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Affondare gli Zombies, non farsi trascinare a fondo

29 gennaio 2009 (MoviSol) - Il panico si diffonde nella City di Londra e nel governo britannico in questi giorni, mentre va in fumo il sistema finanziario da cui dipende il reddito della City e comincia a disintegrarsi ciò che passa per la nazione britannica. La situazione è talmente grave che il nocciolo duro dell'oligarchia, il numero relativamente piccolo di famiglie che domina il resto, pensa di non avere altra scelta che quella di sacrificare il miglior gioiello di famiglia, la Banca d'Inghilterra. Infatti, il nuovo piano di salvataggio del governo, i cui dettagli non sono interamente noti, manderà in fallimento la "vecchia signora di Threadneedle Street", facendole acquistare o garantire i rifiuti tossici delle banche su vasta scala.

Una simile mossa suicida segue le direttive annunciate da George Soros, che tenta di spingere il Presidente Obama nella stessa direzione. Parlando alla 77ma conferenza invernale dei sindaci americani alla vigilia dell'inaugurazione di Obama, Soros si è lamentato che il pacchetto di stimolo dal 800 miliardi attribuito alla nuova amministrazione "non è sufficiente a ribaltare la situazione", e ha chiesto di approntare "misure politiche radicali e non ortodosse" non meglio specificate, compresa la ricapitalizzazione delle banche (salvataggio). Altrimenti, le attuali "pressioni deflazionistiche" saranno rimpiazzate dallo "spettro dell'inflazione", che costringerebbe a misure ancora più dolorose.

Soros ha poi ripetuto il suo appello in un editoriale del Financial Times il 23 gennaio, ammettendo che la sua soluzione "infliggerebbe grandi sofferenze ad un ampio settore della popolazione; non solo agli azionisti ma anche ai pensionati. Purtuttavia, esso ripulirebbe l'aria e farebbe ripartire l'economia".

Balle. Qualsiasi forma esso assuma, il salvataggio chiesto dalla fazione britannica e dal suo agente Soros non funzionerà mai. Esso riuscirà solo a distruggere ulteriormente l'economia e la società. Sempre più viene riconosciuto il fatto che il sistema bancario è diventato una galleria di zombies, banche una volta onnipotenti e ora ridotte a morti viventi, che nessun salvataggio potrà mai far resuscitare.

L'economista Paul Krugman ha scritto sul New York Times del 19 gennaio , in riferimento palese a Citigroup, chiamandola "una banca zombie, che opera ancora ma che in realtà è già fallita". "Molte banche, forse la maggior parte di esse sono essenzialmente insolventi e lo sono da molto tempo", aveva scritto Frank Partnoy il giorno prima sullo stesso quotidiano. "E' incredibile che abbiano perso così tanti soldi sui derivati ma è ancora più stupefacente che sono rimaste in vita così a lungo in seguito".

L'economista Nouriel Roubini ha detto, in una conferenza stampa il 20 gennaio, che le perdite finanziarie potrebbero raggiungere 3600 miliardi di dollari e, in quel caso, "il sistema bancario statunitense sarà propriamente insolvente perché parte con un capitale di 1400 miliardi. Si tratta di una crisi bancaria sistemica".

Dunque, la bancarotta del sistema non è più un segreto sussurrato nei santuari della finanza, e si discute pubblicamente che cosa fare. Molti attori influenti concordano con la diagnosi larouchiana; quando concorderanno con la soluzione?


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