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Bad Bank o riorganizzazione fallimentare di LaRouche

22 gennaio 2009 (MoviSol) - Nelle prime due settimane del nuovo anno, i governi occidentali hanno continuato nella folle politica di rovinare i bilanci pubblici rifinanziando le banche. In Germania, il governo ha parzialmente nazionalizzato la Commerzbank il 9 gennaio ed è diventato azionista per l’8% della Deutsche Bank il 14 gennaio, tramite la Deutsche Post (le poste tedesche). Il 16 gennaio, il governo irlandese ha nazionalizzato l’Anglo-Irish bank, mentre il 15 gennaio il Tesoro USA ha rifinanziato la Bank of America con 20 miliardi di dollari della seconda tranche del pacchetto Paulson e con garanzie per tutto tranne i primi 10 miliardi di perdite su un pool di 118 miliardi di prestiti, titoli e derivati.

Tutti questi interventi non sono serviti a far ripartire il credito, e l’effetto sull’economia fisica è stato quello di accelerarne il crollo. Le iniezioni di liquidità, così come le nazionalizzazioni o garanzie dello stato, non funzioneranno. E’ chiaro a tutti che fintanto che il sistema bancario sarà gravato dai titoli tossici, il credito non ripartirà mai. E’ iniziata quindi una discussione in ambienti finanziari e di governo su come eliminare i titoli tossici dai bilanci delle banche. Tuttavia, una parte dell’elite finanziaria, spesso gli stessi gruppi che sono responsabili della crisi, cerca di scaricare i titoli tossici sui bilanci pubblici, tramite una "bad bank". Il governo britannico sta preparando una soluzione simile e Gordon Brown annuncerà uno schema per una "bad bank globale" da presentare al Presidente Obama. Il governatore della Federal Riserve Bernanke, che ne ha discusso con Brown il 12 gennaio a Londra, si è detto favorevole a questa ipotesi.

Si tratta di una proposta immorale ed anche economicamente assurda, che non potrà funzionare. Come ha ribadito più volte Lyndon LaRouche, la parte tossica del sistema continua a crescere ed include scommesse in derivati per quadrilioni (milioni di miliardi) di dollari. Un simile schema di "bad bank" senza fine manderà in bancarotta i governi, distruggerà le economie nazionali e renderà schiava la popolazione.

Tuttavia, è in discussione anche la soluzione alternativa, quella di LaRouche, che prevede la moratoria sulle parti tossiche del sistema finanziario. L’hanno sostenuta alcuni leader occidentali, come Giulio Tremonti in Italia, proponendo di "congelare" la bolla dei derivati e “salvare le famiglie, le imprese e la parte funzionale delle banche”. Il 15 gennaio il consigliere di Obama Paul Volcker ed altri membri del "Gruppo dei 30" sono stati interpellati su questa proposta durante una conferenza stampa a Washington. Volcker ha risposto di non aver ancora preso una decisione.

Il 18 gennaio Tremonti è intervenuto nuovamente sull’argomento, con un’intervista al Corriere della Sera ed al Tg1, spiegando che tale "bad bank" funzionerebbe solo se venisse utilizzata come contenitore "ad hoc, immetterci i derivati, eccetera, pianificare una lunghissima moratoria" senza ricorrere al denaro pubblico. "Non servono capitali pubblici. Non ha senso utilizzare capitali pubblici per rilevare la finanza derivata e deviata, per due ragioni: perché non basterebbero e non sarebbe equo". Nel rifiutare lo schema britannico di "bad bank" Tremonti è sulla stessa linea del ministro delle Finanze tedesco Steinbrueck, ma va oltre il collega tedesco proponendo una soluzione diversa con lo stesso nome. L’idea di Tremonti di una “soluzione biblica” e di una “moratoria lunghissima” sui derivati è la soluzione di LaRouche, quella di congelare tutte le parti del sistema finanziario che non hanno niente a che vedere con l’economia reale. Come LaRouche, anche Tremonti auspica inoltre che “i responsabili debbano pagare e debbano andarsene” invece di ricevere liquidazioni d’oro come è accaduto col pacchetto Paulson. È l’unica soluzione che funzionerà. Tutto il resto è follia.


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