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Perché la stampa inglese attacca l'Italia

Aggiornamento: il Guardian attacca la presidenza italiana del G8

8 luglio 2009 (MoviSol) - A poche ore dall'inizio del G8 dell'Aquila, il quotidiano londinese il Guardian sferra un attacco durissimo contro il Governo italiano, accusando l'esecutivo italiano di aver fallito miseramente nella preparazione del vertice. Addirittura prospetta l'esclusione dell'Italia dal G8: "Ci sono pressioni crescenti da altri stati membri [del G8, NdR] per fare espellere l'Italia, secondo fonti altolocate".

L'articolo del Guardian fa parte di una campagna mediatica britannica che va avanti da settimane, il cui vero scopo è quello di destabilizzare l'Italia, paese dove il movimento di Lyndon LaRouche ha un'influenza crescente a livello politico, e dove il Ministro dell'Economia Giulio Tremonti si è opposto agli schemi di salvataggio britannici per tentare di tenere in piedi il sistema finanziario internazionale in bancarotta.

Il quotidiano britannico afferma che l'Italia non ha sviluppato "alcuna iniziativa sostanziale" e quindi "gli Stati Uniti hanno preso in mano la situazione. Washington ha organizzato le telefonate degli sherpa… tentando di dare uno scopo al vertice". Cita "funzionari altolocati" che accusano l'Italia di aver organizzato male l'incontro e di non fare il suo dovere come membro del G8, prendendo come pretesto la mancanza di cooperazione con le iniziative "umanitarie" per l'Africa di personaggi come Tony Blair e Bob Geldof, e riferendosi anche agli scandali intorno al Presidente del Consiglio Berlusconi.

Ma il vero motivo dietro la campagna di stampa viene svelato poco dopo. Si dice che la bozza del comunicato "è praticamente vuota" e che l'Italia ha cercato di coprire le sue debolezze aumentando il numero degli invitati. Non si è voluto raggiungere l'accordo prima del vertice? Orrore! C'è il rischio che non si avalli automaticamente la linea pro-City di Londra, anti-Rooseveltiana, che viene ripetuta incessantemente nelle maggiori capitali in questi mesi. Berlusconi si è impegnato a proporre le riforme sviluppate da Giulio Tremonti in merito alla riorganizzazione del sistema finanziario internazionale, ma è chiaro che il Guardian e i suoi mandanti vogliono evitare qualsiasi discussione su questo punto.


Perché la stampa inglese attacca l'Italia...

E' in atto un'operazione coperta contro il Governo italiano. Si tratta della ripetizione di quell'operazione che già scoppiò intorno a Clinton a fine anni '90. Oggi come allora, è il "fattore LaRouche" a rendere necessarie operazioni multilivello che passano dai media ai tribunali ai servizi segreti deviati, di modo da screditare, delegittimare, privare di autorevolezza ogni volontà politica riformatrice dell'attuale ordine finanziario internazionale alla luce di un principio di giustizia che riporti le Nazioni verso un'epoca di sviluppo e di pace. Infatti il ministro Tremonti, che è allo stato attuale una delle personalità più ascoltate in Europa, sostiene la Nuova Bretton Woods, il progetto per un nuovo sistema finanziario internazionale che Lyndon LaRouche propose nel febbraio del 1997 e che Bill Clinton e il Segretario al Tesoro Robert Rubin presero in considerazione qualche mese più tardi. Ecco che mentre Bill Clinton vide inibita ogni sua capacità politica con lo scandalo Lewinsky, l'Italia rischia di subire oggi il medesimo destino, in un 2009 durante il quale ricoprirà il ruolo di presidente del G8.

Un cittadino dotato di un minimo senso critico dovrebbe chiedersi del perché della recente pioggia di scandali e critiche espresse al Governo italiano proprio in questo momento. La risposta più immediata potrebbe essere quella della importante fase pre-elettorale appena conclusasi in Italia. Ma in realtà vi è molto di più. Vi è molto di più perché al "caso Berlusconi" hanno partecipato in primo luogo i media internazionali. Da Repubblica, a El Pais, alla Bbc, alla Cnn, si tratta di una rete mediatica legata ai circoli bancari londinesi, ed a personaggi a questi legatissimi come Carlo De Benedetti, George Soros, Ted Turner. Anche i "moralizzatori", quelli che ce l'hanno con la politica, come Di Pietro e Grillo per esempio, sono complici di questi circoli. Non è un caso per esempio che Grillo durante uno spettacolo dell'inverno del 2003, definì il megaspeculatore George Soros ed il magnate dei media Ted Turner, come modelli di capitalismo etico. Tanto sono "etici" che entrambi aderiscono alle tesi neomaltusiane (per la riduzione della popolazione mondiale) [1].

