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Imprese che Resistono chiede il Credito diretto all'economia reale

14 dicembre 2009 (MoviSol) - A conclusione dell'incontro del gruppo di PMI Imprese che Resistono (ICR) avvenuto a Milano l'11 e 12 dicembre è stato approvato un documento che comprende la richiesta di nuovi meccanismi di credito per l'economia reale. Nello specifico il punto 2 parla di "Erogazione di Credito Diretto dallo Stato alle Imprese dell'Economia reale (superando il Sistema Bancario, ad esclusivo vantaggio delle Imprese non finanziarie)". Oltre a numerosi punti intesi a ridurre l'aggravio fiscale e burocratico sul mondo manifatturiero, si chiede la sospensione dell'applicazione di Basilea 2 e la revisione del sistema di tassazione in modo tale da favorire il lavoro e penalizzare le "attività finanziario-speculative"(si veda il documento allegato sotto).

Il documento è stato approvato dopo una discussione su come garantire che le richieste presentate alle istituzioni vadano oltre le pur importanti misure a breve termine, per esigere una nuova "politica industriale", capace di iniziare un'inversione di rotta rispetto alle politiche anti-produttive degli ultimi decenni.

Durante la discussione il Segretario generale di MoviSol Andrew Spannaus è intervenuto per incoraggiare gli imprenditori a includere proposte che vadano nella direzione del nuovo sistema creditizio proposto da Lyndon LaRouche (si veda la nota sulla presentazione di Spannaus all'incontro di ICR di venerdì 11 dicembre).

Alcuni dei leader del gruppo hanno proposto di stabilire una collaborazione fissa con MoviSol, in modo particolare per l'elaborazione del punto 2 sul Credito diretto. Nel corso dell'intervento di venerdì, Spannaus aveva tracciato le linee di una proposta per una Legge sul Credito Produttivo:

La Banca Produttiva

Serve un istituto pubblico che svolga il ruolo di banca per le attività produttive. Lo Stato metta a disposizione risorse finanziarie ingenti da destinare all'Istituto, preferibilmente in forma di aumento del capitale come nel meccanismo dei Tremonti Bond. La Banca dovrà poi utilizzare questo nuovo capitale come base per prestiti diretti alle imprese. - I prestiti avranno un tasso agevolato, tra il 2-3%, e in ogni caso più basso dei tassi vigenti sul mercato. Trattandosi di una banca pubblica, i profitti per la stessa saranno destinati unicamente a coprire le proprie spese ed espandere l'attività creditizia. - I prestiti a tasso agevolato saranno da destinare alle imprese che rientrano nelle categorie produttive. - La Banca dovrà documentare l'osservazione di questi vincoli.

Ristabilire la divisione
tra banche ordinarie e banche d'affari

Una volta avviato il meccanismo, anche le banche ordinarie potranno accedere ai finanziamenti agevolati attraverso la Banca, ma solo a patto che non svolgano funzioni da banca d'affari. Le banche che operano nei mercati dei titoli speculativi per conto proprio saranno escluse dall'accesso. In questo modo si creerà una rete di banche che offrono conti correnti, mutui alle famiglie, e prestiti alle imprese, senza la commistione con le attività finanziarie speculative che hanno portato il sistema economico e finanziario all'attuale condizione di dissesto.

I grandi progetti

I crediti alle imprese non saranno sufficienti senza l'avvio di grandi progetti infrastrutturali che fungono da traino per l'economia. Su indicazione del Governo, la Banca fungerà da tramite per un aumento di quei lavori pubblici che promuovono la produttività economica (infrastrutture fisiche, investimenti tecnologici). Questi finanziamenti dovranno essere esclusi dal calcolo del deficit annuale dello Stato, in quanto rappresenteranno investimenti a lungo termine necessari per garantire il funzionamento dell'economia.

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