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Intervento del teologo morale Padre Bonifacio Honings alla Conferenza dello Schiller Institute, tenutasi a Rüsselsheim, il 21-22 febbraio 2009.

La dottrina sociale della Chiesa.
I fondamenti morali del piano di LaRouche.

28 marzo 2009 (MoviSol) - Riportiamo il testo dell'intervento alla Conferenza Internazionale dello Schiller Institute, a Rüsselsheim, 21-22 febbraio 2009, di Padre Bonifacio Honings, teologo, ex Decano di Teologia Morale della Pontificia Università Lateranense

Non solo noi, ma anche molti altri sanno che da molti anni Lyndon LaRouche, non solo ha annunciato il collasso globale del sistema economico, ma, allo stesso tempo, ha indicato molto saggiamente la possibilità di una soluzione globale. È davvero un peccato che egli, per molti anni, sia stato come un profeta che gridava nel deserto. La realtà delle cose a livello finanziario va sempre più nella direzione che aveva indicato nella sua visione dei segni dei tempi. [...]

Da quando i Clintoniani hanno conquistato gran parte della futura squadra di governo del Presidente Obama, ci sono motivi di ottimismo. LaRouche è, in un certo senso, parte di quella squadra, per i legami con essa ed in particolare per la credibilità di cui comincia a godere per la giustezza della sua previsione sul più grande crollo finanziario della storia moderna, che è ora in corso. Riassumerò brevemente il suo piano.

Il piano di LaRouche

La principale misura a livello internazionale è di stabilire una cooperazione tra Stati Uniti, Russia, Cina e India. Questi paesi devono lanciare insieme una generale riforma del sistema monetario e finanziario internazionale, poiché, senza questo tipo di riforma, non c’è possibilità di evitare quelli che diventerebbero dei Nuovi Secoli Bui.

Nel suo discorso del 5 dicembre 2008 a Nuova Delhi, LaRouche ha sottolineato che la soluzione alla disintegrazione finanziaria globale, iniziata nel luglio del 2007, è dar vita ad un’alleanza tra Quattro Potenze per sottoporre il sistema mondiale ad una riorganizzazione fallimentare, poiché non c’è sufficiente denaro o ricchezza per ripagare i trilioni di dollari di titoli derivati tossici.

Perciò, la misura più urgente è sottrarre l’economia mondiale a questa bolla dei derivati finanziari. Il futuro del mondo dipenderà da come il mondo guarderà per prima cosa all’Asia, dove si trova la questione più grande, la crisi più grave. In India il 63% della popolazione è in estrema povertà; in Cina e in altri paesi asiatici rileviamo situazioni simili. Si prospetta l’esplosione di crisi sociali. Perciò, a meno che non abbiamo una prospettiva di sviluppo efficace per l’Asia, non avremo molta speranza per il resto del mondo. Perciò è molto importante che gli Stati Uniti, che sono la chiave della soluzione, a motivo della loro Costituzione, si uniscano alle principali nazioni eurasiatiche; e le principali nazioni eurasiatiche sono Russia, Cina e India. [1] [...]

I motivi del mio intervento come teologo morale

Prima di passare al mio intervento sui fondamenti morali del piano di LaRouche secondo la dottrina sociale della Chiesa, voglio renderne chiari i motivi.

Prima di tutto, perché una conoscenza approfondita e soluzioni appropriate a questioni concernenti i diversi campi dell’economia, della politica, della vita sociale, della scienza, della filosofia e della religione sono importanti. Nella sua enciclica Fides et Ratio (Fede e Ragione)), Giovanni Paolo II si appella ai filosofi affinché "abbiano il coraggio di recuperare, sulla scia di una tradizione filosofica perennemente valida, le dimensioni di autentica saggezza e di verità, anche metafisica, del pensiero filosofico". [2] Nella dinamica della propria fede, in cui lo Spirito Santo riempie l’intera terra con la sua guida, la Chiesa deve farsi portavoce delle richieste e dei desideri della popolazione, per cogliere i veri segni della presenza di Dio e dei suoi piani. Dopo tutto la fede non solo illumina ogni cosa con luce nuova ma illustra anche la salvezza di Dio con speciale riguardo alla pienezza della vocazione umana. In questo modo la fede indirizza lo spirito verso le soluzioni che corrispondono alla dignità dell'umanità. Ecco perché entrambe le due ali della Fede e della Ragione sono non solo utili, ma anche necessarie per la Dottrina Sociale della Chiesa.