La cittadinanza dovrebbe dunque quanto meno prendere le distanze da una operazione che è un palese tentativo di condizionare la sovranità politica italiana da parte di forze private nazionali ed estere.

In Italia gli scandali intorno al Presidente Berlusconi hanno rappresentato l'ancora di salvataggio a cui è ricorso il potentato finanziario dietro al Gruppo L'Espresso per impedire la disintegrazione della creatura politica che sponsorizzano, il Partito Democratico. Dunque, il dato politico principale della faccenda è che il PD si trova ad un livello di pochezza ideale da farsi dettare l'agenda politica dal gossip de La Repubblica piuttosto che fare politica intorno a questioni fondanti. Tuttavia tra queste questioni fondanti vi è la riforma del sistema finanziario internazionale che il Governo italiano non riesce a portare avanti a livello di G8 o G20 – ma allora qui si dovrebbe rivolgere un duro atto di accusa verso Gordon Brown! – ; la questione del flusso creditizio che non arriva alle banche – ed allora qui si dovrebbe dar ragione a Tremonti quando propone i Tremonti Bond e decide di istituire il controllo prefettizio sulle banche, invece che invocare il "trascendentale" principio dell'indipendenza delle banche! – ; la questione Alitalia, che era opportuno tenere in mano pubblica e rifinanziare – ma allora qui invece che rivolgere un j'accuse al Governo lo si dovrebbe rivolgere alla legislazione europea! – . Queste vicende mostrano le lacune del patrimonio ideale dell'attuale PD e del ventennale conformarsi della sua dirigenza all'ideologia liberista e alla globalizzazione finanziaria. Si tratta di un vero e proprio tradimento di quello che dovrebbe essere il patrimonio genetico del Partito Democratico, così come si espresse durante l'era di Franklin Delano Roosevelt, in quanto esperienza decisiva dal punto di vista storico, sia sul fronte economico che sul fronte delle relazioni internazionali.

La presidenza del G8 all'Italia

Così La Repubblica si è avvantaggiata delle operazioni sporche di personaggi su cui la magistratura dovrebbe aprire un'inchiesta per verificare se appartenenti o comunque vicini ai servizi segreti deviati – mentre il PD si è avvantaggiato dell'inchiesta di Repubblica. A livello elettorale tutto ciò è costato in termini di voti quasi dieci punti percentuali al PdL, ma ha fatto riguadagnare al PD ben pochi punti percentuali rispetto ai minimi di consenso a cui veniva dato.

Ma a queste vicende è stata data un'eco internazionale, mentre appunto l'Italia per questo 2009 riveste il ruolo di presidente in seno agli incontri del G8. Se l'Italia non avesse rivestito questo ruolo, la grande eco internazionale data al sexygate di Berlusconi non ci sarebbe stata. Ma invece Berlusconi, pur con i suoi chiari limiti, evidenziati dalle ripetute dichiarazioni sul fatto che la crisi sarebbe solo "psicologica", ha scelto come superministro dell'Economia un personaggio un po' eccentrico come Tremonti, che nonostante sia un uomo fedele alla politica del premier, gode trasversalmente della simpatia e del rispetto di gran parte dei politici e dei cittadini italiani. E per l'oligarchia finanziaria la pericolosità del Governo Berlusconi risiede in particolare nel Giulio Tremonti che parla di valori e di morale, che parla di legge e politica sovraordinata ai desiderata dei banchieri, che partecipa ad incontri pubblici con Lyndon LaRouche, che non perde occasione per ricordare che il problema di fondo dell'attuale fase storica non sono le liberalizzazioni o la riforma delle pensioni – tutta roba che bastona lavoratori e pensionati per dare nuovi aiuti agli speculatori – quanto il magnetismo esercitato dai prodotti speculativi sulle banche e la parallela allergia che hanno verso l'economia reale. Secondo Tremonti l'attuale "stabilizzazione" del sistema finanziario decantata dai cosiddetti esperti in realtà significa soltanto porre le basi per una nuova crisi. Se non si neutralizza il meccanismo dei derivati e altri titoli altamente speculativi non si potrà effettuare un cambiamento vero.

