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Risposta ad un lettore
sulla natura della moneta e del credito

1 ottobre 2009 (MoviSol) - Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un lettore sulla natura della moneta e del credito

Segue la nostra risposta.

Oggetto: Marco Della Luna MTN

Marco Della Luna, come appendice B al libro LA MONETA COPERNICANA, Nexus Edizioni 2008, che contiene anche un testo di Nino Galloni, ci porta a conoscenza e ci descrive

"Una delle procedure più importanti e interessanti per la produzione di liquidità bancaria ex nihilo [...] La Medium Term Note è, come dice il nome, una promessa di pagamento di medio termine (normalmente dieci anni) emessa da una delle principali banche del mondo (due dozzine, di cui una italiana). Le MTNs sono denominate prevalentemente in USD; da qualche tempo anche in euro. Il taglio normale è cinquecento milioni di dollari.ma non si doveva pagare con denaro liquido? O questo vale solo per il primo acquirente?]"

La conclusione è che "il sistema bancario genera denaro dal nulla, ossia si procura potere d'acquisto, per un valore pari all'84% (meno, diciamo, il 4% di provvigioni) del valore nominale di un pezzo di carta."(sottolineatura mia).

Mi scuso della lunga citazione e chiedo infine: ma trascorsi i dieci anni quel pezzo di carta finisce nel cestino o viene presentato all'incasso? L'ignoranza mia è grande ma mi sembra che anche i BOT siano pezzi di carta che danno un interesse: però alla loro scadenza se ne incassa il valore nominale, anche se sottoscritti al 98, 95 o 90%, o quel che fosse.

Cosa c'è che non quadra nel (mio?) ragionamento?
Grazie dell'attenzione e ciao a tutti.
Lorenzo

LA NOSTRA RISPOSTA

Il lettore mette in luce un equivoco generato talvolta da chi denuncia, giustamente, il potere indiscriminato di creazione monetaria delle banche. In realtà, le banche, emettendo credito, creano debito. In teoria, il debito deve essere monetizzato alla riscossione, ma come sappiamo in genere è una percentuale piccola degli attivi finanziari quella che viene incassata, sia da parte del cittadino privato che del soggetto imprenditore o finanziario. Il grosso rimane come aggregato finanziario non monetizzato. Fin qui, non c'è nulla di male se gli aggregati finanziari servono per generare produzione e attività economiche reali, finanziare il commercio, anticipare somme alle imprese ecc. Infatti, il moltiplicatore bancario, se usato in questo modo e con leva non eccessiva (tradizionalmente il moltiplicatore, prima della deregulation, era 8-10), è necessario per l'economia, come spiega lo stesso Alexander Hamilton nel Rapporto sulla Banca Nazionale.

I guai cominciano quando la leva sale e quando l'espansione finanziaria è speculativa, cioé non legata alla crescita economica reale. Infatti un aumento graduale della massa monetaria è utile quando si crea un controvalore nell'economia, e sarebbe errato cercare di limitare la moneta come vorrebbero alcuni, per esempio cercando un qualche valore 'intrinseco' della moneta stessa. Quando invece la nuova moneta non corrisponde a ricchezza reale, essa diventa uno strumento speculativo.

Quindi possiamo dire che il sistema bancario crea implicitamente moneta, con la creazione di debito, ma solo con la riscossione universale, e quindi coniando il denaro corrispondente, la moneta verrebbe creata fisicamente.

Nel 2007 e di nuovo nel 2008 si è avuto proprio il caso in cui, emersa l'insolvenza del sistema, i pezzi di carta hanno cominciato ad essere presentati all'incasso. I governi hanno reagito in parte accollandosi il debito, e quindi restituendo una parziale fiducia verso il nuovo debitore (lo stato), e in parte monetizzando con l'espansione di M2. Poiché la crisi non è finita, ci saranno altre valanghe di pezzi di carta presentati all'incasso e, a quel punto, o si dice "non pago", come vogliamo noi, o si monetizza il debito, creando iperinflazione.

La redazione
Movimento Solidarietà


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