Il piano di LaRouche contiene un’ala di questa dottrina sociale, e perciò conviene indagare sui fondamenti morali di tale piano. Inoltre, ed è il mio secondo motivo, le cause della crisi mondiale prevista da LaRouche e, soprattutto, le soluzioni da lui proposte, riguardano la dignità di tutta l’Umanità [...], corrispondono alla giusta lettura e alla giusta interpretazione dei segni dei tempi a livello economico e politico mondiale.

Sui segni dei tempi, Paolo VI e i 2000 padri del Concilio Vaticano II, dichiararono nel 1965: "Il popolo di Dio crede che a guidarlo sia lo Spirito del Signore che riempie il mondo intero. Mosso da questa fede, esso cerca di discernere negli eventi, nei bisogni e nelle aspirazioni che condivide con altri uomini del nostro tempo, quelli che possono essere i segni della presenza o del disegno di Dio. La fede getta nuova luce su tutte le cose e fa conoscere in pieno l’ideale che Dio ha stabilito per l’uomo, guidando così la mente verso soluzioni che sono pienamente umane. Perciò, per portare avanti il suo compito, la Chiesa ha la responsabilità di leggere nei segni dei tempi ed interpretarli alla luce del Vangelo. In un linguaggio intellegibile a tutte le generazioni, dovrebbe essere capace di rispondere alle domande sempre ricorrenti che gli uomini pongono sul significato della vita presente e di quella futura e su come l’una è correlata all’altra. Dobbiamo essere consci e comprendere le aspirazioni, i desideri, e gli spesso drammatici avvenimenti del mondo in cui viviamo". [3] Secondo questa autentica dichiarazione del Vaticano II, il miglior modo di illustrare, come insegnante di teologia morale sociale, il fondamento morale del piano di LaRouche sta nella lettura dei segni dei tempi e nelle corrispondenti soluzioni proposte dalla dottrina sociale della Chiesa. Comincerò con i segni dei tempi e le soluzioni proposte nella Rerum Novarum di Leone XIII del 15 maggio 1891.

1. La dottrina sociale nella Rerum Novarum

L’enciclica di Leone XIII sul lavoro, Rerum Novarum divenne la prima Magna Charta dell’impegno della Chiesa per l’ordine sociale in costruzione. Un buon sunto di questa prima lettera papale richiede di spendere alcune parole sul contesto storico in cui papa Leone XIII visse e che lo ha motivato a scrivere quel documento.

I segni dei tempi.

Era un periodo di oscurità, di radicali rivoluzioni in ambito economico e politico. La filosofia materialistica del liberalismo sembrava onnipotente. Grazie ai progressi tecnici si beneficiava di una espansione senza precedenti della produzione. La nozione più comune in economia era che è tutto un gioco di necessarie forze della natura e che non c’è alcun collegamento tra legge morale ed economica. In economia si deve esclusivamente cercare il proprio vantaggio, attraverso il quale le reciproche posizioni degli individui in ambito economico sono specificate solo dalla suprema legge della libertà. Tuttavia questa libertà automatica del mercato non conduceva ad una giusta distribuzione della ricchezza. Si lasciavano i lavoratori al loro destino, completamente impotenti di fronte ai loro spietati datori di lavoro e all’avida competizione incontrollata. In molti paesi era proibito ai lavoratori di organizzarsi, così che l’autorità del forte potesse regnare suprema. [...]

Tale stato di cose non solo devasta l’ordine economico, ma ha come inevitabile conseguenza, che i lavoratori saranno sempre più insoddisfatti e resisteranno apertamente. La corrente del "socialismo scientifico" di Karl Marx, si presenta come una soluzione basata sul collettivismo, la comproprietà di tutti i mezzi di produzione. Il rimedio era peggio della malattia. In questa triste e drammatica situazione del mondo dei lavoratori il Papa elabora sistematicamente la dottrina della Chiesa.

La soluzione della Chiesa.

