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Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
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Sarkozy ha forse dimenticato che Gordon Brown troneggia in un paradiso fiscale?

4 novembre 2008 (MoviSol) - Riportiamo il commento di Solidarité et Progrès su un recente articolo del periodico umoristico Le Canard Enchaîné, inerente la posizione assunta da Sarkozy contro gli avamposti dell’Impero Britannico: i paradisi fiscali.

L’articolo è intitolato “Sarko nell’inferno dei paradisi fiscali” e ha come sottotitolo qualcosa d’interessante: “Parte in guerra, senza mezzi, contro certi governi amici, e risparmia la Gran Bretagna”.

L’autore dell’articolo pone l’attenzione su alcune evidenti contraddizioni nella politica francese, segnalando qualche “nascondiglio fiscale” anche all’interno dell’Europa: per le società attive nei Paesi Bassi sono previste delle riduzioni d’imposta oppure l’esenzione dal pagamento dell’ISF (la patrimoniale denominata “imposta di solidarietà”); altre facilitazioni fiscali per chi opera in Austria, in Ungheria e soprattutto a Malta e a Cipro, “due dei Paesi europei tra i più nocivi”, come dice Daniel Lebègue, ex direttore del Tesoro e ed ex presidente della Cassa Depositi e Prestiti.

Secondo questo esperto, tuttavia, “Sua Maestà piena di Grazia”, dice il Canard, “fa ancor meglio: ‘Londra è il primo paradiso fiscale europeo’. E Sarkozy ha dimenticato di parlarne con Gordon Brown: la City, Jersey, Guernsey, l’isola di Man o Gibilterra praticano allegramente il segreto bancario e l’esonero fiscale (per gli stranieri, non per i britannici). Ma anche altri possedimenti della Corona in giro per il mondo: le isole Caymans (46000 abitanti della sesta piazza bancaria mondiale, prima di Parigi); le Bahamas, ove la maggioranza della compagnie di assicurazione (comprese quelle francesi) si sentono al sicuro dalle imposte. O anche le isole Vergini britanniche.”

Il Canard, infine, nota che Sarkozy, durante il vertice europeo del 15 ottobre, aveva “lanciato un attacco in piena regola contro il suo suo ex-amico” Jean Claude Juncker. Il Primo Ministro lussemburghese è stato invitato a “dare l’esempio”, poiché “non possiamo combattere fuori dal nostro continente contro certe pratiche, e tollerarle sul nostro continente”.

Sarkozy, “anziché dichiarare la guerra alle isole Caymans, o inviare la portaerei “Charles de Gaulle” nel Lichtenstein”, pensa “di punire le banche francesi che lavorano con i paradisi fiscali”.

Per esempio, potremmo pulire da capo a fondo il Principato di Monaco, amministrato de facto da un alto funzionario francese nominato a Parigi, e le Andorre, dove il Presidente della Repubblica è ancora, per statuto, il co-principe...


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