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L'Osservatore Romano: credito produttivo a lungo termine

8 dicembre 2008 (MoviSol) -- Per la prima volta la politica globale di Lyndon LaRouche, articolata nelle varie modalità di impiego del credito statale a lungo termine, è ripresa da una fonte autorevole vaticana.

Sull'edizione del 4 dicembre dell'Osservatore Romano compare un articolo dal titolo "La bolla che ci salverà", a firma di Ettore Gotti Tedeschi, già collaboratore della testata vaticana, nel quale l'autore non si limita -- come accade ai cosiddetti "esperti di economia" -- a criticare a posteriori il modo con cui si è giunti all'attuale crisi.

Non si limita nemmeno a criticare il modo con cui troppi responsabili politici pensano di farci uscire dalla crisi, incentivando altre bolle speculative che rischierebbero di ignorare "ancora di più quella parte di mondo esclusa dal benessere", né ad elencare i principali problemi del sistema: crisi di liquidità, riduzione del credito, borse in perdita, "il crollo della domanda e dei consumi, la conseguente sovracapacità produttiva inutilizzata e la crescita dei costi fissi non assorbiti, lo spettro della disoccupazione".

Gotti Tedeschi passa ad individuare un teorema con cui riporre in armonia ogni aspetto della sofferente economia mondiale, ignorando completamente le esigenze degli speculatori e degli usurai dell'alta finanza, e che avrebbe scongiurato la crisi in atto, se fosse stato applicato in precedenza, tempestivamente.

Partendo dal giusto presupposto di valorizzare "la domanda potenziale dei Paesi poveri, mettendoli in condizione di partecipare al piano di risanamento globale", egli propone di applicare con maggior beneficio quella stessa 'fiduciosa follia' (così potremmo chiamarla), tutta fatta di regalie e attese malriposte, prima impiegata nella bolla finanziaria americana dei mutui subprime, ad un altro settore, quello caratterizzato da "la speranza di crescita del reddito e del valore degli investimenti in Paesi popolati da persone desiderose di migliorare e piene di dignità".

Una buona descrizione del teorema risolutivo è data implicitamente da questa osservazione: "L'Asia ha liquidità, gli Stati Uniti hanno tecnologia, l'Europa cuore, idee e iniziative imprenditoriali medio-piccole. I Paesi poveri hanno due o tre miliardi di candidati al progresso economico su cui investire in un'ottica a lungo termine."

Rotti gli indugi, l'articolo descrive minuziosamente alcuni aspetti del programma famigliare ai nostri lettori.

"Perché," chiede Gotti Tedeschi, "invece di un'altra bolla correttiva, egoistica e a breve termine, non si pensa a una bolla solidale a lungo termine [...] che permetta in alcuni anni a circa tre miliardi di persone di partecipare alla crescita dell'intero sistema economico? [...] Persone che però sono pronte, da subito, a esprimere una domanda essenziale per l'occidente, nonché a esser coinvolte in progetti infrastrutturali e produttivi, in progetti di formazione al lavoro e di conoscenza scientifica."

"Si tratta di un progetto che deve essere finanziato a lungo [termine] e a tassi bassissimi e questo rappresenta l'impegno maggiore dei Governi, a i Governi stessi", ricorda ironicamente Gotti Tedeschi, "che hanno garantito i mutui subprime, potranno facilmente garantire opere infrastrutturali; potranno, con un po' di sforzo, garantire imprese produttive da insediare in joint venture nei Paesi poveri e in settori-chiave come quello alimentare."

"Oggi", continua Gotti Tedeschi, " siamo felici che la ricca Cina - aiutata dall'occidente a svilupparsi economicamente - partecipi alla soluzione della crisi globale, ma si può immaginare un futuro con una ricca Africa, un ricco sud-est asiatico o una ricca America latina."

Quindi conclude, spiegando che "Le bolle vere, quelle negative, si producono quando si falsano i prezzi e le condizioni di mercato, non quando si sostiene l'ingresso progressivo di miliardi di persone nel ciclo economico".


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