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Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
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Quale futuro per il PD?

3 giugno 2009 (MoviSol) - Nel corso della campagna elettorale per le europee e le amministrative, in rappresentanza di MoviSol Andrea Pomozzi ha stilato e consegnato personalmente nelle mani del segretario del PD Franceschini il seguente documento.

(Per approfondire, leggi "MoviSol interviene sul Partito Democratico", pagina di presentazione degli interventi di MoviSol)


Segretario Franceschini, se vuole salvare il PD dalla disintegrazione, si rifaccia alla politica del più grande leader democratico della storia: Franklin Delano Roosevelt. Egli risollevò gli Stati Uniti dalla catastrofe finanziaria; salvò così il pianeta dal nazismo; ispirò tutta la ricostruzione post-bellica europea. La sua politica rappresenta la soluzione all'attuale fase di crisi ecnomica, culturale e morale che attanaglia il pianeta.

Le elezioni europee e amministrative prossime potrebbero segnare la fine del Partito Democratico e la definitiva realizzazione di uno scenario di pura contrapposizione tra Berlusconi e Di Pietro, in una dialettica di scontro del tipo Guelfi-Ghibellini. Un tale constesto dominato dall’assenza di una opposizione forte e del contributo propositivo che questa può fornire, riteniamo sia deleterio per il paese.

In un breve articolo apparso sul Sole24Ore lo scorso 3 Maggio, si riportano i risultati di alcuni sondaggi che assegnerebbero all’Italia dei Valori un dato attorno al 10% per le prossime elezioni europee. Il consenso dell’ex-magistrato salirebbe attorno al 15% tra i laureati di sinistra, a fronte del modesto 6% ottenuto nel 2008. Il bacino principale di voti da cui l’IDV attingerebbe sembrerebbe essere il Partito Democratico di Franceschini.Le motivazioni non sono ancora state comprese dai dirigenti del PD, secondo quanto scrive il quotidiano. MoviSol propone una analisi dello scenario alla luce di un quadro internazionale ben piu’ ampio di quello rappresentato dai singoli schieramenti politici nazionali.

Innazitutto ci chiediamo se Di Pietro rappresenti davvero un'alternativa a sinistra al partito democratico e se davvero proponga un messaggio chiaro su "alcuni temi". È noto che tra le fila dei laureati di sinistra ci sono moltissimi seguaci di Beppe Grillo, più o meno coinvolti con la rete dei Meetup e convinti sostenitori delle teorie ambientaliste. Sono anche noti i buoni rapporti tra Di Pietro, Grillo e Parisi, nonché l'appoggio che Grillo ha sempre dato al primo. Da questo punto di vista le campagne propagandistiche di Grillo, in cui spesso il leader dell'IDV è venuto alla ribalta, hanno rappresentato l'altro braccio della tenaglia in cui il PD è stato stretto. Da una parte dunque le spaccature interne sotto la regia di De Benedetti e con l’appoggio di Parisi [1]. Dall'altro lato una pressione "esterna" da parte dell’elettorato, che vede in Di Pietro l’ancora di salvezza di una sinistra moderata, che non si schiererebbe con le forze minoritarie dell’estrema sinistra. Nel confrontoscontro con Di Pietro e Grillo, i democratici usciranno sempre perdenti perché la vera concorrenza è su chi sia meglio armato per competere nella globalizzazione. Il vincitore assoluto è chiaramente quello che abbatte i costi (del lavoro, della previdenza, della sanità, della politica,...). I radicali come i "dipietristi" sono vincitori in partenza.

Una prova a dir poco paradossale di tale tenaglia (che ha un’unica mente) viene da un articolo che Libero ha pubblicato in data 27 Maggio 2009 [2]. Qui si riportano degli stralci si una conversazione tra De Benedetti e Di Pietro, dove si parla di un certo “progetto” in comune e dei tanti amici con i quali entrambe lavorano, tra cui Romano Prodi.

