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Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
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Nella morsa del sistema, Firenze rinasce da sotto terra

Chi è e che cosa vale questa creatura umana – chiunque essa sia – che mi sta accanto? Chi è? Individua substantia rationalis naturae: cioè un individuo portatore di un regno interiore di libertà, di intelligenza e di amore; cioè un mondo in un certo senso autonomo, che si svolge dall'interno e che ha come interiore ed immediato centro di gravitazione Dio medesimo. Cosa vale? Quanto vale il suo atto interiore di libertà, di visione e di amore con cui egli "attrae" in sé Dio medesimo. Come mi comporterò verso di lui? Come si comporta Dio verso di lui, come mi comporto io con me stesso e come vorrei che gli altri si comportassero con me: rispettando in lui, con delicatezza e purità, la personalità interiore di cui è portatore: rispettando cioè, soprattutto, quelle radici di vera libertà e di spontaneità che mettono in moto il meccanismo espansivo della sua intelligenza e della sua volontà. La legge morale è tutta qui: ama il prossimo tuo come te stesso; non fare agli altri quello che non vorresti che gli altri facessero a te.

(Le città sono vive – Giorgio La Pira)


4 aprile 2010

La situazione internazionale

La vittoria della larouchiana Kesha Rogers alle primarie democratiche nel 22esimo distretto del Texas, segna in modo tuonante ciò che era già da tempo rilevabile da parte degli osservatori più attenti: l'entrata della politica mondiale in una nuova fase.

La crisi economica ha mostrato che il re è nudo. Mentre i principali Governi del pianeta hanno proceduto a salvare dai fallimenti le banche, senza porsi tanti scrupoli e senza badare a spese, l'atteggiamento che questi hanno avuto, invece, nei confronti delle popolazioni, è rimasto quello tipico da clima d'austerità, guidati dalla demagogica stella polare del "dover far quadrare i conti".

Tutto ciò è venuto così a configurare una vera e propria forma di "azzardo morale" a livello globale.

In parallelo ai salvataggi bancari di Bush ed Obama negli Stati Uniti, la Gran Bretagna ha proceduto ad una serie di nazionalizzazioni bancarie che oggi portano il suo rapporto debito pubblico / p.i.l. al 147% (mentre quello ufficialmente riconosciuto è salito dal 50 al 60% in un solo anno), ed i Paesi della zona Euro si sono mossi senza nessun genere di iniziale coordinamento, in salvataggi bancari che ora li obbligano ad impostare politiche di tagli nei confronti dell'economia reale e del general welfare, in modo ancor più radicale rispetto a quanto fatto dal 1992 ad oggi.

L'approccio seguito da Barack Obama nei confronti della politica sanitaria, è emblematico di questo fraudolento modo di procedere. Dopo aver centrato la propria campagna elettorale sulla issue dell'allargamento della tutela sanitaria a tutto il popolo statunitense, una volta giunto alla Presidenza, ha sensibilmente spostato l'accento del suo messaggio, dicendo che la sanità va data sì a tutti (anche se circa 15milioni di statunitensi resteranno senza), ma ne va data di meno a chi già l'aveva, perchè altrimenti "i conti non tornano".

Questo approccio contabilista per cui "i conti non tornano" quando si parla della vita della gente, ed il diametralmente opposto approccio per cui le banche "sono troppo grandi per poter essere lasciate fallire", ha scioccato l'intera popolazione americana, entrata in una storica situazione da "sciopero di massa", come l'avrebbe definito Rosa Luxemburg. La cosa è stata notata anche da Il Corriere della Sera. Questa nuova situazione che va caratterizzando la politica statunitense, è sancita in modo definitivo dalla vittoria di Kesha Rogers in Texas, dove l'elettorato democratico le ha riservato il 53% dei suffragi (contro il 27% ed il 20% riservato ai due candidati obamiani) in una campagna all'insegna dell'"Impeach Obama!". Dunque, laddove non sia chiaro, l'elettorato democratico ha sostenuto un candidato che vuol mettere in stato di accusa per tradimento della Costituzione, il Presidente Obama. Così, nelle ultime ore, Obama e la dirigenza del Partito Democratico, stanno lavorando per inficiare quel risultato elettorale e disconoscere la rappresentatività di Kesha Rogers, suscitando già le prime proteste degli elettori.

Allo stesso modo vediamo in Grecia, che dopo i salvataggi bancari ed il rischio di fallimento in cui essa oggi incorre come Stato, non si è perso tempo ad ubbidire ai diktat provenienti dalle istituzioni dell'eurocrazia, a tagliare gli stipendi dei lavoratori e ad elevare l'imposizione fiscale. "Azzardo morale" appunto.

