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Obama in difficoltà
sulla politica sanitaria

25 giugno 2009 (MoviSol) - Gli avvenimenti della scorsa settimana dimostrano che è possibile affossare il piano sanitario dell'Amministrazione Obama. L'offensiva lanciata da LaRouche PAC, paragonando i trilioni di dollari di tagli al programma di Hitler T-4 per eliminare le vite "non degne di essere vissute", ha avuto un impatto tale da indurre gli insider della Casa Bianca a convocare numerose riunioni d'emergenza sul tema, secondo fonti informate.

Secondo alcuni sondaggi pubblicati il 19 giugno, soltanto il 44% dei cittadini interpellati appoggia la proposta di riforma della Casa Bianca, per quanto la capiscano, mentre il 34% è contrario e il 22% non ha espresso alcuna opinione. Gli stessi sondaggi dicono che l'appoggio tra gli indipendenti è passato dal 60% di aprile al 46% di giugno.

Mentre la Casa Bianca non ammetterebbe mai l'importanza del fattore LaRouche, è praticamente sicuro che non potrà far varare la riforma dal Congresso prima della pausa estiva. Innanzitutto, il Senatore Max Baucus, Presidente della Commissione Finanze, ha ritirato la proposta che intendeva introdurre la scorsa settimana dopo che il Congressional Budget Office ha valutato il suo costo a 1,6 trilioni di dollari, ben oltre la stima iniziale di 1 trilione. Così Baucus deve trovare il modo di ridurre le spese sanitarie di altri 600 miliardi di dollari. Molti senatori vengono tenuti all'oscuro dei contenuti della proposta stessa, che pare aver eliminato ogni tentativo di introdurre un'opzione pubblica tra i piani di assicurazione.

Tre Presidenti di Commissione democratici alla Camera, Charles Rangel, George Miller e Henry Waxman, hanno anche presentato delle bozze di riforma, che aumenterebbero sia i servizi forniti dal programma pubblico Medicare che i pagamenti ai medici.

Al contempo il partito repubblicano comincia ad ammonire del pericolo che il piano Obama prevede il "razionamento" delle cure e la negazione di cure e medicinali essenziali, sul modello del NICE britannico.

Contro il piano si stanno mobilitando anche molti medici. Una delle preoccupazioni maggiori è il tentativo di trasformare la Commissione consultiva sui pagamenti del Medicare (Medicare Payment Advisory Commission-MedPAC) in un ente con autorità esecutiva, capace di dettare quali cure, esami, medicinali ecc. possono essere forniti. MedPAC propone che tutti i medici vengano costretti a fare parte di un'organizzazione di "cure responsabili", la maggior parte delle quali premiano i medici che negano le cure più costose. In un discorso all'American Medical Association il 15 giugno, il Presidente Obama ha difeso di persona le raccomandazioni di MedPAC.

Inoltre si comincia già a parlare del prossimo passo, i tagli al sistema pensionistico del Social Security. Il consigliere di Obama Peter Orszag, capo dell'Office of Management and Budget della Casa Bianca, ha svelato questa intenzione pubblicamente in un articolo pubblicato sul Financial Times di Londra il 16 giugno: “Non è la fine del nostro impegno per la responsabilità fiscale. Una volta impostata la riforma sanitaria, gli Stati Uniti potranno concentrarsi su altri aspetti del problema, compresa la riforma del Social Security”.

Al momento della sua elezione Barack Obama aveva fatto intendere che avrebbe difeso la gente "dimenticata" seguendo le orme di Franklin Roosevelt. Ma nel frattempo ha imboccato la strada opposta, difendendo gli stessi interessi che Roosevelt aveva tenuto imbrigliati, per evitare la presa del potere da parte del fascismo negli USA. Tuttavia, una profonda mobilitazione della popolazione americana, insieme all'attivazione delle voci più sane intorno alla presidenza stessa, potrebbe convincere il presidente Obama a cambiare direzione.


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