Le cose che LaRouche sostiene, con la crisi finanziaria ed economica in corso fanno sempre più breccia anche tra chi finora credeva di poter fare politica accettando che la questione della sovranità creditizia e monetaria potesse essere lasciata alle autorità finanziarie ed ai banchieri. Se queste divengono oggetto di discussione tra più leader nazionali, l'oligarchia finanziaria rischia di ritrovarsi in serie difficoltà. E allora, anche per rifarsi all'articolo di Lodovico Festa comparso su Il Foglio del 30 giugno che centra piuttosto bene il punctum dolens di tutta la questione, il problema non è tanto ciò che ha fatto o detto sinora Tremonti, quanto il processo che egli potrebbe mettere in moto. [2]

Il dato comune dell'attacco scandalistico di oggi con quello che riguardò Bill Clinton nel 1998, è che oggi come allora sul tavolo di discussione di chi ricopre un ruolo che potrebbe essere cruciale per la storia, vi è la proposta di Nuova Bretton Woods di LaRouche. LaRouche di fatto è vittima di ostracismo, diffamazioni e menzogne da circa quarant'anni, ma la capacità del suo movimento politico di far arrivare le sue idee ai piani alti della politica mondiale è assai efficace. Di fatto i sexygate hanno la capacità di delegittimare agli occhi altrui, e di inibire la capacità propositiva di chi è fautore di proposte concettualmente complesse, che rompono con gli schemi a cui si è abituati.

Sia chiaro che qui non si prendono le difese di Berlusconi e tanto meno si intende addentrarsi negli scandali, ma si interviene sul fatto che essi vengano artatamente strumentalizzati per condizionare la sovranità nazionale italiana.

Claudio Giudici
Movimento Internazionale per i diritti civili - Solidarietà


Note:

[1] - Il 5 maggio alcuni tra i più ricchi personaggi del mondo si sono riuniti segretamente a New York. Tre settimane dopo, la notizia è finita sul Sunday Times, in un articolo di John Harlow intitolato "Club di miliardari si adopera per ridurre la popolazione", che ha anche rivelato l'ordine del giorno. La riunione sembra essere stata convocata su iniziativa di Bill Gates, l'uomo più ricco del mondo secondo Forbes e fondatore di Microsoft, dal numero due sulla lista di Forbes Warren Buffett (il quale ha versato 31 miliardi di dollari alla Fondazione Bill e Melinda Gates) e da David Rockefeller, [...]. Oltre a questi tre personaggi, alla riunione segreta erano presenti il sindaco di New York Michael Bloomberg, il famoso speculatore George Soros, il cofondatore del Blackstone Group Peter G. Peterson (tra i promotori dei tagli alla sanità pubblica), l'ex manager di hedge fund Julian H. Robertson Jr., l'ex presidente della Cisco Systems John Morgridge con la consorte Tashia, David Rockefeller Jr. e i magnate della comunicazione Ted Turner e Oprah Winfrey. "Inizialmente, i partecipanti si sono rifiutati di rivelare dettagli sulla riunione, durata cinque ore, citando un accordo per proteggerne il carattere confidenziale", ha riferito il Times. Apparentemente si è cominciato con un intervento di quindici minuti in cui ciascuno ha perorato la propria "causa" particolare. Poi a cena, secondo John Harlow, "prendendo spunto da Gates, hanno tutti concordato che la sovrappopolazione" fosse la "causa-ombrello" che abbraccia ogni altra preoccupazione. La seduta è stata talmente "discreta" che alcuni collaboratori dei miliardari credevano che il loro boss partecipasse a un "briefing sulla sicurezza". Un partecipante ha affermato che c'è stato consenso sull'appoggiare una strategia "per combattere la crescita demografica in quanto minaccia ambientale, sociale e industriale potenzialmente disastrosa". I governi sono stati giudicati incapaci di scongiurare il disastro incombente. Secondo ABC News, "La riunione ha ricordato quelle che si tenevano nello studio di J.P. Morgan, in cui si ritrovavano i più importanti finanzieri americani per discutere come i cittadini privati potessero fermare il panico economico". (Fonte EIR – Strategic Alert edizione italiana, n. 23, 4 giugno 2009).

[2] - Il Financial Times del 9 aprile 2008, in un articolo di Tony Barber, che nello Strategic Alert n. 16 del 17 aprile 2008 segnalammo, in merito a Tremonti (in quel momento solo papabile ministro dell'Economia) sosteneva: "Quindi consideriamolo come un uovo di serpente che, schiuso, diverrebbe, secondo la sua natura nocivo, e uccidiamolo nel guscio".


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