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Enrico Micheli: Basta col liberismo... ma teniamoci il liberismo!

18 ottobre 2008 (MoviSol) - Tre giorni or sono, Enrico Micheli, ex sottosegretario alla prodiana Presidenza del Consiglio, si fa intervistare da Il Foglio sulla crisi del 1929, sulle banche da aiutare e sugli stipendi da aumentare.

Pur dimostrando di riconoscere certe verità lampanti (vedi l'attacco a Milton Friedman e al "periodo di liberismo politico abbastanza asociale" della presidenza Reagan), che lo portano ad appoggiare l'iniziativa di Tremonti, non dimostra di comprendere appieno le ragioni, e del crac e dell'iniziativa da lui stesso appoggiata.

Se sottolinea giustamente che "l'economia non è la borsa", e ricorda che "la chimica non l'abbiamo, l'acciaio ce l'ha la Germania ma noi no", non dovrebbe limitarsi a seguire la scia (come tanti altri si affrettano a fare), ricorrendo con grande sicumera a certi luoghi comuni:

1. In primo luogo, per Micheli sarebbe necessario rivisitare le "regole del gioco, a cominciare dal livello manageriale" e imporre "regole chiare per mercati, vigilanza, controlli e manager".

Insomma, basterebbe chiarire le regole, e potremmo continuare a giocare a Monopoli.

2. In secondo luogo, "Un conto è garantire il credito, ma nazionalizzare... no! Lo stato deve rimanere fuori altrimenti si torna ai tempi andati e si ricomincerà a parlare di boiardi. Oggi il potere economico è concentrato nelle mani di pochi, è vero, ma pure se torniamo ai tempi aurei delle partecipazioni statali [...] vediamo che la politica restava fuori dall'occupazione del credito".

Ritornare ai tempi andati, per esempio tra i Cinquanta e i Sessanta, significherebbe tornare a tempi migliori, proprio per le speranze di miglioramento correttamente riposte nelle dinamiche economiche di allora. Temere, d'altra parte, che si torni a parlare di boiardi, significherebbe voler continuar ad ascoltare coloro che da questo crac sono completamente screditati.

La cosa più tragica è che l'ex sottosegretario sembra non aver ancora capito che il credito è una funzione del governo, e non un privilegio delle banche centrali. Questo tragico errore, da troppe persone compiuto, è evidente quando dice:

3. "Su Keynes, il discorso è diverso. Lui suggerì a Roosevelt la ricetta per uscire dal buio del '29".

Per capire bene che cosa fece Roosevelt e come non accolse suggerimenti da chi lavorava per l'Impero Britannico, vi consigliamo di guardare questo video del LaRouche Political Action Committee.

"Per governare una Repubblica,
si deve conoscere le menti che la crearono."


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