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Trattato di Lisbona: le mire britanniche sulla torta... che si sbriciola

25 luglio 2009 (MoviSol) - Il 15 luglio il governo britannico ha annunciato, per voce del ministro degli Affari Europei Glenys Kinnock, che il Regno Unito candida Tony Blair a presidente dell'Unione Europea, una posizione creata dal Trattato di Lisbona. Benché l'annuncio di per sé non sorprenda, sorprende invece il momento scelto per farlo, che coincide col tentativo di resuscitare il Trattato di Lisbona. Gli irlandesi non hanno ancora votato la seconda volta, dopo il referendum che ha bocciato il trattato, ed è in corso anche in Germania un processo di ripensamento. Qualcuno specula che l'annuncio della Kinnock sia un trucchetto del Premier Gordon Brown per bruciare il rivale Blair.

Quanto al ministro degli Esteri ombra dei conservatori inglesi William Hague, ritiene che Blair non "debba neanche avvicinarsi a quel mandato". "La creazione di un nuovo Presidente dell'UE danneggerebbe grandemente l'Europa", ha dichiarato. "Chiunque ricopra quella posizione cercherà di centralizzare i poteri a Bruxelles e dominare la politica estera delle nazioni. Nelle mani di un politico ambizioso come Tony Blair, questo è quasi certo".

Un motivo in più per gettare dalla finestra il Trattato di Lisbona, ha commentato Helga Zepp-LaRouche, nel momento in cui il Bundestag è impegnato a elaborare le linee guida richieste dalla sentenza della Corte Costituzionale tedesca del 30 giugno scorso che definisce "anticostituzionale" la legge di applicazione del Trattato e chiede ai legislatori di stilare una nuova legge che rafforzi i diritti del Bundestag rispetto agli organismi soprannazionali. L'Unione Cristiano Sociale (CSU), con l'on. Gauweiler come il principale ricorrente contro il Trattato di Lisbona alla Corte Costituzionale, ha stilato un documento di 15 punti con proposte su come formalizzare le linee guida della Corte Costituzionale. Stando a fonti ben informate, il documento "incorpora tutte le richieste della Corte Costituzionale e prevede disposizioni aggiuntive per rafforzare i diritti del Parlamento. Chiede inoltre una procedura di competenza per il controllo costituzionale". Tale procedura speciale può essere attivata già da un terzo del Bundestag. Secondo la Frankfurter Allgemeine Zeitung, il Cancelliere Angela Merkel ha esaminato il documento della CSU e "ne ha tratto l'impressione che la posizione della CSU poggi su solidi basi di diritto costituzionale e politiche".

Un'altra indicazione della svolta in corso in Germania proviene dal settimanale tedesco Das Parlament. Nel resoconto della sentenza del 30 giugno, la rivista parlamentare semi-ufficiale pubblica una bella foto a colori della manifestazione di protesta contro il Trattato di Lisbona indetta dal Movimento Solidarietà tedesco (BüSo) di fronte alla Corte Costituzionale di Karlsruhe. Il cartello dice: "difendiamo la Costituzione: mettiamo fine alla dittatura di Lisbona". Il testo, e l'indirizzo del sito del Movimento Solidarietà tedesco www.bueso.de, sul fondo del cartello, sono perfettamente visibili nella foto.

A questo si aggiunga che il quotidiano francese Le Monde (il 15 luglio) conferma la valutazione della signora LaRouche sulla recente sentenza. La Corte Costituzionale, scrive, "mette fine all'integrazione europea". "La Corte ha preso gusto nell'enumerare ciascuno dei campi che dovrebbero restare sotto il controllo degli stati: lotta alla criminalità, polizia, esercito, sociale, cultura, religione, istruzione e media… per trasferire tali competenze all'Europa, la Costituzione tedesca dovrebbe essere cambiata. Con un referendum". Come mostrano i recenti sondaggi su questo tema, un referendum in Germania boccerebbe il Trattato di Lisbona.


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