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Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
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La Corte Costituzionale tedesca pone limiti al Trattato di Lisbona

9 luglio 2009 (MoviSol) - Il 30 giugno, la Corte Costituzionale tedesca ha emesso la sua sentenza su quattro ricorsi contro il Trattato di Lisbona, definendo "anti-costituzionale" la legge di ratifica e dando così uno schiaffo al Bundestag, il Parlamento tedesco, che l'aveva approvata con una maggioranza del 90% il 24 aprile 2008. È da ritenere positivo il fatto che la sentenza della Corte dichiari che il Parlamento tedesco ha rinunciato alla sovranità, invece di promuovere una legge che proteggesse e rafforzasse i poteri del Parlamento nazionale ed, implicitamente, del governo. Verrà dunque presentato una nuova legge che garantisca i diritti del Bundestag nelle decisioni prese dall'Unione Europea, affermando in particolare che i parlamentari nazionali dovranno votare su ogni cambiamento del trattato o ogni estensione delle competenze dell’Unione Europea. Tale legge verrà inclusa in un documento che accompagnerà il "sì" tedesco al Trattato. Fino a quel momento il Presidente tedesco è tenuto a non sottoscrivere il Trattato.

In una dichiarazione del 3 luglio, la presidente del Movimento Solidarietà tedesco (BüSo) Helga Zepp-LaRouche ha apprezzato la sentenza dichiarando che i giudici hanno "difeso la Costituzione ed interrotto la dinamica con la quale l'Unione Europea è stata progressivamente trasformata in una burocrazia imperiale votata all’auto-contenimento economico, fin dal Trattato di Maastricht" del 1992. Tuttavia, la sentenza è carente in quanto dichiara il nuovo Trattato generalmente compatibile con la Costituzione tedesca, benché il nuovo trattato trasformi il sistema di Maastricht in un regime oligarchico, come abbiamo più volte denunciato. I giudici hanno inoltre omesso ogni menzione del fatto che le sentenze precedenti a favore del sistema di Maastricht si fondassero su argomentazioni in seguito invalidate dagli effetti del crollo economico, come ha sottolineato Helga Zepp-LaRouche.

Un segnale della degenerazione della cultura politica in Germania, aggiunge la signora LaRouche, è il fatto che tra la firma del Trattato di Lisbona il 13 dicembre 2007 da parte dei capi di stato e di governo dell’UE, ed il voto del Bundestag dopo un dibattito in aula durato solo due ore, non sia stata messa a disposizione del Parlamento o della popolazione alcuna informazione sul Trattato, e che il Bundestag lo abbia approvato senza conoscerne i contenuti. Se Helga Zepp-LaRouche non avesse lanciato un appello per mobilitare il pubblico contro il Trattato di Lisbona il 13 febbraio 2008, e se non fossero stati presentati quattro ricorsi alla Corte Costituzionale nelle settimane successive, il Trattato sarebbe stato ratificato dalla Germania alla fine del maggio scorso e la Corte Costituzionale non sarebbe neanche stata scomodata.

L'inazione e la mancanza di princìpi del Parlamento tedesco, aggiunge Helga Zepp-LaRouche, dimostrano ancora una volta come la burocrazia dell’Unione Europea, controllata da interessi monetaristi ed ultra-liberisti che fanno capo all'oligarchia finanziaria londinese, sia già riuscita a "sdemocratizzare" gli stati membri dell'Unione. Resta da vedere se la Corte Costituzionale tedesca riuscirà a fungere anche in futuro da guardiano della democrazia e della Costituzione. Quanto al Bundestag, la signora LaRouche ha chiesto agli elettori tedeschi di punire col loro voto, alle elezioni politiche del 27 settembre, tutti i parlamentari che hanno votato a favore del Trattato di Lisbona svendendo così la sovranità nazionale tedesca.


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