Così, nello stesso giorno in cui la popolazione greca scendeva in piazza per protestare contro i tagli al bilancio, la Commissione UE e alcuni governi premevano sulla Grecia per adottare un più drastico piano di tagli.

A Madrid, invece, il capo del Banco Santander, Emilio Botin, chiedeva al governo spagnolo di non fermarsi al pacchetto di austerità da 50 miliardi, ma di avviare immediatamente una riforma del sistema pensionistico. Questo ha provocato in Spagna una mobilitazione della popolazione, che ha coperto 57 città in 12 giorni successivi, con slogan quali "in difesa delle pensioni. No all'innalzamento dell'età pensionabile. Tagliare la rete sociale non è la soluzione".

Anche in Portogallo, le confederazioni sindacali hanno annunciato uno sciopero generale.

Il problema di fondo resta il sistema della globalizzazione finanziaria, che in Europa si manifesta attraverso il sistema dell'euro, controllato dal sistema bancario privato che domina la Bce. L'abbandono del principio della separazione tra banche ordinarie e banche d'affari (standard Glass-Steagall) ed il “patto di stabilità”, da un lato inquinano l'economia reale di attività finanziarie puramente speculative, dall'altro impediscono il rilancio della produttività con investimenti nelle infrastrutture di base e nell'industria. Ciò genera un inarrestabile processo di contrazione delle capacità produttive nazionali e la continua riduzione del welfare (dagli investimenti in infrastrutture, alla sanità, all'istruzione, alla previdenza, alle funzioni storicamente primarie degli Stati, quali quelle di polizia e di giustizia).

La situazione fiorentina

Luci

All'interno di questo contesto, la nuova Amministrazione fiorentina – che teniamo sotto particolare attenzione per l'anomalia positiva che rappresenta all'interno del Partito democratico italiano – si sta muovendo con particolare intraprendenza.

L'approccio alle questioni delle tre stelle di punta di questa Amministrazione – il Sindaco Matteo Renzi, il Vicesindaco Dario Nardella e l'Assessore alla mobilità, Massimo Mattei, tutti tra i trentacinque ed i trentanove anni – segna una sostanziale discontinuità da quello dei loro predecessori.

La nuova Amministrazione fiorentina, infatti, è riuscita in questi mesi, in cose che la precedente nomenclatura cittadina riteneva impossibili: la pedonalizzazione dell'area prospiciente il Duomo, l'avvio di sistemi di semplificazione della vita cittadina (per la pulizia stradale, per la circolazione), il reinquadramento della Polizia Municipale come tutrice dell'ordine cittadino e del traffico, invece che come "esattrice" fiscale. A questo ultimo proposito, basti pensare che l'ex assessore al bilancio – una delle principali rappresentanti della fronda interna al PD, contro Renzi – era arrivata ad affermare ad una radio locale, che una cittadinanza ligia al codice della strada sarebbe stata un problema per il bilancio comunale (!). Ciò rende bene l'idea di quelle che fino al giugno 2009 erano le tendenze nella gestione del Comune fiorentino.

La particolarità, è che questo operato avviene più col contrasto delle dirigenze cittadine e provinciali del PD, che non con quello dell'opposizione (invero a Firenze, troppo debole per poter ostacolare uno come Renzi). Ma oltre i vari apparati politici, ci sono anche quelli dirigenziali, sindacali e dell'associazionismo, che fondamentalmente sentono sfuggire di mano il controllo di una Città che da troppi anni tenevano immobile.

Ma il vero colpo di classe, Renzi l'ha fatto recentemente, quando in Consiglio comunale ha annunciato una serie di progetti di sfruttamento del sottosuolo fiorentino – proprio come avevamo auspicato nel marzo dello scorso anno con "Firenze rinasce da sotto terra!" – che apriranno per la Città, una nuova era. La linea 2 della tramvia – una tragicommedia la costruzione della linea 1 – sarà in buona parte interrata; poi, la Città sarà dotata di una tangenziale sotterranea che andrà da nord a sud. Purtroppo queste infrastrutture saranno costruite secondo lo schema del project financing, di fatto mettendole nella disponibilità dei privati, e dunque delle logiche di profitto a breve, che rendono impossibile una politica di continui reinvestimenti. Ma dentro al "patto di stabilità" europeo, congegnato senza distinguere tra spesa corrente e spesa in conto capitale, non è possibile fare altrimenti.

