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Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
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Sfidare la tirannia, per un giusto ordine economico

5 marzo 2009 (MoviSol) - Aprendo la sessione pomeridiana della seconda giornata della conferenza di Rüsselsheim, Helga Zepp-LaRouche, presidente dello Schiller Institute, ha esordito esprimendo l’idea ottimistica che, nonostante l’attuale degenerazione politica e culturale, l’Europa possa svolgere un ruolo nel “prossimo Rinascimento”. Ha citato il poeta classico tedesco Friedrich Schiller e la sua storia della lotta per la liberazione delle Fiandre come un ottimo esempio scritto di come la popolazione di una piccola nazione sia in grado di rovesciare la tirannia più possente se unita nella fiducia e munita delle giuste idee. L’attuale crisi globale, con trilioni di dollari gettati in pacchetti iperinflazionistici di salvataggio delle banche, poteva essere evitata dando ascolto alle proposte di LaRouche su una riorganizzazione fallimentare, formulate nella webcast trasmessa il 25 luglio 2007. All’interno dell’establishment politico europeo, l’unico segnale di speranza è il ruolo svolto dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti, che intende mettere la Nuova Bretton Woods all’ordine del giorno del vertice del G8 che si terrà in Italia in luglio. Tuttavia, se i tedeschi continueranno a restare aggrappati all’ideologia monetarista ed ecologista prevalente oggi, in un futuro non lontano vedranno la Porta di Brandeburgo e il Duomo di Colonia sprofondare nella giungla, esattamente come Angkor Vat, capitale dell’antica Cambogia.

Jacques Cheminade, presidente di Solidarité et Progrés, il movimento di LaRouche in Francia, ha fatto una ricostruzione dettagliata del lavoro della Commissione di Inchiesta del PM di New York Ferdinand Pecora, che nel 1932 preparò il terreno alla regolamentazione del sistema bancario USA che gettò le basi per il New Deal di Roosevelt e dando così il via alla ripresa dell’economia fisica americana.

Un’angolazione diversa della stessa politica è stata fornita da Padre Bonifacio Honings, ex decano della Pontificia Università Lateranense a Roma, che ha riesaminato le più importanti encicliche della dottrina sociale della Chiesa (a partire dalla Rerum Novarum del 1891, proseguendo con la Mater et Magistra, con la Populorum Progressio di Papa Paolo VI nel 1967 e arrivando alla Centesimus Annus di Giovanni Paolo II) trovando un nesso tra la dottrina sociale della Chiesa e le proposte di LaRouche per un più giusto ordine economico mondiale.

La questione scottante del conflitto arabo-israeliano è stata affrontata dal Prof. Norton Mezvinsky della Connecticut State University, il quale si batte da 40 anni negli Stati Uniti per la pace in Medio Oriente. Il relatore americano ha descritto le difficoltà nell’arrivare ad una soluzione pacifica del conflitto a causa delle provocazioni israeliane iniziate sotto Ariel Sharon, e del raddoppio degli insediamenti negli ultimi 17 anni, che rende impossibile il concetto dei due stati. Un’alternativa, ha proposto, sarebbe quella storica di Albert Einstein per uno stato binazionale, in cui risiedano sia gli ebrei israeliani che gli arabi palestinesi, e che sembra di più facile realizzazione.

Ha concluso la sessione il Prof. Giancarlo Pallavicini, membro italiano dell’Accademia Russa delle Scienze Naturali (RANS), che ha parlato dell’urgenza di tornare ad una politica economica e finanziaria che dia la priorità ai requisiti dinamici dell’economia reale, sostenendo la proposta della Nuova Bretton Woods.

La sessione conclusiva della conferenza, dal titolo “I prossimi 50 anni sulla terra”, è stata condotta da membri del movimento giovanile larouchiano (LYM) da diversi paesi, che si sono concentrati sul concetto dell’uomo come individuo creativo, capace di scoprire i principii scientifici universali che rendono possibile il progresso del genere umano come un tutto. A dimostrazione di tali principii universali il coro del LYM ha eseguito il mottetto "Jesu meine Freude" di J.S.Bach.

A conclusione della conferenza i 350 partecipanti hanno approvato la “mozione di Ruesselsheim” che partendo dalla crisi dell’OPEL (che ha sede a Ruesselsheim) chiede interventi urgenti per salvare il settore dell’auto riconvertendolo per la produzione di infrastrutture orientate allo sviluppo dei paesi meno sviluppati.


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