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Il WWF chiede la riduzione della popolazione umana

5 novembre 2008 (MoviSol) - Mentre la produzione mondiale presenta un calo a due cifre in settori cruciali, il WWF ha pubblicato il suo Living Planet Report 2008, il quale asserisce che poiché la "domanda umana di cibo, acqua, energia e materie prime" rappresenta la più grande minaccia alla "biodiversità", i consumi umani devono essere ridotti almeno del 30%.

Secondo il rapporto, più di tre quarti della popolazione mondiale vivono in nazioni che usano più risorse di quanto la "biocapacità della terra" possa sopportare. Così, gli autori chiedono "riduzioni della popolazione, dei consumi individuali e delle risorse usate o sprecate nella produzione di beni e servizi". Per la prima volta, le loro sinistre raccomandazioni colpiscono anche l'uso umano delle risorse idriche.

In breve, ciò che propongono il WWF e gli altri autori del rapporto, la Zoological Society of London, condurrebbe al genocidio di massa. Certo, il World Wildlife Fund, ora noto semplicemente come WWF, fu fondato da due capi dell'impero anglo-olandese, il principe Bernardo d'Olanda e il principe Filippo d'Edimburgo. Bernardo non sono era filonazista, ma aveva la tessera delle SS e, quando fu costretto a restituirla per esigenze reali durante la seconda guerra mondiale, firmò la lettera di dimissioni con un incallito "Heil Hitler".

Il gergo statistico usato per drappeggiare la richiesta del WWF di ridurre la popolazione e i livelli di vita è la cosiddetta "impronta ecologica", un metodo così talmente assurdo da insultare l'intelligenza di ogni persona normale. Ma il "Global Footprint Network", che ha inventato la frode usata dal WWF, è composto da alcuni dei più viscerali maltusiani del mondo, come la fondazione inglese Optimum Population Trust, che sostiene la riduzione di due terzi della popolazione mondiale, fino a due-tre miliardi.


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