All’inizio Leone XIII dà alcune ragioni del perché la soluzione proposta dal socialismo svantaggi i lavoratori. La principale ragione è il rifiuto della proprietà privata. Naturalmente Dio ha dato la Terra a tutta l’umanità perché ne usasse e ne godesse, ma ciò non implica il rifiuto della proprietà privata, al contrario mostra una comprensione più profonda della natura umana. [...]

È nelle abilità intellettuali dell’uomo scegliere le cose che egli trova più utili per la cura delle proprie necessità, e non solo per il qui e l’oggi, ma anche per il futuro. Pertanto l’uomo non ha diritto solo ad avere i frutti della terra, ma anche la terra stessa. [...]

Dopo essersi riferito a diversi testi dell’Antico e Nuovo Testamento, Leone XIII scrive: "In generale il ricco e il datore di lavoro devono ricordare che né le leggi divine, né quelle umane permettono di sfruttare a proprio vantaggio i bisognosi e gli sfortunati e di fare profitti dall’impotenza degli altri". [...]

Un testo dell’Antico Testamento conferma molto fortemente la fondazione etica di questa soluzione basata sulle ali della ragione e della fede: "Non desiderare la moglie altrui, né la sua casa, né la sua terra, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né alcunché appartenga a lui". (Dt. 5,21). L’intera umanità può perciò non solo concludere che all’interno della legge naturale si possono trovare le fondamenta della distribuzione di tutti i beni, ma può essere d’accordo che leggi civili, che derivano la propria forza dalla legge naturale confermino i diritti naturali e li proteggano anche infliggendo delle punizioni [...]

Ecco un importante discorso di Papa Giovanni XXIII, in occasione del settantesimo anniversario di questa enciclica, il 14 maggio 1961; egli dice ai lavoratori cattolici: "[...] questa enciclica non parla di una materia di normale oggetto papale, per esempio incoraggiare alla religiosità e alla devozione cristiana, ma parla teoreticamente e praticamente del lavoro di tutti, che mette l’energia umana, braccia testa e cuore, corpo e anima a servizio della vita e dello sviluppo dell’intero mondo". [4] Questa risposta, ed era questa la mia intenzione, prova che le fondamenta etiche della soluzione riguardante le questioni dei segni dei tempi della Rerum Novarum, sono anche la base del piano di LaRouche da momento che questo è basato sui diritti naturali di ogni essere umano creato ad immagine di Dio. Questo argomento antropologico, come prova delle fondamenta morali del piano di LaRouche, è ancor più accentuata nella lettera enciclica di Papa Pio XI.

2. La dottrina sociale nella Quadragesimus Annus

Pio XI, il Papa dell’Azione Cattolica e dell’apostolato dei laici, dichiara che la sua enciclica, quaranta anni dopo l’apparizione della Rerum Novarum, era sul rinnovamento dell’ordine sociale e sul suo compimento in consistenza con l’insegnamento del Vangelo.

I segni dei tempi.

Per seguire la successiva costruzione dell’ordine economico sociale e politico, la nostra attenzione va ai grandi cambiamenti che hanno avuto luogo sin dall’epoca della Magna Charta di Leone XIII. [...] come sono le cose quaranta anni dopo? Il sistema capitalistico ha completamente saturato le relazioni sociali ed economiche di coloro che sono ai margini. Costoro prendono parte ai suoi vantaggi, ma soprattutto ai suoi svantaggi e carenze. Pio XI pone speciale attenzione all’accumulazione di capitale che creava una concentrazione di potere illimitato e una dispotica predominanza nelle mani di pochi. Questa conglomerazione di capitale e potere causa una lotta per il predominio, che non tiene in alcun conto la morale. Per questa ragione l’economia eserciterà sempre più influenza sulla politica nazionale ed internazionale. In una parola, il sistema capitalistico si è trasformato in una sorta di dittatura economica. Più avanti vedremo che il fondamento morale della soluzione data dalla dottrina sociale della Chiesa è ancora il fondamento morale del piano di LaRouche. Ma è qui molto importante notare che LaRouche ha previsto la fine della dittatura delle banche poiché era completamente immorale.

La soluzione della Chiesa.