In una intervista rilasciata al Corriere della Sera il 29 Aprile scorso, Massimo D’Alema dice: «L' ex pm è funzionale a Berlusconi. E vede in noi, più che in Berlusconi, il suo avversario principale. La sua idea di sostituirci è velleitaria ma pericolosa» [3]. Tra gli altri esponenti di spicco del partito Paolo De Castro afferma: «Con Di Pietro c'è stata la tecnica che si usava in Vietnam. Veltroni ha eliminato ogni forma di alleanza all'esterno e inserito il tumore all'interno, il massimo per poter distruggere il partito. Eravamo sulla buona strada». Ancora per citare D’Alema «il Paese è stretto tra populismo di maggioranza che fa capo a Berlusconi e uno di minoranza che fa capo a Di Pietro, mentre il riformismo fatica a trovare una strada. La sfida del Pd è aprire lo spazio a posizioni riformiste». Il congresso può rappresentare una occasione per ristabilire un progetto politico significativo ed una direzione, nonchè un chiarimento con Di Pietro.

Ma quale sarebbe il programma riformista di D’Alema da portare al congresso? Dove sono le proposte per una vera svolta? L'unica possibilità per il PD di sopravvivere sta nella capacità di fare un doppio salto mortale, e cioè di trasformarsi da un pantheon delle ideologie liberiste in un partito dalla forte connotazione anti-liberista e rooseveltiana. Ad oggi non si intravedono leaders in grado di compiere questo miracolo.

Come abbiamo avuto già occasione di scrivere [4], la parabola discendente del PD era nei suoi geni in quanto partito liberista (Partito Debenedetti) vocato al suicidio elettorale. È da ipotizzare che la distruzione del PD sia proprio l'obiettivo voluto da un ente esterno che tira le fila dei vari attori più o meno consapevoli (Parisi, Prodi, Di Pietro), i quali lo hanno dilaniato dall'interno e dall'esterno. Come esempio citiamo due articoli di Romano Prodi (ufficiosamente portavoce di Parisi) e Giovanni Sabbatucci, i quali dalle colonne del Messagero [5] ripetutamente si sono prodigati per diffondere a pieni mani la cultura "europeista": di un Europa transnazionale, sopra gli stati, che agisca come un governo unico. Di spalla Giuliano Amato ha sempre appoggiato tale piano con vari articoli sul Sole24Ore ed è arrivato addirittura a lanciare un appello dalle pagine del Guardian [6] (sarà un caso che sia un giornale inglese?). Un tale scellerato disegno, che ha le sue basi giuridiche nel Trattato di Lisbona, trova ogni giorno sempre più oppositori in Europa, soprattutto dopo le bocciature referendarie di Francia, Olanda (primo trattato) ed Irlanda. Dubbi sulla costituzionalità del Trattato di Lisbona sono stati sollevati anche dal prof. Giuseppe Guarino [7] (ex-ministro e attualmente ordinario di diritto amministrativo all'Università di Roma); le incertezze del costituzionalista e le nostre ragioni contro tale trattato sono sintetizzate in un precedente articolo [8].

Con le loro campagne europeiste, questi appartenenti alla schiera degli "illuminati" [9], favoriscono il disegno oligarchico di distruzione degli stati nazionali e alimentano la corrente “debenedettiana” all’interno del PD. Essi fanno parte di quel gruppo che a partire dal 1992, assieme a Mario Draghi (attuale governatore della Banca d’Italia, detto anche “Mr. Britannia”) svendettero l’Italia (principalmente a “forze” straniere), promuovendo una massiccia campagna di privatizzazioni che hanno portato al declino industriale ed economico del paese. Questo declino è ben documentato in un dossier che MoviSol ha pubblicato mesi fa (vedi nota [10]). Che ora Prodi e compagni vengano a pubblicizzare l’Europa come panacea di tutti i mali ci sembra francamente paradossale.

