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COMUNICATO STAMPA

Non saranno le scelte liberiste a migliorare le ferrovie toscane

Firenze, 25 marzo 2010

Diversamente da quanto affermato dal candidato alla Presidenza della Regione Toscana, Enrico Rossi, le ferrovie regionali non trarranno alcun giovamento dalla liberalizzazione del trasporto ferroviario. È sicuramente vero che il trasporto ferroviario nelle tratte minori è andato peggiorando negli ultimi anni, in termini di puntualità, pulizia, comfort e informazioni a bordo, ma ciò è avvenuto in seguito all'entrata del settore in una logica di progressiva riduzione dei costi e degli investimenti, e ricerca della massimizzazione del profitto.

Il modello piemontese che intende seguire Rossi, farà sì che, non solo le tratte minori non traggano alcun vantaggio da questa opzione, ma che addirittura quelle principali, ancora oggi con egregi standard qualitativi, vadano a peggiorare.

D'altra parte, la liberalizzazione-privatizzazione delle ferrovie inglesi, che oramai vanta un'esperienza ventennale, ha già dato dimostrazioni inequivocabili circa la distruttività della logica concorrenziale nella gestione del servizio ferroviario.

A ciò si aggiunga la recente valutazione dell'a.d. di Trenitalia, Mauro Moretti, durante l'audizione parlamentare sull'incidente di Viareggio. Moretti ha sostenuto: "[...] mentre da una parte sono tutti a favore della liberalizzazione per ottenere il massimo dal punto di vista economico, dall'altra si richiede poi il massimo sul piano della sicurezza, per garantire gli standard più elevati al mondo. Le due cose, però, non stanno insieme".

Oltre ai danni in termini di servizio reso all'utenza, e di abbassamento degli standard di sicurezza, si deve considerare anche il non secondario aspetto per cui, la messa in concorrenza del trasporto ferroviario, aprirà le porte ad una rincorsa all'abbassamento delle condizioni di lavoro degli operatori del settore.

Le proposte di privatizzazione delle infrastrutture e dei servizi ai cittadini, sul modello della Thatcher, vanno abbandonate in toto, sia che provengano dalla destra liberista, sia dalla sinistra "moderna" che insegue le liberalizzazioni, e che in realtà promuovono la speculazione finanziaria.

Invitiamo dunque Enrico Rossi a rivedere questa opzione. Il modello piemontese è in assoluto la peggior soluzione per il miglioramento del trasporto ferroviario. Anche all'interno della cinghia di forza del “patto di stabilità” europeo, la miglior soluzione resta quella di affidare il servizio a Trenitalia.

Claudio Giudici
Rappresentante per la Toscana del
Movimento Internazionale per i Diritti Civili – Solidarietà


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