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Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
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L'India e l'Unione Africana minacciano di disertare il vertice di Copenhagen

13 ottobre 2009 (MoviSol) - Il ministro indiano per l'ambiente e per le foreste Jairam Ramesh ha affermato il 29 settembre che l'India non parteciperà al vertice sul "cambiamento climatico" di Copenhagen se l'Occidente insisterà nell'attribuire un valore giuridicamente vincolante agli obiettivi sulle emissioni. Ha incolpato le nazioni europee di aver adottato un atteggiamento fondamentalista tale da compromettere lo stesso vertice di Copenhagen. Spiegando questa decisione, Ramesh ha detto che l'India non intende accettare obiettivi di riduzione che si traducano in vincoli giuridici, in quanto "le nostre emissioni procapite sono basse".

All'inizio di ottobre i leader e i ministri dell'ambiente riuniti in un vertice dell'Unione Africana (UA) hanno discusso quali potessero essere le "richieste minime" da presentare al vertice danese. Il primo ministro etiope Meles Zenawi, eletto portavoce dell'UA, ne ha raccolto una lista e ha dichiarato che se esse non incontreranno il favore delle altre nazioni, allora le nazioni africane se ne andranno seduta stante.

Ramesh ha fatto notare che le richieste delle nazioni sviluppate, riflesse nel desiderio di istituire un sistema che prevede il controllo, la stesura di rapporti e la verifica dei progetti nazionali (MRV) – sono totalmente inaccettabili. Pur rimanendo fedele a quanto già affermato dal primo ministro Manmohan Singh, cioè accettando di partecipare a progetti finanziati dalla comunità internazionale, l'India non accetterà questa forma di controllo sovrannazionale.


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