MoviSol vuole allora lanciare alcune proposte al leader del partito democratico, Dario Franceschini:

  • trovi il coraggio per dare una vera sterzata alla politica italiana, prendendo le distanze da Di Pietro, ma soprattutto da quello che l’ex-magistrato rappresenta: un populista di stampo giacobino che appoggia molte delle teorie ambientaliste (che continuerebbero nel lavoro di deindustrializzazione del paese). Di Pietro (come Parisi del resto) è un "anti-politico" [11]: attore inconsapevole della distruzione (fisica e culturale) di una classe politica, a partire da "mani pulite". La debolezza dello stato e delle sue istituzioni che ne è derivata è stata funzionale per quel processo di finanziarizzazione dell’economia, attraverso le privatizzazioni; nonchè funzionale a quel disegno di "governo mondiale" che passa necessariamente prima attraverso l’Europa.
  • D'intesa con D’Alema, apra un dialogo con Tremonti e denunci le spinte oligarchiche interne al partito. Rompa l’asse tra alcune frange del PD e la grande finanza (a partire da De Benedetti) e restituisca il partito ai suoi elettori. La sovranità del paese passa attraverso quella dei partiti. Dia spazio e vitalità alle forze (realmente) progressiste all’interno del PD: l’alternativa è lo svuotamento del maggiore partito di opposizione del paese a vantaggio di forze minoritarie ed estremiste (fascismi di destra e sinistra).
  • Non insista in un vecchio gioco contro Berlusconi e concentri le forze per riconquistare il consenso di quella parte sana e progressista dell’Italia. Saranno poi le riforme ed i fatti a dargli ragione.
  • Rilanci l'economia dell'Italia attraverso un vero piano di sviluppo industriale ed infrastrutturale, promuovendo l’economia fisica (reale) e non ascolti i vari Grilli Pallanti, che esternano anche per bocca di Di Pietro. Il patto deve essere trasversale con tutte quelle forze che si adoperano veramente per il bene del paese. Lasci perdere i muro contro muro ed apra un dialogo, prima che sia troppo tardi. Lasci perdere i vari Masaniello: al grido di "abbasso lo malgoverno" non si va da nessuna parte.
    Anche perchè la storia ce lo ha già dimostrato.

Andrea Pomozzi
Movimento Internazionale per i diritti civili - Solidarietà


Note:

[1] - Si veda un lucido articolo di Claudio Giudici a riguardo:
PD: "D" come Democratico o "D" come De Benedetti? .

[2] - Si veda "CASO REPUBBLICA/2 : Pronto Tonino? Qui parla De Benedetti."

[3] - Si veda "D'Alema: congresso vero. Basta asse con Di Pietro".

[4] - Si veda "La lunga marcia del PD da Londra a Parigi."

[5] - Si veda gli articoli di spalla sul Messagero del 10 e 11 Maggio 2009.

[6] - Si veda "Crisi: appello all'Ue di Giuliano Amato e altri «Amici dell'Europa»".

[7] - Si veda su Il Sole 24 Ore del 01/06/08 l'articolo di Riccardo Ferrazza. (anche in questa pagina)

[8] - Si veda "Il Trattato di Lisbona deve essere respinto".

[9] - Secondo tale definizione essi rappresenterebbero coloro che fino agli anni ’80 si professavano convinti sostenitori di politiche stataliste, filo-comuniste. Con il crollo del muro di Berlino e dell’ideologia comunista essi sono stati "illuminati" verso altre ideologie, passando a sostenere una globalizzazione politica ed economica senza confini (selvaggia).

[10] - Si veda "La distruzione dello Stato Sociale attraverso la catastrofe delle liberalizzazioni-privatizzazioni in Italia".

[11] - A parte i suoi attacchi a Berlusconi dove sono le sue proposte per risollevare il paese da una condizione sociale ed economica molto grave?


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