Per aggirare sia l’individualismo che il comunismo, è assolutamente necessario un onesto e corretto giudizio sull’individuo e sul carattere sociale del capitale e del lavoro. I rapporti reciproci, sostenuti dall’amore cristiano per il prossimo, devono essere organizzati secondo le leggi di una giustizia stringente. La libera concorrenza e specialmente il settore economico devono essere effettivamente sottomesse all’autorità statale dal momento che questa risponde al bene comune. [...]

Il sistema economico può continuare a basarsi sul capitale e sul lavoro, ma solo a condizione che si crei un sistema ordinato, organizzato da un commercio regolato, come prescrive la giustizia sociale. In altre parole, da una parte c’è bisogno di una reazione ai cambiamenti da parte del socialismo, dall’altra, maggiore giustizia sociale è richiesta al capitalismo. La dottrina sociale della Chiesa sottolinea esplicitamente la visione cristiana: "Una vera cooperazione unita verso l’unico bene comune è possibile solamente quando tutti i gruppi dell’intera società sono profondamente consci del fatto che tutti sono membri di una grande famiglia, che tutti sono figli dello stesso Padre Celeste, che essi sono tutti insieme un solo corpo in Cristo secondo le parole dell’Apostolo: 'Ci sono molte membra, ma un solo corpo' (1 Cor 12,20), così che 'quando un membro soffre, tutte le altre membra soffrono con essa' (Rom 12,35)".

Nel piano di LaRouche come soluzione all’esplosione della crisi sociale ed economica, abbiamo le stesse fondamenta morali, poiché, a meno che non abbiamo una prospettiva di efficiente sviluppo per l’Asia, non abbiamo molta speranza per il mondo in generale. Nella dottrina sociale di Papa Giovanni XXIII, questo fondamento etico è presente in special modo, ma, e questo è ancora più importante, con particolare attenzione ai problemi a livello mondiale.

3. La dottrina sociale nella Mater et Magistra

"Benché dunque la santa Chiesa abbia innanzi tutto il compito di santificare le anime e di renderle partecipi dei beni di ordine soprannaturale, essa è tuttavia sollecita delle esigenze del vivere quotidiano degli uomini, non solo quanto al sostentamento ed alle condizioni di vita, ma anche quanto alla prosperità ed alla civiltà nei suoi molteplici aspetti e secondo le varie epoche.." [5] Caratteristica della lettera enciclica di Papa Roncalli è la sua attenzione all’ordine socio-economico nella sua completezza e per tutte le persone.

I segni dei tempi.

Vengono menzionati alcuni problemi mondiali: prima di tutto il problema agricolo. È una delle più pressanti questioni di giustizia riparare il bilancio economico e sociale tra due aree della società umana, quella industriale e quella agricola. "Lo sviluppo storico ci mostra sempre più chiaramente che debba essere raggiunto un adempimento delle domande di giustizia e equità, non solo tra lavoratori e industriali, ma anche tra diversi territori economici e tra zone più forti e più deboli dello stesso paese e a livello internazionale, in riferimento ai paesi con diverso grado di sviluppo sociale ed economico". Quale soluzione offre la dottrina sociale della Chiesa a questa richiesta di maggiore giustizia economica ed equità sociale in tutto il mondo?

La soluzione della Chiesa.

Diverse linee guida tendono verso un graduale ed armonioso sviluppo in economia. I contadini stessi hanno bisogno di coltivare la maggior parte della loro prosperità, usando l’avanzamento della scienza, della meccanica, della chimica e della biologia. Una forte richiesta è la solidarietà e la mutua cooperazione così che i contadini possano essere equiparati al settore industriale. A questo punto Papa Roncalli sottolineava che il più grande problema dei tempi moderni è molto probabilmente quello delle relazioni tra paesi economicamente sviluppati e paesi in via di sviluppo; i primi sono ricchi, i secondi soffrono scarsità. "La solidarietà che lega tutti gli esseri umani e li fa membri di un’unica famiglia impone alle comunità politiche, che dispongono di mezzi di sussistenza ad esuberanza, il dovere di non restare indifferenti di fronte alle comunità politiche i cui membri si dibattono nelle difficoltà dell’indigenza, della miseria e della fame, e non godono dei diritti elementari della persona". [6] Il fondamento morale secondo la dottrina sociale della Chiesa è sempre più evidente: abbiamo bisogno di una più grande e più efficace solidarietà mondiale. In un discorso del 3 maggio 1960, Giovanni XXIII disse: "Noi tutti insieme abbiamo la responsabilità delle popolazioni meno sviluppate". L’insegnamento sociale della Chiesa deve, più che mai, avere a cuore un giusto ordine economico e una configurazione sociale più umana, completamente focalizzata sullo sviluppo integrale di tutti gli esseri umani. Dopo il Concilio Vaticano II, la chiesa si rende conto ancor più chiaramente e profondamente di ciò che chiede il Vangelo di Gesù Cristo: aiutare in ogni dimensione l’integrale sviluppo di tutti. Io penso, senza esagerazione, che il piano di LaRouche denoti una solidarietà mondiale dagli stessi fondamenti morali. Inoltre è risaputo che la fondazione di una particolare responsabilità comune era una delle principali preoccupazioni di Papa Paolo VI nella sua enciclica Populorum Progressio.

