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Mussolini era un agente britannico,
non solo nel 1917

21 ottobre 2009 (MoviSol) - La notizia pubblicata dal Guardian il 14 ottobre, sugli assegni pagati dall'intelligence britannico a Mussolini nel 1917, ha avuto grande eco su tutte le testate mondiali. Molti gli interrogativi sollevati, ma non quello centrale: gli inglesi promossero il fascismo? Che Mussolini fosse stato finanziato dal MI5 era già stato menzionato da Sir Samuel Hoare nelle sue memorie nel 1954, ma ora uno storico di Cambridge, Peter Martland, ha trovato le ricevute dei pagamenti nelle carte dell'ex ministro degli Esteri britannico, che nel 1917 dirigeva un gruppo di 100 agenti del MI5 a Roma.

Il motivo del finanziamento, che ammontava all'equivalente di 6000 sterline odierne alla settimana, era quello di sostenere la campagna di Mussolini a favore della continuazione dello sforzo bellico italiano al fianco di Francia e Gran Bretagna. Il momento era delicato: infatti, si erano succedute diverse iniziative di pace, da quella, fallita, del ministro degli esteri austriaco Czernin per una pace separata con la Francia all'appello di Papa Benedetto XV ai capi delle potenze belligeranti, che ebbe sicuramente un grande impatto in Italia. È dunque credibile che gli inglesi, che consideravano l'Italia "l'alleato bellico meno affidabile", raddoppiassero gli sforzi per impedire una pace separata e continuare la carneficina sul continente.

Ma la simpatia britannica per Mussolini andava oltre la contingenza. È noto che Churchill ammirava il Duce e condusse una corrispondenza fino a pochi giorni dall'ingresso dell'Italia nella seconda guerra mondiale. Corrispondenza che molto probabilmente il Duce, in fuga verso la Svizzera nell'aprile 1945, recava con sé come lasciapassare e che scomparve dopo che Mussolini e la Petacci furono catturati e uccisi per ordine di Churchill.

Come ha documentato Jeff Steinberg in un articolo sull'EIR il 30 maggio 2003, sia il fascismo che il nazismo furono promossi da un'alleanza internazionale di finanzieri, di cui Samuel Hoare era autorevole membro. Questo gruppo si raccoglieva attorno a formazioni semi-segrete come il "Movimento Sinarchista dell'Impero" o ufficiali come, dal 1922, l'Unione Paneuropea fondata dal conte Coudenhouve-Kalergi.

Nei rapporti dell'intelligence americano durante la seconda guerra mondiale, raccolti da William Langer nel libro "Our Vichy Gamble", si descrivono gli scopi di questo gruppo come "il sogno di un nuovo sistema di 'sinarchia', e cioè il governo d'Europa su principii fascisti da parte di una fratellanza internazionale di finanzieri e industriali". Nell'ambito di questo disegno, una influente fazione dell'Impero Britannico, che comprendeva Hoare e Lord Beaverbrook, pianificò persino un colpo di stato per rovesciare Churchill e instaurare un governo filo-fascista a Londra.

Nel 1930, l'alleanza sinarchista diede vita alla Banca per i Regolamenti Internazionali (BIS). Gli artefici principali della BIS furono Montagu Norman, capo della Bank of England, Hjalmar Schacht (che poi divenne ministro dell'economia di Hitler) e Alberto Beneduce, il capo della politica economica del fascismo. Lo scopo della BIS fu di assicurare la stabilità del sistema monetario e finanziario post-Versailles, dominato dalla Gran Bretagna e basato sulle riparazioni di guerra imposte alla Germania.

Lo storico americano Carroll Quigley descrive la BIS così: "Questo sistema avrebbe dovuto essere controllato in modo feudale dalle banche centrali del mondo agenti in concerto, con accordi segreti stipulati nel corso di frequenti incontri e conferenze privati. L'apice del sistema doveva essere la Banca per i Regolamenti Internazionali di Basilea, una banca privata posseduta e controllata dalle banche centrali, esse stesse delle imprese private. Ogni banca centrale, nelle mani di uomini come Montagu Norman della Bank of England, Benjamin Strong della Federal Reserve di New York, Charles Rist della Banca di Francia e Hjalmar Schacht della Reichsbank, si adoperava per dominare il proprio governo tramite la sua abilità nel controllare i prestiti del Tesoro, manipolare i cambi esteri, influenzare il livello di attività economica nel paese e influenzare i politici compiacenti con successive remunerazioni nel mondo degli affari".

L'ostacolo iniziale alla partecipazione italiana era il pericolo di interferenza governativa sulla Banca d'Italia. Beneduce, come plenipotenziario di Mussolini, offrì la massima garanzia di indipendenza e riuscì a convincere Norman. Fu nominato vicepresidente della BIS.

Il ruolo della BIS nel promuovere l'ascesa al potere di Hitler è ben documentato nel libro "Das Hitler-Buch", scritto da un gruppo di ricercatori guidati da Helga Zepp-LaRouche (Wiesbaden, 1984).


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