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Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
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Seminario del LYM sull'opera
col soprano Antonella Banaudi

di Liliana Gorini, presidente del Movimento Solidarietà

30 aprile 2009 (MoviSol) - A Pasqua ho avuto il piacere di accompagnare ed assistere il famoso soprano Antonella Banaudi in un "master" di 5 giorni svoltosi in Germania per 12 cantanti del LYM, il movimento giovanile larouchiano, provenienti da Germania, Francia, Svezia e Danimarca. Avevo conosciuto Antonella Banaudi nel 1988, durante la campagna dello Schiller Institute per tornare al La verdiano (La=432 Hz, il cosiddetto "diapason scientifico" raccomandato dallo stesso Giuseppe Verdi alla Commissione musicale del governo italiano nel 1884 per preservare le voci liriche e rispettare la tonalità voluta dai più grandi compositori). Antonella Banaudi aveva appena vinto il concorso di voci verdiane a Busseto, ed era protagonista del Corsaro di Verdi. Alla fine della rappresentazione, nella piazza centrale di Busseto, anche la Banaudi si unì alle migliaia di famosi cantanti lirici che avevano appoggiato la nostra petizione per tornare al La verdiano. In seguito ha partecipato insieme a me ad alcune conferenze a Milano, Parigi e nel Ticino per presentare il libro "Canto e Diapason" (Edizioni Carrara, Bergamo), edizione italiana a cura del Mo. Arturo Sacchetti del "Manual on Tuning and Registration" pubblicato dallo Schiller Institute negli Stati Uniti. E in quelle occasioni ha mantenuto la tradizione iniziata dal famoso baritono verdiano Piero Cappuccilli alla Casa Verdi nel 1988, cantando alcuni esempi da arie verdiane nelle due accordature per far sentire la differenza di colore.

Più recentemente, Antonella Banaudi ha tenuto un master per il LYM anche negli Stati Uniti, a Boston, dove ha sede il coro del LYM americano. Esattamente come a Boston, anche in Germania il soprano verdiano, rinomata per la sua interpretazione del Trovatore insieme a Luciano Pavarotti, ha lavorato intensamente con i 12 giovani cantanti del LYM per migliorare la loro impostazione e preparare con loro arie da opere di Verdi, Mozart, Gluck, Bellini e Lieder e canzoni da camera di Schubert, Schumann, Brahms, Bellini e Tosti.

La sua concezione di impostazione vocale è molto simile a quella espressa da Leonardo da Vinci nel suo trattato De Vocie, con cui il grande scienziato fiorentino volle spiegare il fenomeno scientifico della proiezione della voce umana in grandi sale, paragonandolo ad altri fenomeni scientifici (la propagazione della luce, la formazione di onde concentriche nell’acqua). Che la voce impostata sia un fenomeno scientifico, prima ancora che artistico, è dimostrato dal fatto che i grandi cantanti riescono a far arrivare anche un "pianissimo" fino all’ultimo ascoltatore in fondo alla sala, e in alcuni casi anche all’aperto (vedi Arena di Verona) senza ricorrere a microfoni o amplificatori come quelli utilizzati dai cantanti rock. Utilizzano le casse di risonanza naturali del corpo umano (la testa, il petto). Più è concentrata la colonna d’aria, "quasi come un raggio laser" come ha spiegato la Banaudi, più il suono risulta bello all’ascoltatore, che ha quasi la sensazione che il cantante non compia alcuno sforzo. Per far comprendere ai giovani cantanti come utilizzare al meglio le proprie risonanze, Antonella Banaudi ricorre spesso a metafore, come quella del suono che "galleggia" sul fiato come una pallina sullo spruzzo di una fontana, altro paragone leonardesco. Ricorre a una metafora anche per far comprendere loro come usare al meglio l’appoggio ("la campana risuona nella testa, ma per farla risuonare devi tirare la corda dal diaframma", spiega). Una volta trovata la giusta risonanza, o la giusta "posizione del suono", come la descrive, è possibile affrontare il difficile repertorio operistico e liederistico, e finalmente trasmettere la poesia di quei testi e di quei personaggi senza soffrire, e senza far soffrire gli ascoltatori, a meno che non lo richieda il personaggio, come nel caso di una giovane soprano, Alise, che affronta coraggiosamente un’aria della Traviata. Ma anche un giovane baritono di Berlino, Stefan, uno dei candidati del MoviSol tedesco al rinnovo del consiglio comunale, si rivela un’ottima voce verdiana, ed affronta "Per me è giunto" dal Don Carlos.

Ricorrendo spesso anche alle battute e all'ironia, Antonella è riuscita a mettere a loro agio i giovani cantanti, che tornati nelle loro sedi, a Parigi, Berlino, Copenhagen, Lione, Rennes, Essen, utilizzeranno quanto hanno appreso per lavorare col coro del LYM, impegnato in un difficile mottetto di Bach, Jesu meine Freude.

In segno di gratitudine, all’ultima ora di lezione Antonella ha ricevuto dai suoi allievi un mazzo di rose e due bottiglie di vino francese, immediatamente stappate e divise tra tutti, cantando insieme un brindisi, naturalmente il "Libiamo nei lieti calici" dalla Traviata.

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