4. La dottrina sociale nella Populorum Progressio

Montini insegna con grande cura e profonda preoccupazione che, in questo vitale punto di svolta nella storia, è cruciale agire nella solidarietà con entrambe le ali della fede e della ragione. Chiunque conosca il piano di LaRouche per questo punto di svolta della storia, sa anche come il fondamento morale dell’ordine globale socio-economico della Populorum Progressio è anche il fondamento morale del suo piano. La dimensione globale è, sia per Montini che per LaRouche, il punto centrale delle loro questioni sociali ed economiche. Per entrambi lo sviluppo integrale di tutti, richiede la liberazione dall’ingiustizia e dalla povertà, dalla miseria, dalle malattie e dall’ignoranza. L’intera umanità ha diritto ad una più larga porzione delle ricchezze della civiltà, cosa che include il diritto alle loro qualità umane e la loro continua realizzazione del loro pieno sviluppo. [...]

Papa Montini pone l’attenzione, come dato di base, allo sviluppo completo di ogni uomo, di tutto l’uomo e di tutti gli uomini. Dal momento che ogni uomo è membro della società, il suo sviluppo è un obiettivo condiviso. Erede delle precedenti generazioni, la popolazione del nostro tempo ha il dovere di mostrare, a livello globale, una solidarietà degna dell’uomo, la quale, anche se i progetti di sviluppo richiedono tecnici in numero ogni giorno crescente, ha bisogno di persone pensanti ancor più sagge e intelligenti. Più che mai abbiamo bisogno di persone che ricerchino un nuovo umanesimo in cui ognuno sia capace, da solo e tutti insieme, di passare da condizioni di vita meno umane a più umane. Ogni programma volto all’aumento della produzione deve contemporaneamente aiutare la persona umana. In ogni modo, lo sviluppo deve procedere in maniera armonica, in modo che l’equilibrio cruciale sia mantenuto. [...]

Anche qui le due ali della fede e della ragione devono prevenire l’ambiguità dello sviluppo armonizzando la destinazione universale dei beni e della proprietà personale; anche la tentazione della violenza deve essere disarmata. L’attuale situazione va affrontata con grande energia, lo sviluppo integrale richiede scelte coraggiose che implicano un rinnovamento fondamentale.

In questo modo la ragione risponderà alle aspettative della gente e la fede garantirà la partecipazione dello Spirito Santo giacché è "il fermento evangelico che ha suscitato e suscita nel cuore umano un'esigenza incoercibile di dignità". [7]

Conclusione:

Giungendo in conclusione alla specifica ragione per la quale la dottrina sociale della Chiesa è il fondamento morale del piano di LaRouche, occorre notare come, a dispetto di lodevoli sforzi, le condizioni dell’umanità sono notevolmente peggiorate a livello mondiale. La responsabilità di questo peggioramento ricade in special modo su coloro che detengono il potere economico e politico. Inoltre bisogna denunciare l’esistenza di meccanismi economici, finanziari e sociali che, anche se gestiti da persone, spesso funzionano quasi automaticamente, accentuando in questo modo la situazione di ricchezza per alcuni e di povertà per gli altri. Nella Populorum Progressio, Paolo VI previde già che sotto questo sistema sarebbe aumentata la ricchezza dei ricchi e sarebbe rimasta la povertà dei poveri. Una prova di questa previsione è stata l’apparizione del cosiddetto Quarto Mondo. Nel suo pensiero LaRouche previde il più grande crash finanziario della storia moderna. La sua soluzione per evitare quella che diventerebbe una Nuova Epoca Buia, è la formazione di una alleanza tra le quattro potenze per sottoporre il sistema mondiale a riorganizzazione fallimentare.

