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Il Senato chiede la riorganizzazione fallimentare: il Governo frena

26 febbraio 2009 (MoviSol) - Su iniziativa del senatore Oskar Peterlini, il Senato ha discusso e votato il 24 febbraio la proposta di riorganizzazione fallimentare di Lyndon LaRouche.

La mozione del sen. Peterlini, stesa a quattro mani col segretario generale di MoviSol Andrew Spannaus, è stata il punto di riferimento per altre cinque mozioni che, a seconda dell'orientamento dei relatori, sostenevano, copiavano o si opponevano al contenuto della mozione Peterlini. Dopo circa tre ore di dibattito e numerose modifiche apportate alle varie mozioni su richiesta del governo, è stato ottenuto un risultato limitato ma utile. Cinque mozioni sono state approvate e una è stata bocciata – quella del Partito Democratico, il cui relatore Morando ha cantato le lodi della globalizzazione e proposto un governo mondiale. Le modifiche richieste dal governo avevano il chiaro scopo di rendere innocui i testi finali, evitando il riferimento nei dispositivi a Lyndon LaRouche e alla riorganizzazione fallimentare, e rimovendo l'attacco al sistema delle banche centrali. Infatti la posizione adottata è in linea con quella del governatore di Bankitalia e capo del Financial Stability Forum Mario Draghi: più poteri agli organismi sovrannazionali, tra cui lo stesso FSF e il Fondo Monetario Internazionale. Tuttavia, il dispositivo di una delle risoluzioni approvate, quella della Lega Nord, chiede misure che vanno nella direzione della riorganizzazione fallimentare del sistema finanziario. E il principio di fondo è rimasto anche nella mozione Peterlini: "Il bene comune (General Welfare) deve avere precedenza rispetto agli obblighi finanziari creati per foraggiare la bolla speculativa".

Ciò è riflesso nel comunicato ufficiale del Senato, che attesta un consenso tra le varie forze politiche, che tra l'altro hanno chiesto al governo "di usare le risorse pubbliche per salvaguardare i risparmiatori e proteggere le attività economiche ordinarie e non gli interessi degli istituti di credito detentori o addirittura promotori dei titoli tossici. Per fare ciò occorre separare i debiti speculativi da quelli di investimento e prestare attenzione a questi ultimi con finanziamenti a basso interesse e a lungo termine, per sostenere l'economia reale e contenere gli effetti della crisi sull'occupazione".

Nel dispositivo della mozione della Lega Nord, approvata dal Senato, si impegna il governo a "individuare e sperimentare modalità innovative che, riducendo al minimo i rischi per il contribuente, consentano di risolvere il problema dell'emissione, da parte degli istituti bancari, di titoli «tossici», privi di valore di mercato, che oggi inibiscono la circolazione della liquidità nel sistema".

Il riferimento è alla nota proposta del ministro dell'Economia Giulio Tremonti di congelare i titoli derivati e non finanziarli con denaro dei contribuenti. E' risaputo che questa proposta, e quella della Nuova Bretton Woods di cui si discute in Italia da anni, proviene da Lyndon LaRouche, come riconosciuto dallo stesso Tremonti. Benché il sen. Peterlini avesse originalmente proposto la "riorganizzazione fallimentare" del sistema, sia nella mozione che nell'intervento al Senato, la linea filo-Draghi è prevalsa nell'escluderla dal dispositivo finale della mozione Peterlini. Purtuttavia, il Senato ha votato a favore della stessa richiesta in una formulazione diversa e meno esplicita, quella appunto riprodotta sopra. Il voto del Senato, dunque, rappresenta un risultato limitato ma utile nella battaglia urgente per salvare le economie nazionali, i cittadini e le imprese dal collasso globale. Esso rafforza la posizione del ministro Tremonti nel negoziato con i partners internazionali.

Il resoconto stenografico del dibattito, compresi i testi delle mozioni, può essere consultato sul sito del Senato, a questo link:

http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/00396333.pdf


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