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Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
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Prima sarà deflazione,
poi, molto presto, iperinflazione

Lyndon H. LaRouche, Jr.
23 aprile 2009

Immediatamente dopo la prima guerra mondiale, l'economia tedesca crollò in una fase di quasi deflazione, prima di passare ad una fase di iperinflazione. Accadde nel contesto definito nella Conferenza di Versaille e come conseguenza delle condizioni imposte alle Germania da un "cartello" incentrato nella Banca d'Inghilterra, la quale presto si dedicò al lancio della sua creatura, il partito nazista di Adolf Hitler, affinché occupasse il palcoscenico della politica mondiale, proprio nel momento dell'esplosione iperinflattiva.

Ora c'è un processo di iperinflazione globale molto simile, molto rapido.

La conclusione da trarre è che i governi americano e britannico si stanno comportando come degli idioti.

Come ammonì il famoso filosofo George Santayana, scrivendo il suo più noto epigramma, "Coloro che dimenticano il passato sono condannati a ripeterlo".

Con quell'affermazione, Santayana non fu molto preciso; ciò non toglie che, tollerandone il margine d'errore, quell'ammonimento è ancora molto valido oggi.


Il tentativo di mantenere in piedi un sistema monetario in bancarotta, come quello che unisce Stati Uniti ed Europa Centro-Occidentale nelle condizioni determinatesi nel luglio 2007, sia sotto la presidenza di George W. Bush, Jr. che sotto quella di Barack Obama, si trasforma inevitabilmente in una tendenza iperinflattiva se si permette che continui a lungo una tale forma di follia.

Ora, l'impiego di decisioni monetarie iperinflattive, come si sta facendo negli Stati Uniti e nel Regno Unito dal periodo luglio-settembre 2007, ha fatto sprofondare con successo l'economia reale di entrambe le nazioni, con l'accelerazione dei tassi di disoccupazione e di chiusura di imprese e di attività commerciali in generale. Così, la rapidità della spirale iperinflattiva procede vertiginosamente sotto la guida di Larry Summers, il quale controlla l'Amministrazione Obama mentre collassano i redditi da lavoro produttivo domestico, e le stesse industrie e le imprese agricole.

Così, come nella Germania di allora e nell'Occidente di oggi, la deflazione dell'economia reale non soltanto precede ma causa la successiva esplosione monetaria iperinflattiva. Siamo sulla soglia di un tale cambiamento; stiamo per entrare in un fase d'iperinflazione dei prezzi non differente da quella che colpì la Germania tra la primavera e l'autunno del 1923.

Un esempio

Dovremmo tutti ricordare che nella videoconferenza del 25 luglio 2007 avvertii che il mondo si trovava nella peggiore crisi di collasso dell'economia della storia moderna. La crisi esplose tre giorni dopo, rispettando le modalità da me prospettate. In quella videoconferenza identificai la soluzione cruciale da adottare nell'immediato, un rimedio chiamato "Legge di protezione dei proprietari di casa e delle banche del 2007" (HBPA 2007). In quel momento promisi che avrei fornito ulteriori delucidazioni in merito ad alcune misure supplementari; nel settembre successivo rispettai la promessa, in modo tempestivo.

Sfortunatamente, le misure da me proposte, misure che, se introdotte nel intorno al settembre 2007, avrebbero funzionato come da me indicato, furono oggetto di sabotaggio, nell'ambito di una campagna fraudolenta condotta da Barney Frank ed altri parlamentari. La forzatura della procedura di "salvataggio", procedura fraudolenta e al limite del tradimento, ha trasformato una crisi generale controllabile in un incubo, caratterizzato dall'affastellarsi di un imbroglio sopra l'altro da parte dell'oligarchia finanziaria globale.

Si deve sottolineare che il tema da me affrontato nel luglio 2007 era la bancarotta del sistema finanziario internazionale, comprendente quello bancario. Se la mia proposta di riforma attraverso la procedura di riorganizzazione fallimentare fosse stata adottata, saremmo già sulla rotta per uscire dalla crisi sin dal settembre 2007. Le mosse di Barney Frank e altri, al Congresso e altrove, furono semplicemente delle grosse frodi ai danni degli Stati Uniti e delle sue istituzioni, bancarie e di governo.

