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Sarkozy annuncia la fine della "dittatura" dei mercati e il ritorno alla politica e allo Stato

1 novembre 2008 (MoviSol) - In un discorso pronunciato ad Argonay il 23 ottobre, il presidente francese Nicolas Sarkozy ha annunciato diverse misure miranti a proteggere l'economia reale dal crac in corso. A indicazione del suo stato d'animo, Sarkozy ha esordito attaccando l'ideologia del liberismo e sottolineando che l'idea che i mercati e gli "esperti" decidano tutto è morta, e che "la politica" è tornata a giocare la partita, così come lo stato è tornato a svolgere un ruolo nell'economia.

Sarkozy ha dettagliato la serie di misure che ha preso per proteggere l'economia. In primo luogo, ha destinato 22 miliardi di euro al credito per le imprese, e iniettato 10,5 miliardi in quelle banche che accettano, per contratto, di usare i fondi per aumentare i prestiti alle imprese di 75 miliardi. Sarkozy ha nominato Rene Ricol a capo di uno sforzo nazionale, mobilitando i prefetti e le autorità fiscali di ogni dipartimento, per assicurare che le banche estendano le linee di credito all'economia reale e non le usino per altri scopi.

Il Presidente francese ha anche annunciato che, in aggiunta ai 360 miliardi di euro annunciati in garanzie (320 miliardi) e in fondi diretti (40 miliardi), saranno stanziati altri 175 miliardi per investimenti statali nell'istruzione superiore, nella ricerca, nella difesa, nello sviluppo di canali fluviali (in particolare il canale Senna/Escaut verso Nord), nella Torino-Lione, in una nuova autostrada e in energie rinnovabili, tra cui il nucleare della terza generazione e la ricerca nella quarta generazione.

Finalmente, nonostante l'opposizione dalla Germania, ha annunciato la creazione di una specie di "Fondo sovrano" che interverrà per impedire le acquisizioni da parte di fondi predatori di imprese francesi la cui capitalizzazione è stata erosa dai crolli di borsa, e per fare altri investimenti di interesse nazionale. Il fondo verrà gestito dalla Caisse des Depots et des Consignations (CDC), un ente controllato dallo stato sorto per amministrare il Piano Marshall, che potrebbe fondersi con l'Ente Statale per le Partecipazioni Economiche e avere così un capitale iniziale di 200 miliardi di euro.

Ovviamente, questa politica è destinata a fallire se non ci sarà una riorganizzazione del sistema con procedura fallimentare, come Lyndon LaRouche e Jacques Cheminade hanno più volte affermato. Purtuttavia, le istituzioni dello stato francese fanno ciò che possono per proteggere gli elementi essenziali dell'economia nazionale.

Sul fatto che George Bush abbia deciso di tenere un vertice del G-20 invece che del G-13 come proposto da Sarkozy, il quotidiano Le Figaro ha scritto il 24 ottobre: "Il giudizio dell'Eliseo è che si tratti di una tattica americana per mettere a repentaglio l'iniziativa, che lascia l'establishment del partito repubblicano piuttosto scettica”. Ma Sarkozy non accetterà una risposta negativa. Nel suo discorso ad Argonay, il presidente francese ha ammonito i suoi "amici americani" che "questo vertice, questo incontro non andrà a vuoto. Non parteciperò ad un incontro fallito".


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