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Il razionamento della sanità negli USA provoca una bufera politica

26 novembre 2009 (MoviSol) - La pubblicazione, il 16 novembre, di uno studio ufficiale che sconsiglia la mammografia al di sotto dei 50 anni perché non corrispondente ai criteri di costo-efficienza ha fatto sensazione negli USA. Lo scalpore è aumentato quando, alcuni giorni dopo, l'Associazione Americana di Ostetrici e Ginecologi ha raccomandato di ridurre i test di routine per il cancro cervicale. Gli americani si accorgono con orrore che i manifesti di Obama coi baffetti, diffusi dal movimento di LaRouche, non erano esagerati.

La comunità dei medici ha immediatamente denunciato la proposta di negare la mammografia alle donne under 50, fornirla ogni due anni tra i 50 e i 74 e negarla di nuovo oltre i 74. L'Associazione dei Radiologi Americani ha dichiarato che se vengono adottate queste direttive, "innumerevoli donne americane potrebbero morire ogni anno, senza motivo, di cancro alla mammella". Il dott. Evans della Società di Diagnostica per Immagini del Seno ha affermato: "Queste raccomandazioni sono incoerenti con la scienza attuale e apparentemente sono state sviluppate nel tentativo di ridurre i costi. Sfortunatamente, molte donne potrebbero pagare questo approccio sbagliato con la propria vita". La Società Oncologica Americana, L'Istituto Oncologico Nazionale e molte donne sopravvissute al cancro del seno hanno stigmatizzato le proposte. Il dott. Daniel B. Kopans capo radiologo alla Harvard Medical School ha dichiarato: "Decine di migliaia di vite vengono salvate dalle mammografie, e questi idioti vogliono eliminarle. È folle, veramente non etico".

Lo studio, compiuto dalla Task Force sui Servizi Preventivi (USPSTF) per conto del ministero della Sanità, era stato commissionato in primavera, prevedendo che al momento della pubblicazione la riforma sanitaria di Obama sarebbe stata già approvata. Questo significa che le direttive sarebbero state adottate quasi automaticamente, se la legge approvata fosse stata quella attualmente al Senato e alla Camera. Non sorprende che dei 16 membri dell'USPSTF, nessuno sia oncologo o radiologo, ma almeno sei di essi siano o siano stati direttore o consigliere di mutue private. Il dott. Carolyn Clancy, che dirige l'ente responsabile della task force, è membro del Consiglio Federale di Coordinamento sulla Ricerca di Efficacia Comparativa, di cui fa parte anche il principale consigliere di Obama sulla sanità, il dott. Ezekiel Emanuel.

Il rapporto si basa solo su considerazioni finanziarie, o medicina "evidence-based", come ha sottolineato la Società Oncologica Americana: "L'USPSTF afferma che fare la mammografia a 1399 donne dai 50 ai 59 anni per salvare una vita vale la pena. Ma sostiene anche che farla per 1904 donne nella fascia dai 40 ai 49 anni, sempre per salvare una vita, non conviene".

Metodi statistici del genere sono comunque fraudolenti, perché prendono in considerazione i costi delle mammografie ma non i costi risparmiati mettendo mogli e madri nella condizione di vivere una vita produttiva.

Contro la volontà dei cittadini, la Casa Bianca continua a premere per una conclusione dell'iter legislativo della riforma sanitaria. L'elemento centrale del disegno di legge è la Independent Medicare Commission (IMAC), che avrebbe il potere di decidere, al posto dei medici e dei professionisti della sanità, quali cure e quali procedure siano concesse, e cioè quali malati siano condannati a morire.

L'amministrazione Obama non è disposta a rinunciare a questo aspetto della legge, e questo è il motivo per cui Lyndon LaRouche sostiene che si tratti di una politica simile a quella varata dai nazisti nel 1939, a cui peraltro si rifà il modello britannico NICE a cui si ispira la riforma di Obama.


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