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La lunga strategia dell'Impero Britannico: le nazioni coi debiti si vendano per ripagarli

26 giugno 2010 (MoviSol) - La politica imperiale britannica considera da sempre l'istituzione sovrana dello stato nazionale come un ostacolo alla realizzazione di un ordine mondiale maltusiano. L'aggravarsi della crisi economica internazionale le offre finalmente la possibilità di sbarazzarsene, portando le nazioni indebitate nelle condizioni di vendere pezzi del proprio territorio, in cambio della solvenza davanti ai creditori della City.

Se in passato alcuni enti britannici, come il WWF fondato dall'ex nazista Bernardo d'Olanda e dal cugino Filippo di Edimburgo, promossero l'idea del "debito per la natura", cioè della cessione di porzioni del territorio di una nazione, sotto la voce di "riserve naturali", in cambio di una riduzione del debito nazionale, ora la proposta si fa ancora più indecente.

Prendiamo ad esempio il caso della Grecia, che si prepara a "vendere" ovvero a cedere per un lungo periodo alcune delle sue 6000 isole "in un disperato tentativo di ripagare il suo debito grande come una montagna", come dice il Guardian di Londra. Il sovraintendente sul demanio delle isole greche Makis Perdikaris afferma: "sono triste – vendere le isole o certe regioni di proprietà del popolo greco… L'obiettivo è trovare del denaro".

Un altro caso è quello di Haiti. Un consorzio americano sta proponendo di locare o di comprare l'intera isola di La Gonave, un'area di 287 miglia quadrate con edifici di prima categoria al largo della costa di Port-au-Prince. Su quell'isola il consorzio spera di realizzare una raffineria e uno scalo per la lavorazione del greggio, un'enorme piantagione di jatropha per la produzione di etanolo, infrastrutture per il turismo di alto livello, alcuni casinò, un aeroporto per jet di lusso, ecc. Tutto questo sarebbe gestito privatamente conformemente alla legge delle isole "Turks e Caicos" (cioè del Commonwealth britannico) e non conformemente alle leggi di Haiti. Nel frattempo, che fare dei due milioni di haitiani ancora sfollati e di tanti altri milioni di loro concittadini che soffrono la fame e per malattie da noi curabili? Be', non sono sull'agenda dell'Impero, né su quella di Obama.


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