Per sottolineare il fondamento etico della dottrina di LaRouche da parte della dottrina sociale della Chiesa, citerò quello che Giovanni Paolo II, venti anni dopo la Populorum Progressio, ha dichiarato nella sua enciclica Sollicitudo Rei Socialis. Alla domanda sul perché abbia acquisito una dimensione globale, Wojtyla risponde: "perché l'esigenza di giustizia può essere soddisfatta solo su questo stesso piano. Disattendere tale esigenza potrebbe favorire l'insorgere di una tentazione di risposta violenta da parte delle vittime dell'ingiustizia, come avviene all'origine di molte guerre… "

Al contrario, in un mondo diverso, dominato dalla sollecitudine per il bene comune di tutta l'umanità, ossia dalla preoccupazione per lo "sviluppo spirituale e umano di tutti", anziché dalla ricerca del profitto particolare, la pace sarebbe possibile come frutto di una "giustizia più perfetta tra gli uomini". [8]

Perciò sono convinto che la dottrina di LaRouche sia la risposta a livello mondiale alla domanda di giustizia e trovi il suo fondamento etico già nella dottrina sociale della Rerum Novarum così come Giovanni Paolo II dichiara nella Centesimus Annus: "La commemorazione della Rerum Novarum non sarebbe adeguata, se non guardasse pure alla situazione di oggi. Già nel suo contenuto il Documento si presta ad una tale considerazione, perché il quadro storico e le previsioni ivi delineate si rivelano, alla luce di quanto è accaduto in seguito, sorprendentemente esatte". [9] Secondo la dottrina sociale della Chiesa il fondamento morale denota in special modo: "Dal carattere sociale dell'uomo appare evidente come il perfezionamento della persona umana e lo sviluppo della stessa società siano tra loro interdipendenti. Infatti, la persona umana, che di natura sua ha assolutamente bisogno d'una vita sociale, è e deve essere principio, soggetto e fine di tutte le istituzioni sociali. Poiché la vita sociale non è qualcosa di esterno all'uomo, l'uomo cresce in tutte le sue capacità e può rispondere alla sua vocazione attraverso i rapporti con gli altri, la reciprocità dei servizi e il dialogo con i fratelli". [10] Mi piace esprimere il mio compiacimento dal momento che, nella sua soluzione, LaRouche pone particolare attenzione all’interdipendenza tra la persona e la società. Ma c’è ancora più attenzione, e questo è molto importante, ai sempre più stretti vincoli dell’interdipendenza umana, e alla loro diffusione in tutto il mondo. Infatti: "dall'interdipendenza sempre più stretta e piano piano estesa al mondo intero deriva che il bene comune - cioè l'insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono tanto ai gruppi quanto ai singoli membri di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più speditamente - oggi vieppiù diventa universale, investendo diritti e doveri che riguardano l'intero genere umano. Pertanto ogni gruppo deve tener conto dei bisogni e delle legittime aspirazioni degli altri gruppi, anzi del bene comune dell'intera famiglia umana. [...] L'ordine sociale pertanto e il suo progresso debbono sempre lasciar prevalere il bene delle persone, poiché l'ordine delle cose deve essere subordinato all'ordine delle persone e non l'inverso, secondo quanto suggerisce il Signore stesso quando dice che il sabato è fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato (Mt. 2, 27). Quell'ordine è da sviluppare sempre più, deve avere per base la verità, realizzarsi nella giustizia, essere vivificato dall'amore, deve trovare un equilibrio sempre più umano nella libertà. Per raggiungere tale scopo bisogna lavorare al rinnovamento della mentalità e intraprendere profondi mutamenti della società". [11]

Signor LaRouche, questo meraviglioso gruppo di giovani ed io speriamo che la vostra lettura dei tempi e le soluzioni da Lei proposte, coinvolgano tutti i paesi e le nazioni del mondo. Molte grazie per la vostra attenzione.

Bonifacio Honings
(Traduzione di Aureliano Ferri)



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