Ombre

In generale, la gestione della Città, appare rispondere a freddi schemi di tipo manageriale. Renzi non vuol confrontarsi con le parti sociali e questo produce diverse criticità. Egli ha dichiarato più volte che il tempo della concertazione è finito; ed è bene che sia così, vista la strumentalità al sistema della globalizzazione finanziaria assunta dal mondo sindacale dal protocollo Ciampi in poi, portando sì alla lotta all'inflazione nominale, ma non a quella reale a difesa del tenore di vita dei lavoratori.

Tuttavia, non concertare non può però voler dire assumere atteggiamenti thatcheriani. Infatti, Renzi decide con i suoi collaboratori più fidati, e notifica alla Città. Così, i cittadini non si sentono parti attive di un processo, ma vedono calar dall'alto, da un giorno all'altro, le decisioni dell'Amministrazione. Questo alla lunga logora i rapporti, ed impoverisce lo spirito di partecipazione alla vita civica. D'altra parte, questo metodo delle decisioni prese intorno ai “caminetti fiorentini”, ricorda molto quello dei “caminetti romani”, che Renzi denuncia essere il vero problema del PD.

C'è dunque bisogno che Renzi e l'Amministrazione fiorentina, comunichino maggiormente con la Città, aggiornandole progressivamente in merito alle opzioni che si intendono adottare. Mantenendosi ferrei relativamente al dovere di “dover fare delle scelte”, alla lunga, sarà facilitata l'azione amministrativa, poiché il cittadino si sentirà parte del processo decisionale, piuttosto che passivo destinatario dello stesso.

Il metodo che sta seguendo l'Amministrazione, risulta essere traumaticamente vincente quando attuato nei confronti del "popolino", e sistematicamente perdente quando attuato per le nodali questioni infrastrutturali con attori di pari o superiore livello istituzionale. Così, in merito alla pista parallela dell'aeroporto fiorentino, si è ottenuto il niet del limitrofo Comune di Sesto Fiorentino; circa il sotto-attraversamento per l'alta velocità, l'idea di una mini stazione (mini-Foster) di Renzi, ha subìto il niet del ministro Matteoli; in merito al progetto dei Della Valle, per la costruzione di un'area con centri commerciali, museo, alberghi, nuovo stadio, anche qui non è stato raggiunto alcun risultato.

Dunque, subiscono i deboli, reagiscono i forti. Le parole di Giorgio La Pira, con cui abbiamo introdotto questo aggiornamento, dovrebbero offrire a Renzi, che è ammiratore e studioso dell'opera del compianto fiorentino d'adozione, la chiave di volta per ottimizzare la propria azione.

Per le stesse ragioni, la principale difficoltà incontrata da questa giovane Amministrazione, è derivata dal generalizzato e forte aumento dell'imposizione fiscale da essa adottato, conseguentemente alla contrazione delle entrate nel bilancio comunale. Purtroppo ciò si assomma alla pesante eredità lasciata a Renzi dalle precedenti amministrazioni. Firenze ha la tassazione più alta d'Italia (692 €/abitante, rispetto alla media nazionale di 558 €/abitante) ed una pessima gestione delle spese relative all'auto-amministrazione, che, infatti, se portata in linea alla best practice nazionale, porterebbe in cassa 62 milioni di euro. Il rialzo che più ha fatto clamore è stato quello del canone per l'occupazione del suolo pubblico (aumenti dal 30 al 170% in una fase di crisi economica), che ha portato circa 700 ambulanti fiorentini a fare una serrata ed a scendere in piazza.

Per di più, se Renzi non vuole essere espressione del sistema, proprio come i suoi predecessori, dovrà trovare il coraggio per procedere su un doppio binario: 1) la denuncia delle logiche perverse che dominano il macrosistema della globalizzazione/speculazione finanziaria, del “patto di stabilità” e del Wto, che sono l'origine dei problemi che gli stessi amministratori locali hanno nel gestire i loro territori; 2) fare un patto con la cittadinanza per il buon governo cittadino, che lo porti già da questo anno a ridurre le spese improduttive per l'auto-amministrazione comunale, a recuperare maggiori fondi dalla Regione e dal Governo (Firenze ne riceve meno rispetto alla media nazionale) ed a ridurre l'imposizione fiscale cittadina.

Tutto ciò, ovviamente, in attesa della inevitabile riorganizzazione fallimentare del sistema finanziario internazionale, come proposta da Lyndon LaRouche.

Claudio Giudici
Movimento Internazionale per i Diritti Civili – Solidarietà


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