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LaRouche: nessuna pace possibile
in Medio Oriente senza sconfiggere
la Dottrina Parvus britannica

13 novembre 2009 (MoviSol) - Il 7 novembre Lyndon LaRouche ha ammonito che per una genuina prospettiva di pace arabo-israeliana dovrà essere sradicato il fattore del "Great-Game", ovvero il lascito dell'accordo Sykes-Picot del 1916 tra le potenze coloniali Francia e Gran Bretagna. "I britannici", ha spiegato LaRouche, "gestiscono [gli affari della] regione dell'Asia sud-occidentale, meridionale e centrale da oltre un secolo, sulla base della dottrina di 'guerra/rivoluzione permanente' di Alexander Helphand, agente della Società Fabiana. Finché non sarà sconfitto il fattore manipolativo britannico su ambo le parti del conflitto, non sarà possibile alcuna svolta".

LaRouche ha notato che il segretario di Stato Hillary Clinton e l'inviato speciale in Medio Oriente George Mitchell si sono impegnati seriamente, ma il recente fallimento dei negoziati non lo ha colto di sorpresa. "Non si potrà fare alcuna breccia significativa perché nessuno dei protagonisti regionali, e quasi nessuno degli aspiranti pacificatori, capiscono che la politica britannica è quella di Alexander Helphand, noto anche col nome di Parvus – l'agente britannico che era alleato di Vladimir Jabotinsky [fondatore del revisionismo sionista, ndr.] e controllò Leon Trotsky per un certo periodo. Il disegno di Parvus era quello di manipolare tutte le parti del conflitto mediorientale allargato, come se fossero gladiatori nell'arena romana. Alla fine della prima guerra mondiale, i britannici e i loro rivali francesi avevano stabilito, con Sykes-Picot, una divisione coloniale permanente della regione. Quella divisione non finì con la sconfitta di Hitler e Mussolini nella seconda guerra mondiale, ma cambiò semplicemente i contorni, in particolare con la spartizione della Palestina, che creò le circostanze in cui Londra e i suoi agenti sia nel campo arabo che in quello israeliano potessero scatenare un conflitto in ogni momento".

LaRouche ha concluso: "Finché non elimineremo questo fattore britannico della 'guerra/rivoluzione permanente', cacciando i britannici – esemplificati dal cosiddetto capo del Quartetto dei negoziatori, Tony Blair – dalla regione e sconfiggendo il potere di questo apparato imperiale britannico, nessuna svolta significativa verso la pace sarà remotamente possibile. Dunque, finché non si prenderà atto di questa realtà, non aspettiamoci alcun progresso reale, non nei colloqui israelo-palestinesi, non in Afghanistan, non nella crisi libanese, in quella iraniana ecc. Semplicemente, non avverrà senza affrontare, a viso aperto, questa minaccia britannica. Senza capire che Alexander Helphand era un agente britannico chiave, che svolse personalmente un ruolo centrale a favore del gruppo fabiano britannico nell'imbastire un conflitto permanente in questa larga regione del mondo, nessuna soluzione chiara potrà mai materializzarsi".


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