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Che accadrà dopo il 17 novembre?

4 novembre 2008 (MoviSol) - Il presidente dello Schiller Institute, Helga Zepp LaRouche, ha ammonito che "così come stanno le cose, ci sono motivi per temere che il vertice per la nuova Bretton Woods che il Presidente Sarkozy è riuscito a organizzare a Washington per il 15 novembre non condurrà ad un risultato adeguato". Non si può addirittura escludere che il vertice sarà seguito da un "lunedì nero nero" – come ha paventato un anonimo banchiere intervistato dal quotidiano francese La Tribune -, da un "martedì di sangue" e da un "mercoledì orrendo", che oblitereranno quel che resta del sistema finanziario. L'unico modo per impedirlo, afferma Helga Zepp-LaRouche, sarebbe un rapido accordo sulle proposte di Lyndon LaRouche per riorganizzare il sistema monetario e finanziario mondiale.

Né l'amministrazione Bush, che è infestata di ex dirigenti della Goldman Sachs, né il premier britannico Gordon Brown hanno alcuna intenzione di accordarsi su una vera riorganizzazione del sistema in bancarotta. Bush non voleva nemmeno che il nuovo presidente eletto degli USA partecipasse al vertice, nonostante il fatto che entrambi i contendenti abbiano buoni rapporti con Wall Street. Allo stesso tempo, sarebbe illusorio pensare che le nazioni del settore in via di sviluppo accetteranno una semplice riforma del FMI, al quale rimarrebbero soggiogate. Si sono tenuti pre-vertici regionali, organizzati per formulare gli interessi nazionali degli stati membri nel contesto della discussione sulla nuova architettura finanziaria. In Asia, la sfiducia regna sovrana dopo l'esperienza fatta con il FMI nella crisi asiatica del 1997-98, e persino il Primo ministro turco Erdogan ha dichiarato recentemente che non permetterà al FMI di "strangolare" l'economia turca.

Benché i vari fantasisti occidentali continuino a negare la realtà della depressione, l'economia mondiale è in caduta libera (vedi sotto). In particolare, la crisi è acuta nei cosiddetti paesi di soglia, come l'Ungheria, dove il pacchetto cosiddetto di salvataggio del FMI (25 miliardi di dollari) è destinato a fallire. Vanno anche presi sul serio i giudizi che vedono la Svizzera e la Gran Bretagna fare la fine dell'Islanda, afferma Helga Zepp-LaRouche. Le passività a breve termine delle banche svizzere, ad esempio, sono 13 volte superiori al PIL elvetico (quelle islandesi lo erano di "sole" 5 volte).

Per questi ed altri motivi, "dovrebbe essere chiaro ad ogni persona normale" scrive Helga Zepp-LaRouche, "che a meno che un nuovo sistema finanziario mondiale non sia messo subito all'ordine del giorno, l'umanità sarà minacciata da un destino che lo yuppie medio e i profittatori del sistema odierno non avrebbero potuto nemmeno lontanamente immaginare. Solo una procedura fallimentare che rimuova dal sistema centinaia di quadriliardi di derivati finanziari può risolvere il problema." "L'unica soluzione è chiudere il mercato dei derivati una volta per tutte, e annullare tutte le transazioni. Il fatto che gli speculatori temano questa soluzione più del diavolo è ovvio, ma ciò non dovrebbe impedire ai governi di mettere proprio questa procedura fallimentare all'ordine del giorno per il 15 novembre".

I partecipanti al vertice dovranno rispondere di fronte alla storia, scrive Helga Zepp-LaRouche, se mancheranno quest'opportunità di mettere all'ordine del giorno una vera Bretton Woods nello spirito di Roosevelt. Le conseguenze di un simile fallimento sarebbero non solo il crollo economico mondiale, con milioni di morti di fame, ma anche un incalcolabile caos sociale nelle nazioni del G7, un caos che non sarebbe gestibile nemmeno con soluzioni alla Mussolini preconizzate da taluni.

A questo scopo, si terrà l'11 novembre a Washington una riunione a porte chiuse, presieduta da LaRouche, per fornire ai policy-makers e – indirettamente – al presidente Bush le linee guida sulla natura delle azioni richieste dal presidente degli Stati Uniti: lanciare l'appello per un impegno comune ad adottare riforme coerenti con l'intenzione espressa dal Presidente Roosevelt a Bretton Woods.


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