Ora, guardando all'aspetto a noi più vicino, l'unico rimedio nazionale sta nella sottomissione del sistema finanziario statunitense ad una procedura rapida e drastica di riorganizzazione fallimentare. La maggiorparte dei titoli da "bad bank" devono essere semplicemente cancellati dai libri contabili del sistema bancario, come si farebbe se fosse in vigore la storica legge Glass-Steagall, abrogata dall'allora sottosegretario al Tesoro Larry Summers. La porzione dei titoli che si salverebbero dalla cancellazione prevista per i titoli vietati dalla Glass-Steagall è stimabile intorno al 15% del totale esistente oggi. Se tale riorganizzazione fallimentare non sarà introdotta immediatamente, quella porzione esigibile di crediti non conformi alla Glass-Steagall potrebbe ridursi presto sotto lo zero, come effetto della fase d'iperinflazione della crisi internazionale.

Se quanto da me proposto per la politica americana sarà ostacolato, il mondo nella sua globalità precipiterà nella più grande depressione che la storia conosciuta possa raccontarci. Ne seguirebbe una rapida riduzione della popolazione mondiale, dai 6,5 miliardi di esseri umani oggi esistenti fino ai livelli auspicati da quella organizzazione scientificamente fraudolenta che è il WWF del principe Filippo d'Edimburgo; questo sarebbe il più grave genocidio della storia.

Il ruolo del dollaro americano

Nel lasso di tempo che va dagli sviluppi associati all'anno fiscale americano 1967-'68 alla finta crisi del petrolio orchestrata da britannici e sauditi agli inizi degli anni Settanta, e agli effetti della frode condotta dalla Commissione Trilaterale sotto gli auspici di un ignaro presidente Carter, il ruolo dominante degli Stati Uniti nel sistema monetario mondiale fu azzerato; l'Impero Britannico, altrimenti noto come impero finanziario anglo-olandese-saudita, salì al comando. Si ebbe così un cambio sostanziale, mentre il dollaro rimase il denominatore comune del credito internazionale.

Oggi, come esemplificato dalla crisi cinese, se il dollaro americano fosse svalutato a favore di un'altra valuta, l'effetto inevitabile sarebbe quello di uno sprofondamento immediato del sistema mondiale delle nazioni in una "nuova epoca buia", una condizione favorevole al collasso demografico globale fino a valori di 2 miliardi di persone, se non di meno.

Il significato odierno del dollaro è riassunto da due suoi aspetti. Il primo e preminente è che la natura dell'economia americana è fondata, in modo costituzionale, su un sistema di credito piuttosto che su un tipo europeo di sistema monetario (peculiare delle forme di governo associate ai sistemi parlamentari).

Non c'è modo, infatti, in cui un qualsiasi nuovo sistema monetario possa tutelare il mondo dagli effetti del collasso delle economie come la Russia e la Cina, oltre che di quelle europee.

Se, per esempio, il nuovo sistema [creditizio] da me proposto non sarà adottato, la Cina sarà soggetta ad un processo di disintegrazione dovuto all'accumulata dipendenza dai margini di profitto rappresentati dai vecchi valori del debito in dollari nei confronti della Cina stessa. La Russia ne sarebbe ugualmente colpita, seppur in modo minore. La situazione dell'Europa centro-occidentale diventerebbe più rapidamente disperata.

Il solo rimedio sarebbe l'eliminazione dei sistemi monetari esistenti nel mondo, nel corso di una ordinata procedura di sostituzione con sistemi valutari e creditizi, in accordo con il sistema creditizio a tassi fissi di cambio tra valute che il presidente F. D. Roosevelt avrebbe voluto instaurare e che il 13 aprile 1945 il suo successore e traditore Harry Truman, sostenitore dell'imperialismo britannico, decise di non adottare, aderendo alle politiche monetarie anti-rooseveltiane di John Maynard Keynes.

Ciò che serve, in effetti, è un cinquantennale sistema creditizio a tassi di cambio fissi, con credito di lungo periodo, emesso tra stato e stato con saggi d'interesse intorno al 1,5-2%, che sarebbe usato nello sviluppo delle economie asiatica, africana e sudamericana con investimenti ad alta intensità di capitale, tecnologia avanzata e a lungo termine, del tipo che aumenti il potenziale produttivo fisico delle nazioni misurato pro capite e per unità di superficie a livello mondiale.

Sottoporre oggi il sistema finanziario e monetario mondiale ad una procedura di riorganizzazione fallimentare consistente con le linee della Glass-Steagall è l'unico rimedio con cui prevenire un collasso generale del sistema mondiale.

Questo è il momento di attuare la riforma. Ogni governo che si opponga a tale riforma dovrebbe essere prontamente rimpiazzato da uno con una disposizione più marcata e più produttiva in favore della cooperazione globale a ciò finalizzata.

La domanda da porre ad ogni governo non è la sciocca "Sei d'accordo?", ma, piuttosto, "Sei veramente intenzionato a sopravvivere?"


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