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Il governo ucraino, consigliato da Soros, taglia il gas ad un'Europa colpita da gelate

15 gennaio 2009 (MoviSol) - I colloqui del 9-10 gennaio sulla crisi sorta tra Unione Europea, Russia ed Ucraina hanno sventato un'emergenza economica ed umanitaria che cominciava a prospettarsi in tutta l'Europa quando l'impresa statale ucraina Naftohaz ha deciso il 5 gennaio di tagliare le forniture di gas naturale russo che passano dai gasdotti ucraini, dirette ai clienti della Gazprom russa in Turchia, nei Balcani ed in altri paesi europei. Questa decisione ha colpito parti dell'Europa orientale investite da un'ondata di gelo, con temperature fino a 20 gradi sotto zero.

Il consulente del governo ucraino in questioni economiche e finanziarie è il megaspeculatore George Soros, colui che gestisce anche il patrimonio della Corona britannica, il che sta ad indicare che la crisi del gas naturale viene orchestrata da Londra, i cui portavoci auspicavano espressamente una crisi tra Russia ed Ucraina.

Il contenzioso tra Naftohaz e Gazprom si era acuito il 1 gennaio, quando la Gazprom ha interrotto le forniture di gas all'Ucraina per mancanza di un contratto. A ottobre, i premier russo e ucraino Vladimir Putin e Yulia Timoshenko avevano concordato una bozza di rinnovo dei contratti tra Naftohaz e Gazprom che prevedeva un prezzo del gas inferiore al prezzo di mercato, e nessun aumento delle tariffe di transito del gas dall'Ucraina verso l'Europa, nonché il pieno pagamento delle fatture ucraine del 2008. Poi sono crollate le principali esportazioni ucraine, acciaio e prodotti chimici, è crollata la valuta, e gli ucraini si sono rivolti al Fondo Monetario Internazionale per ottenere un credito di 16,5 miliardi di dollari, che come sottolinea l'Economist Intelligence Unit serviva principalmente a ripagare il debito estero delle banche ucraine. In cambio di tale credito, come riferiscono fonti ucraine, il governo ha accettato di assumere il Blackstone Group di Soros come consulente. Il Premier Timoshenko ammette di aver incontrato Soros in dicembre.

Al 31 dicembre, la Gazprom non aveva ancora ricevuto alcun pagamento degli arretrati della Naftohaz. A quel punto i russi hanno alzato il prezzo del gas naturale per il 2009 da quello al di sotto del mercato a 450 $/mille metri cubi. La Naftohaz ha preteso una tariffa di transito di 2 $/mille metri cubi, al di sopra della norma, per il gas della Gazprom diretto all'Europa, e a Capodanno ha interrotto i colloqui. A quel punto la Gazprom ha interrotto le forniture di gas all'Ucraina, continuando a fornire il "gas in transito" all'Europa. Alcuni giorni dopo, la Gazprom ha accusato l'Ucraina di aver dirottato fino a 65,3 milioni di metri cubi di gas, ed ha ridotto le forniture totali alla rete di gasdotti, di quasi il 15%. Nelle prime ore del 6 gennaio l'Ucraina ha tagliato per ritorsione le forniture all'Europa.

L'8 gennaio il Premier russo Putin ha ordinato all'amministratore delegato della Gazprom Miller di portare tutti i contratti tra la Gazprom e la Naftohaz a Bruxelles per mostrarli ai funzionari dell'Unione Europea responsabili dei colloqui per risolvere la crisi, documenti che avrebbero contribuito a forgiare l'accordo tra UE-Russia ed Ucraina menzionato sopra.

Un aspetto di particolare interesse è stato sottolineato dall'economista Natalia Vitrenko, presidente del Partito Socialista Progressista in Ucraina, che in una dichiarazione del 3 gennaio fa notare che il governo aveva fatto entrare l'Ucraina nell'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) il maggio scorso con la promessa che si sarebbe adeguato ai prezzi di mercato nel consumo di gas. In effetti, dal 1 novembre, la Naftohaz addebita ai propri clienti interni 320 $/mille metri cubi, ovvero quasi il 60% in più dei 201 $ che si offriva di pagare alla Gazprom nel 2009. Per caso George Soros ha consigliato alle autorità ucraine anche come spendere la differenza?


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