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2010: ha preso l'abbrivio la svolta dall'Atlantico al Pacifico

7 gennaio 2010 (MoviSol) - Nel mezzo del collasso finanziario globale che ha messo in ginocchio le economie negli USA e in Europa, il rafforzamento della cooperazione tra Russia, India e Cina ha costituito un faro di speranza. Questi tre grandi paesi, che comprendono oltre la metà della popolazione mondiale, hanno forgiato un'alleanza triangolare per sviluppare l'economia reale, le infrastrutture e stabilire una rete regionale di rapporti di sicurezza. Sono stati siglati ambiziosi accordi per progetti avanzati di energia nucleare, linee ad alta velocità, estrazione di materie prime e tecnologie di frontiera come quelle necessarie per i viaggi spaziali.

Questa dibnamica di sviluppo e di stabilità ha già operato una svolta epocale nelle politiche di investimento e nell'approccio generale di Giappone e Corea del Sud, che sta attraendo nella sua orbita gli altri paesi del Sud Est asiatico. Oggi il Giappone ha più interesse a investire in India e Cina che in Europa, e la Corea del Sud guarda alla possibilità di investire nella massa continentale eurasiatica non appena si verifichino le condizoni si stabilizzino e vengano costruite le infrastrutture di base.

Mentre negli Stati Uniti sta crescendo il fenomeno di "sciopero di massa" in reazione alla fascistizzazione della politica, e le nazioni europee si sono suicidate sottoscrivendo il Trattato di Lisbona, viene plasmata una nuova realtà nella regione Asia-Pacifico. I leaders dell'UE, a partire dal Cancelliere tedesco Merkel e dal Presidente francese Sarkozy, farebbero meglio a inserirsi in questa dinamica, invece di pontificare sul carbon trading e sulla sovrappopolazione, cogliendo l’opportunità per rilanciare l’economia fisica fornendo macchinari e tecnologia.

La regione Asia-Pacifico offre un enorme potenziale economico e Lyndon LaRouche ha spesso sottolineato la necessità di usare le tecnologie più avanzate per sfruttarne le grandi riserve minerarie e costruire progetti infrastrutturali come il tunnel sotto lo Stretto di Bering. Inoltre, le condizioni meteorologiche e geologiche estreme di gran parte di questa vasta regione presentano delle sfide scientifiche di base che la comunità scientifica mondiale dovrebbe affrontare con entusiasmo.

La decisione di Russia, India e Cina di accantonare le differenze politiche e affermare il proprio diritto allo sviluppo economico è stata evidente già alle conferenze della WTO, l’Organizzazione Mondiale del Commercio, dove hanno fatto fronte unito contro il liberismo, e alla recente conferenza sul clima di Copenhagen.

In ottobre c’è stata una grossa svolta con la visita ufficiale in Cina del Primo ministro russo Putin, nel corso della quale sono stati siglati accordi che abbracciano aree chiave della cooperazione economica, come il nucleare, i trasporti e l’aerospaziale. I leader dei due paesi hanno anche concordato di costruire 205 progetti congiunti nell’estremo oriente russo, in Siberia e nella Cina nordorientale.

E all’inizio di dicembre, il Primo ministro indiano Manmohan Singh ha firmato un accordo di vasta portata con la Russia per la fornitura di 20 reattori nucleari e la continuità nelle forniture di uranio. Poi, il 23 dicembre, è stato annunciato che la Russia aiuterà l’India a costruire un’astronave e a spedire un uomo nello spazio nell’ambito di un programma di cooperazione decennale.

Mentre la Russia rimane il principale propulsore per i rapporti tecnologici tra i tre paesi, anche la Cina e l’India hanno iniziato a superare antichi conflitti. Nel novembre 2007, la Cina aveva firmato un accordo con l’India per la cooperazione nucleare civile e oggi Pechino ha sostituito gli Stati Uniti come principale partner commerciale dell’India.

Ciò che è ora necessario è che gli Stati Uniti aderiscano al RIC (Russia, India e Cina) e diano vita all’Accordo delle Quattro Potenze auspicato da Lyndon LaRouche per un nuovo sistema finanziario e creditizio che rilanci l’economia reale. Anche se il Trattato di Lisbona impedirà alle nazioni europee di partecipare a tale processo, la dinamica messa in moto condurrà probabilmente i paesi dell’UE a riasserire la sovranità nazionale e difendere gli interessi dei propri cittadini invece di quelli dell’oligarchia.


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