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La minaccia britannica di assassinio di Obama

27 novembre 2008 (MoviSol) - Il 22 novembre LaRouche ha alzato i toni dell'allarme sul pericolo di assassinio di Obama, in occasione del XLV anniversario dell'assassinio di Kennedy. Da qui al 20 gennaio 2009, data dell'inaugurazione, è il periodo più pericoloso, data la permanenza di George Bush e soprattutto di Dick Cheney alla Casa Bianca.

"L'occasione è ghiotta per gli inglesi", ha osservato LaRouche: "Creare il tipo di emergenza nazionale da cui la democrazia americana non riemergerà più. Si guardi alla disintegrazione finanziaria mondiale, che va avanti dal luglio 2007 [...] L'oligarchia finanziaria britannica teme più del demonio, nelle attuali condizioni, una rinascita americana della politica vista per l'ultima volta sotto la presidenza di Franklin Delano Roosevelt. Il loro odio per Roosevelt è eguagliato solo da quello per Abraham Lincoln. E furono i britannici, come mostrano gli atti ufficiali, ad assassinare Lincoln".

I britannici hanno una lunga esperienza nell'eliminazione di leader della Repubblica Americana, ha commentato LaRouche, a cominciare dal ministro del Tesoro Alexander Hamilton. "Ciò che accadde sotto Bush e Cheney a seguito degli attacchi dell'11 settembre 2001 a New York e al Pentagono è un assaggio del tipo di repressione feroce che Cheney e il suo fantoccio George W. Bush imporrebbero, nelle condizioni di caos create da un assassinio del Presidente eletto", ha spiegato LaRouche.

"Considero la priorità assoluta di sicurezza nazionale quella di impedire questo tradimento britannico. Se avviene un attentato al Presidente eletto, così come l'hanno promosso i media britannici dal giorno delle elezioni, il mondo intero saprà l'indirizzo del luogo dove il piano fu concepito", ha concluso LaRouche".


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