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Sul bando tedesco delle vendite allo scoperto

20 maggio 2010 (MoviSol) - Le reazioni isteriche alla decisione tedesca di vietare le vendite allo scoperto di titoli di stato e di azioni, come pure i Credit Default Swaps (CDS), stanno a dimostrare che il Cancelliere Merkel ha fatto la mossa giusta. Finora i governi dell'UE e del G20 hanno dimostrato di voler combattere la speculazione a parole, ma non con i fatti. Naturalmente la Germania da sola non può farcela, ma se le altre nazioni dell'UME la seguiranno, gli speculatori non potranno più colpire i titoli di stato europei perché, come scrive oggi l'ex ministro Francesco Forte, c'è bisogno di una controparte nell'Eurozona.

Da 34 mesi la crisi sistemica non fa che aggravarsi, distruggendo enormi capacità produttive e bruciando trilioni di dollari e di euro dei contribuenti per i salvataggi bancari (cioè della speculazione), senza che si riesca a realizzare una regolamentazione dei mercati. I tre vertici del G20 e gli innumerevoli vertici UE che si sono susseguiti dallo scoppio della crisi hanno dimostrato che gli istituti finanziari sono più forti dei governi, i quali hanno snocciolato un pacchetto di salvataggio dopo l'altro col solo risultato che la propensione al rischio dei giocatori è aumentata. È sicuro che, in caso di emergenza, sarà chiamato a pagare sempre il contribuente.

E come dovrebbe comportarsi la Germania, quando la pressione degli altri governi UE di fronte al nuovo pericolo di un "meltdown" si fa così grossa da costringere il governo tedesco, contro la sua fondata convinzione, ad approvare l'ultimo megapacchetto di salvataggio mentre voci sobrie come l'ex banchiere centrale Karl-Otto Pohl hanno chiaramente detto che c'erano molte altre alternative?

È solo indice di illimitata arroganza il credere di poter fare dei contribuenti tedeschi la vacca europea da mungere, e costringere la Germania ad agire sempre contro i propri interessi, così come fu fatto per l'introduzione dell'euro. Se in questa situazione Berlino fa un piccolo passo per guadagnarsi spazi di manovra, i critici non dovrebbero meravigliarsi.


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