chiaramente il grave stato di salute del sistema senza peli sulla lingua e con una conoscenza storico-economica che manca quasi del tutto nella classe dirigente attuale. Da anni il movimento di LaRouche guida la battaglia dentro le istituzioni e la società americane per il ritorno ad una politica rooseveltiana, costruendo una base di appoggio essenziale per poter cambiare la situazione negli Stati Uniti. Chi penserebbe di lasciare gli USA al loro destino e cercare di impostare soluzioni altrove non solo ignora la realtà di come funziona l’economia mondiale, fa anche il gioco dell’impero anglo-olandese. Infatti l’impero non vede l’ora di provocare ulteriori tensioni tra le grandi potenze, che aprirebbero le porte alla manipolazione geopolitica e la fine di ogni tentativo di riorganizzare davvero il sistema.

Riportiamo il testo della mozione, reperibile sul sito del Senato:

http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=16&id=312067

 

Atto n. 1-00029

Pubblicato il 25 settembre 2008
Seduta n. 61

PETERLINI , D'ALIA , PINZGER , THALER AUSSERHOFER , FOSSON , GIAI , CINTOLA , CUFFARO , BAIO , BOSONE , MOLINARI , NEGRI , RANDAZZO , ROILO , GHEDINI , BERTUZZI , GUSTAVINO , BLAZINA , MARITATI , DEL VECCHIO

 

Il Senato,

premesso che:

l’aggravarsi della crisi finanziaria internazionale evidenziata nelle ultime settimane con i crac finanziari di Fannie Mae, Freddie Mac, Lehman Bros. e AIG, tra le altre, ha costretto il Governo federale degli Stati Uniti e numerose banche centrali ad operare interventi d’emergenza per evitare un vera e propria reazione a catena che metterebbe in ginocchio l’economia mondiale;

la gravità di questa crisi come minaccia alle condizioni di vita dei popoli di tutto il mondo e anche come fonte di destabilizzazione strategica è stata denunciata dal Parlamento italiano già dal 2001 (si vedano in proposito, fra le altre, nella XIV legislatura, la mozione 1-00320 presentata alla Camera dei deputati dall'onorevole Lettieri e la mozione 1-00059 presentata al Senato dal senatore Peterlini), che ha chiesto al Governo e alla comunità internazionale di agire per creare un nuovo sistema finanziario atto ad evitare future crisi e promuovere la ricostruzione dell’economia reale;

nonostante questi appelli, le autorità politiche e monetarie in Europa e negli Stati Uniti hanno continuato a permettere - e di fatto promuovere - un’economia basata sulla crescita dei valori finanziari fittizi, non legati all’economia produttiva, da ultimo con la bolla dei mutui subprime e la speculazione nei settori delle materie prime, dei prodotti energetici e alimentari;

la mancata adozione di misure per cambiare direzione ha portato agli eventi drammatici degli ultimi giorni e mesi. Ora le autorità si trovano a correre da un fuoco all’altro, mentre diventa sempre più evidente che il buco creato dalla speculazione non può essere colmato. Purtroppo, piuttosto che seguire l’esempio della ricostruzione postbellica in Europa oppure del “New Deal” attuato dal presidente americano Franklin Delano Roosevelt durante la Grande Depressione, oggi le autorità tentano di utilizzare i fondi forniti dallo Stato per coprire le perdite provocate dai titoli ipotecari (MBS, Mortgage-Backed Securities) e dagli strumenti derivati che hanno moltiplicato i valori speculativi oltre l’immaginabile. Come esempio basti rilevare che lo scopo dichiarato del salvataggio della AIG ed altri istituti è quello di garantire la copertura dei titoli derivati legati alla speculazione nel settore dei mutui subprime, piuttosto che proteggere le attività economiche ordinarie. Un tale tentativo non solo è inutile, ma garantisce l’ulteriore aggravarsi della crisi a cui intende rimediare e inoltre provoca una iperinflazione. Infatti, da un’inchiesta recente del Congresso USA si rileva che la nuova liquidità emessa dalle banche centrali per salvare gli operatori finanziari è stata utilizzata per ulteriori attività speculative che hanno comportato l’esplosione dei prezzi del petrolio e dei generi alimentari negli ultimi mesi,

impegna il Governo:

ad agire in sede internazionale per promuovere una riorganizzazione del sistema monetario e finanziario internazionale e cooperare con le principali potenze mondiali per stabilire un nuovo sistema, sul modello della Nuova Bretton Woods come proposta dall’economista americano Lyndon LaRouche, caratterizzato sulla base dei seguenti aspetti:

1. la riorganizzazione del sistema finanziario dovrà seguire il modello dell’amministrazione controllata, in cui i debiti speculativi – che rappresentano la stragrande maggioranza dei valori che gravano sui bilanci delle principali banche commerciali e d’investimento, oltre a numerosi altri istituti finanziari e perfino su enti locali italiani – vengano depennati o estinti, salvaguardando invece, fino a un certo limite, gli investimenti dei piccoli risparmiatori anche nei fondi pensione e in altri strumenti finanziari non speculativi, e garantendo il finanziamento delle attività essenziali dell’economia reale. Il bene comune (General Welfare) deve avere precedenza rispetto agli obblighi finanziari creati per foraggiare la bolla speculativa;

2. nuove regole dovranno garantire la stabilità necessaria per la produzione e il commercio internazionale: a) cambi valutari decisi con accordi tra le nazioni (fixed exchange rates), evitando le oscillazioni speculative dei mercati; b) controlli sui trasferimenti di capitali a fine speculativo (capital control), privilegiando gli investimenti a lungo termine nell’economia produttiva; c) un sistema creditizio che garantisca investimenti a basso tasso d’interesse e a lungo termine in infrastrutture, industria e alta tecnologia (productive credit) per rompere con la tendenza degli ultimi decenni, in cui si è incoraggiata la ricerca del profitto facile penalizzando l’attività produttiva;

3. un sistema creditizio e non puramente monetario. Considerando che le banche centrali emettono arbitrariamente moneta per fini di aggiustamento monetario, occorre creare un sistema che fornisca credito al fine di promuovere lo sviluppo economico. Questo modello trova le sue origini nella Costituzione degli Stati Uniti e fu adottato dal segretario al tesoro Alexander Hamilton, nonché ripreso dal presidente Lincoln e dal grande presidente Roosevelt nel crac e nella depressione degli anni Trenta. Il sistema creditizio e non monetario fu l'idea ispiratrice del sistema di Bretton Woods, che funzionò con successo finché non fu abbandonato nel 1971 e oggi viene riproposto dall'autorevole economista Lyndon LaRouche;

considerata la tragica storia di guerre che sono scoppiate in coincidenza con le crisi economiche passate, ad agire perché i Paesi europei lavorino in accordo con le principali potenze mondiali, a partire da Stati Uniti, Russia, Cina e India, per porre le basi di una cooperazione internazionale capace di realizzare gli obiettivi preposti, superando le opposizioni da parte di chi, tramite una politica conflittuale, vuole difendere la propria supremazia favorendo divisioni che impediscono il progresso del mondo nel suo complesso.


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